Alla fine, l’Udinese il botto lo ha fatto davvero. E che botto. Non uno, ma due. Nicolò Zaniolo e Alessandro Zanoli. La “Z al quadrato” con cui il club ha celebrato i colpi sui social non è solo uno slogan, ma il segnale di un mercato che, all’ultimo respiro, ha saputo ribaltare umori e prospettive.

Perché se fino a pochi giorni fa l’ambiente bianconero si leccava le ferite dopo le partenze di Bijol, Lucca e Thauvin, ora i tifosi possono tornare a sognare. L’aria è cambiata, e non poco.

Zaniolo è il nome che sposta gli equilibri. A Udine arriva un giocatore che ha fame, che vuole rilanciarsi, che non si è mai accontentato di fare da comparsa. L’accordo con il Galatasaray, sbloccato in extremis, porta in Friuli un talento da Nazionale con la formula più congeniale: prestito oneroso (3 milioni) con diritto di riscatto. Nessun cappio al collo, solo l’occasione per vedere se il matrimonio funziona. E se funzionerà, i tifosi bianconeri si ritroveranno in casa un giocatore capace di cambiare la partita con un guizzo, quella scintilla che mancava sulla trequarti dopo l’addio di Thauvin.

Zanoli è invece il colpo di logica, quello che serviva disperatamente. La corsia destra, da anni terra di nessuno, trova finalmente un padrone giovane e con gamba. Prestito con obbligo dal Napoli, 5 milioni più bonus: l’ennesimo affare sull’asse Pozzo–De Laurentiis. Un rinforzo che non farà rumore come Zaniolo, ma che potrà fare una differenza enorme sul campo.

E poi c’è l’operazione in perfetto stile Udinese: Idrissa Gueye, attaccante senegalese che compirà 19 anni il 16 settembre, strappato al Metz (il club da cui arrivò anche Atta) con un prestito e obbligo di riscatto da 8-10 milioni. Un investimento vero, segnale che la società continua a guardare al futuro con coraggio. Il fatto che fosse nel mirino di Manchester City e West Ham dice già tutto.

Il reparto offensivo ora si ridisegna: Davis e Buksa come terminali centrali, Bayo e Iker Bravo a battagliare, Zaniolo a inventare tra le linee e Gueye come carta da scoprire. Non sarà più la stessa Udinese spuntata e prevedibile vista col Verona.

Le uscite, oltre al divorzio con Sanchez, sono state giuste. D'altronde Bijol e Lucca, di fronte a certe offerte milionarie e alla loro voglia di provare qualcosa di diverso, non potevano essere trattenuti con la forza. Bene che dalle loro cessioni l'Udinese abbia ricavato un bel gruzzolo. Bene a sto punti anche la cessione di Thauvin, altro a cui l'Udinese stava stretta e voleva rientrare fortemente in patria. Il francese, classe 1993 e con un solo anno di contratto, vale quasi una decina di milioni. Qualche affare sfumato (non di certo Cheddira, meglio che sia andato al Sassuolo), qualche permanenza insperata (Lovric e Modesto). Ma il colpo d’occhio è chiaro: l’Udinese non si è limitata a vendere, ha costruito. Lo dimostrano i tanti giovani di talento portati a Udine.

E ora? Ora San Siro, il colpo all’Inter che ha riacceso la fiamma, non sembra più un episodio isolato. Perché con Zaniolo a guidare la trequarti e Zanoli a riverniciare la fascia, questo mosaico bianconero prende forma.

Per anni ci siamo abituati a raccontare di plusvalenze e salvezze tranquille. Stavolta, forse, c’è spazio per sognare un po’ più in grande. Perché questa Udinese, con la sua “Z al quadrato”, ha scelto di sorprendere. E stavolta, finalmente, lo ha fatto.

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 02 settembre 2025 alle 17:07
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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