Ormai pare certo, Stramaccioni non guiderà più l’Udinese nella stagione 2015/2016. Le voci si rincorrono, ma solo chi vive da dentro la stanza dei bottoni può sapere quali siano state le ragioni che hanno portato la famiglia Pozzo a dare il benservito al tecnico romano. Sportivamente parlando, basterebbe il fatto che la stagione uscente è stata quasi fallimentare. La squadra bianconera si è salvata perché all’inizio dell’andata andava a meraviglia (non bella ma molto concreta) e perché le ultime tre della classifica erano impresentabili per la massima serie.

L’Udinese di quest’anno ha alternato ottime prestazioni a figuracce impietose. Dal pareggio interno contro la Juventus, autentico gioiello di tattica, dove l’allenatore aveva importanti meriti, alle sconfitte di Parma e Cesena, dove invece la squadra mandata in campo non era minimamente preparata per sfide più che abbordabili. Pare gli venga ascritta la colpa di non aver valorizzato giovani promettenti. Paga, cioè, il mancato schieramento di un Fernandes che l’anno scorso aveva dimostrato mezzi e potenzialità importanti e di un Silva che è stato relegato in panchina proprio mentre si perdevano partite palesando una carenza imbarazzante sulla fascia sinistra. Magari hanno inciso anche le ultime cadute di stile (di un personaggio che è e rimane un ottimo comunicatore) sulla precedente gestione Guidolin e lo stadio in costruzione a giustificare risultati non in linea con quanto si sperava all’inizio della stagione.

Arriva Colantuono, come aveva predetto molto tempo fa TuttoUdinese? Anche questo pare ormai certo. Roma che va, Roma che viene. Anche l’ex tecnico dell’Atalanta è nato nella capitale. Lanciato da Gaucci nell’allora Sambenedettese, ha ottenuto risultati importanti a Bergamo prima di essere esonerato per far posto al friulano Reja. Il fatto che il tecnico ex Lazio non sia riuscito a fare molto meglio del romano, spiega benissimo che le colpe dell’annata storta dell’Atalanta non erano da imputare solo al predecessore.

Ma perché Stefano Colantuono dovrebbe essere l’allenatore giusto per l’Udinese? Avevamo scritto nelle ultime settimane che l’Udinese aveva bisogno di un tecnico più provinciale rispetto a Stramaccioni. La scelta quindi è positiva, il principio è rispettato. Lo spogliatoio dell’Udinese difetta di motivazioni e carattere. Solo i senatori, ormai, cercano di tenere alto il livello di tensione in campo. Lo aveva capito Guidolin che cercava di professare "paura & umiltà", anche se forse le nuove generazioni non interpretano nel modo giusto la sua lingua e così bisognava cambiare.

Colantuono è anche l’allenatore delle fasce e della squadra corta, ciò che è mancato in quasi tutto il girone di ritorno. Le ultime vittorie contro Torino e Milan sono state raccolte con squadre lunghe contro squadre altrettanto allungate. Tutto poteva succedere, lo spettacolo ne giovava ma si abbandonava la via della tattica, che serve per far crescere i giovani ed ottenere risultati nel lungo periodo. L’ex atalantino predilige il gioco sulle fasce, dove l’Udinese, al netto del prossimo mercato, ha giocatori come Widmer, Edenilson, Silva e Piris (più quel Faraoni che è stato artefice della cavalcata del Perugia verso i play off in serie B). Il valore di questi giocatori (lo ricordiamo, la business idea dell’Udinese è creare valore aggiunto) potrebbe impennarsi con una squadra che punta su di loro, in fase difensiva per alcuni, in fase offensiva per altri. La squadra corta permetterà a Guilherme, se confermato, di mostrare più qualità che difetti e a Pinzi di vivere una seconda primavera. Il mediano laziale ha dimostrato nel ritorno che può essere ancora molto importante per la squadra friulana. Di sicuro l’arrivo di Verre aiuterà la mediana, sperando che l’Udinese voglia puntare sul giovane talento.

E se l’Udinese, il prossimo anno, giocasse con un Thereau a fare da prima punta e un Di Natale che si lancia in area per trafiggere l’estremo portiere avversario? Gli uomini della rosa paiono essere giusti per il tecnico. Di conseguenza, il tecnico è giusto per la rosa.

Ma la cosa più importante è un’altra. Che il nuovo tecnico comprenda che i tifosi friulani sono abituati bene, a livello estetico. Che vogliono vedere bel gioco e gente che lotta, maglie bagnate di sudore, giocatori che escono dal campo senza fiato. E che qua, ormai, il passo in avanti è già stato fatto dai tempi di Marino. L’obiettivo non è più “arrivare a quaranta punti”, ma “arrivare il prima possibile a quaranta punti” lasciando il non detto ai sogni (realistici) di ottenere buoni risultati, piazzamenti europei e, forse l’obiettivo sportivo principale, la finale di Coppa Italia.

Benvenuto a Colantuono, se così ha deciso la società. Lo aspettano lavoro, ma anche accoglienza e serenità nella quale poter costruire i risultati del domani.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 28 maggio 2015 alle 18:44
Autore: Giacomo Treppo
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