Si comincia da un assunto inconfutabile: contro la Juve, non mi si dica il contrario, nessuno pensava di conquistare punti, tanto più dato che siamo già salvi (non ho ancora capito perché, ma del resto in matematica sono proprio negato). Ci si appellava al ribaltone dello scorso anno, con quel gol di Fofana destinato a rimanere negli annali, ma sotto sotto sapevamo che le coincidenze di tempistiche (fine stagione anche quella volta) e di luogo non sono sufficienti. Quella volta la Juve aveva sostanzialmente già vinto lo scudetto mentre ora deve lottare per la Champions, noi invece dovevamo ancora conquistarci la salvezza, ottenuta proprio grazie a quei tre punti. Per vincere anche quest’anno, insomma, bisognava fare più di allora la partita perfetta sperando in una Juve sottotono.

Due condizioni avveratesi per i primi ottanta minuti di gara, facendo man mano che passava il tempo sperare che la storia si potesse ripetere, ma ecco all’82’ un altro rigore regalato, il quinto di fila e il quinto su tocco di mano, stavolta dal capitano De Paul. E il ribaltone lo fa la Juve con Ronaldo che, inoperoso per tutta la partita, sfrutta un errore di Samir per battere Scuffet. Il dopopartita è tutto una protesta: arbitro che ha ammonito solo i nostri, Paratici e dirigenza juventina che lo minacciano a fine primo tempo, fallo che non c’era. Tutto giusto, ci sta, però c’è poco da dire, la colpa è ancora una volta nostra. Ennesimo regalo, De Paul che ancora una volta rovina una gran prestazione, Samir che si commenta da solo, Scuffet che non dà mai sicurezza prendendo a pugni le palle alte e uscendo in modo scoordinato, una squadra che non riesce neanche a difendere il pareggio, risultato che sarebbe stato comunque importante considerato il blasone dell’avversaria.

Io sono studente universitario e capisco bene queste dinamiche: se un esame mi va male è facile pensare che sia colpa del professore pignolo (per non usare altre parole) piuttosto che sia io a non aver studiato a sufficienza. Se però la cosa si ripete in serie, almeno qualche dubbio deve venire. Ottanta minuti ottimi e dieci di follia: ancora una volta la discontinuità paga. Anche se giusto, è allora inutile prendersela con infortuni o arbitri, perché con la continuità e con la voglia necessaria quest’Udinese avrebbe potuto fare molto di più.

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 03 maggio 2021 alle 11:13
Autore: Alessandro Poli
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