Udinese, notte fonda a Reggio Emilia: Sassuolo troppo facile, bianconeri senza identità

Trasferta amarissima per l’Udinese, che al “Mapei” regala tre punti al Sassuolo con una prestazione molle, confusa, priva di idee e di cattiveria. Dopo lo schiaffo del Milan, i bianconeri incassano un altro ko pesante e preoccupante: sei gol subiti nelle ultime due gare, zero punti, e soprattutto nessun segnale di crescita.

La partita si apre nel peggiore dei modi. Bastano otto minuti per veder materializzata la dura legge del calcio: clamorosa occasione per Kristensen, che tutto solo nell’area piccola spedisce fuori un colpo di testa che chiedeva solo di essere appoggiato in rete. Sul ribaltamento, Laurienté punisce subito, portando avanti i neroverdi. Il contraccolpo è devastante: appena quattro minuti più tardi, Koné firma il raddoppio sfruttando l’ennesima amnesia difensiva di una retroguardia troppo fragile.

L’Udinese non riesce a reagire. La manovra è lenta, prevedibile, macchinosa. Il centrocampo non imposta, le fasce non spingono, davanti Zaniolo ci prova con qualche giocata personale ma si perde presto in mezzo al nulla. Zanoli sulla corsia di destra fatica tremendamente a carburare. Tutto il collettivo sembra prigioniero dei suoi stessi limiti.

Nel finale di primo tempo la gara si infiamma con due rigori concessi dall’arbitro e poi cancellati dal VAR, tra la rabbia dei friulani e la confusione generale. Un episodio che non cambia il risultato ma lascia ancora una volta l’impressione che manchi chiarezza su chi comanda in campo, se il direttore di gara o la tecnologia.

La ripresa comincia con tre cambi e un modulo nuovo: Runjaic prova a scuotere i suoi. L’ingresso di forze fresche dà un po’ di spinta e al 55’ Davis accorcia, alimentando l’illusione di una rimonta possibile. Ma nonostante qualche occasione, il Sassuolo controlla senza affanni e all’81’ chiude i giochi con Iannoni, firmando il definitivo 3-1.

Un altro passo indietro, forse ancora più grave della sconfitta con il Milan. L’Udinese appare una squadra che non ha ancora trovato un’identità, con un allenatore che fatica a dare un’impronta chiara e che si rifugia in cambi di modulo estemporanei senza riuscire a incidere davvero. Il problema non è solo tecnico, ma anche mentale: l’approccio molle e la scarsa aggressività sono campanelli d’allarme che non possono essere ignorati.

Il mercato ha portato nomi importanti, ma senza un’idea di gioco precisa anche i nuovi rischiano di perdersi. L’impressione è che, al di là degli episodi arbitrali, questa Udinese sia ancora lontana dall’essere una squadra capace di lottare con convinzione. E se non si cambia rotta, il rischio è quello di vivere un’altra stagione anonima.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 29 settembre 2025 alle 10:32
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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