UDINE. L’Udinese calcio prepara il ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale), ma prima di presentarlo gioca l’ultima carta, quella della conclusione a brevissimo dei contratti di leasing e quindi del passaggio di proprietà del magavideo e degli spalti, per tentare di chiudere il contenzioso con il Comune sul pagamento dei canoni di affitto dello stadio Friuli. Stiamo parlando di 941 mila euro che la società bianconera avrebbe dovuto versare ieri per sanare il periodo che va dall’1 luglio 2010 al 28 marzo 2013.
Il condizionale è d’obbligo perché a fronte dell’intimazione ricevuta dal Comune, la società bianconera risponde picche.

Al centro del contenzioso il mancato riconoscimento da parte dei dirigenti di palazzo D’Aronco di una serie di opere per oltre un milione di euro (1.150.000) da portare in detrazione dai canoni di affitto. Il motivo è presto detto: secondo i tecnici, nel corso dell’appalto, la società bianconera non ha rispettato le norme sui lavori pubblici, mentre alcune sono state realizzate in leasing.
«Dal 2008 a oggi, le spese sostenute per migliorare le strutture dell'impianto ammontano a diversi milioni di euro, di cui 3 milioni puntualmente documentati e rendicontati al Comune; il contenzioso sul calcolo delle spese compensabili, nasce da una contestazione da parte di un dirigente comunale sulle procedure di esecuzione delle opere, contestazione dunque sulla forma e non certo sulla sostanza» fa sapere la società bianconera prima di aggiungere: «Udinese calcio, ritenendo di aver agito nel pieno rispetto delle vigenti normative in materia di lavori pubblici, avverso il provvedimento del Comune ricorrerà al Tribunale amministrativo regionale per far valere le proprie ragioni, non prima però di aver esperito un ulteriore tentativo di conciliazione con l’amministrazione comunale stessa».
Il tentativo di conciliazione, come spiega il direttore amministrativo, Alberto Rigotto, si basa sul fatto che la Società sta pagando le ultime tre rate di leasing e quindi il megavideo e gli spalti, teoricamente, sono già di proprietà dell’Udinese calcio. Solo queste due opere valgono un milione di euro.
«Il dirigente, nella sua valutazione, non è entrato nel merito dei contratti di leasing e ha contestate altre migliorie perché, a suo avviso, non abbiamo seguite le procedure pubbliche» spiega il direttore lasciando intendere che attraverso il ricorso al Tar, l’Udinese contesterà proprio la lettera firmata il 25 giugno 2013 dal direttore del dipartimento Gestione del territorio delle infrastrutture e dell’ambiente, ingegner Luigi Fantini.

Sezione: Notizie / Data: Mer 16 luglio 2014 alle 14:00 / Fonte: Messaggero veneto
Autore: Francesco Digilio / Twitter: @@FDigilio
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