Pare giunto il tempo dei saluti per Mohamed Seko Fofana: quasi nemmeno terminato di vergare il pezzo che ne sanciva il ritorno ad antichi fasti (al netto della comparsata globale contro il Lecce), che l’ineffabile rilascia completa e rosea intervista nella quale ritiene conclusa la sua avventura in bianconero.

Ci sta: il giocatore che abbiamo visto nel post-epidemia ha veramente poco a che vedere con lo spento centrocampista visto per lunghi tratti di due campionati e mezzo.

Ci eravamo quasi abituati, negli anni d’oro: ignoti pedatori giungevano con voli a mille coincidenze dai quattro angoli del globo, alcuni fra loro non erano male, qualcuno veramente bravo e dopo due, tre anni prendevano il volo, destinazione paradiso. La quale, purtroppo, non era mai Udine.

Nelle ultime stagioni di talenti veri l’Udinese ne ha sfornati veramente pochi, tendenti al nessuno. Un grigio, uniforme anonimato che non aveva certo ‘rubato gli occhi’ agli osservatori delle squadre più importanti.

Quest’anno, fino a Natale la cosa sembrava ripetersi; la squadra, prima (soprattutto) con il severo mister croato che a tratti pareva non desiderare altro che lasciare questa città, poi (molto meno, sempre di meno) con Luca Gotti a prestazioni buone ne seguivano altre incolori a dir poco. Difficile lanciare dei talenti.

Il primo a risvegliarsi è stato Rodrigo De Paul: la rete al Cagliari, nella gara di andata, ha reso all’Udinese un giocatore che ci si aspettava da anni, colmi invece di altalene fra giocate d’alta scuola e partite intere trascorse in un misterioso torpore, quell’obnubilamento incomprensibile in cui questo giocatore pareva un ennesimo Godot in bianchenero.

Sono seguiti altri, specie dopo la sosta dovuta al COVID: Ken Sema, uno dei pochissimi laterali del campionato a puntare (e saltare) il diretto avversario; Kevin Lasagna, autore di un filotto di reti che hanno portato punti in cascina e, a ben vedere, la salvezza; Seko Fofana, presentatosi con una forma fisica e mentale straordinaria.

Nell’intervista di oggi, Seko rende merito a Gotti e stigmatizza il comportamento del predecessore dell’adriese, che lo avrebbe umiliato. Ci sta: Fofana è sempre stato un ragazzo sensibile, che più di altri ha patito i fischi di parte del pubblico.

Quel che penserei io, fossi in lui, è (e bene) alla destinazione: al netto di un eventuale maggiore ingaggio, lo step in avanti potrebbe solo essere, nella chiusura di un cerchio iniziato a Manchester-sponda City, una ‘big’ del calcio europeo. Si vocifera dell’Atalanta: sì, oggi è una macchina perfetta, ma sarà in grado di rimpiazzare chi, per età o ambizioni pari a quelle di Seko, cambierà aria?

Lo sappiamo bene, noi: sostituire uno degli ingranaggi può essere relativamente semplice. Ma quando vengono a mancare un Totò, un Papu, un Ilicic è ben complicato rimpiazzarlo senza patimento alcuno.

L’Udinese sta, pare, perdendo Ken Sema che tornerà alla casa madre. Mossa non splendida della ‘proprietà’, che anziché lasciare a Udine uno dei perni fondamentali, preferisce fare cassa albionica per finanziare la risalita dei calabroni.

Perderà Rodrigo De Paul: pur in un mercato depresso dall’endemia, le cifre che girano attorno al ragazzo di Sarandì sono assolutamente affrontabili da molte formazioni.

Probabilmente riuscirà a trattenere un anno ancora Giovannino Musso, uno dei più sicuri portieri della categoria, per il quale comunque esiste già il connazionale di rimpiazzo.

Si parla anche di un rinnovato fervorino partenopeo per Kevin Lasagna, individuato come punta di scorta da chi lo conosce bene come Giuntoli. Pare infatti che Petagna non goda di altrettanta simpatia in società, per ragioni del tutto sconosciute. Potrebbe solo essere una fantasia d’alba del calciomercato 2020…

Fofana spende parole di miele per Udine, e in questo non è così banale. Molti si sono dimenticati presto dell’avventura friulana, del fatto che siano arrivati qui dal paesello e se ne siano andati baroni, dell’affetto che il pubblico gli ha sempre riservato anche nei momenti più difficili, ricambiato magari con provocatorie esultanze: contenti loro…

Seko no. Sono certo che non dimenticherà Udine, né i suoi supporter. Se questo è il tempo di Seko, spero la società abbia in mente come sostituirlo. E a lui dico di scegliere con saggezza. La stessa che da queste parti, dopo generazioni di valigie pronte, masticando sigarette amare e qualche improperio, abbiamo tatuata nel DNA.

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 02 agosto 2020 alle 06:00
Autore: Franco Canciani
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