Il pareggio di domenica contro la Sampdoria ha concluso il 2014 dell'Udinese. Anno, il 2014, poco ricco di gioie per i bianconeri, che avevano iniziato con una pesante sconfitta, il giorno dell'Epifania, nel derby contro il Verona. Tra sconfitte, tante, e vittorie, poche, quasi tutte con squadre impegnate nella lotta salvezza, il campionato si è concluso con un incolore tredicesimo posto, dopo il 3-3 contro la Sampdoria, utile a Totò Di Natale per mettere a segno l'ennesima tripletta della sua carriera e poter avvicinarsi sempre più al traguardo dei 200 gol in Serie A. Traguardo che non è tardato ad arrivare: nella nuova stagione, dopo le doppiette all'Empoli e al Parma e i gol contro Atalanta e Genoa, al minuto 46' della gara casalinga contro il Chievo, Totò ha raggiunto il suo obiettivo per la gioia non solo sua, ma anche di tutti i tifosi bianconeri e, in generale, di tutti gli amanti del calcio. Intanto, era arrivato un altro bel traguardo per il capitano, il primo poker in carriera, messo a segno contro la Ternana, nel 5-1 di fine agosto, nel terzo turno preliminare di Coppa Italia. E proprio il trofeo nazionale è il più grande rimpianto di inizio 2014. Un'avventura intensa, ma troppo breve per i bianconeri che, ad inizio gennaio, battono l'Inter agli ottavi nel match del Friuli, deciso dalla rete di Maicosuel. Dopo i nerazzurri c'è l'altra milanese, il Milan, questa volta a San Siro. Con un'emozionante rimonta, prima un rigore di Muriel, poi un destro di Nico Lopez da fuori, regalano la semifinale ai friulani di Guidolin. Tra la finale e i bianconeri, c'è di mezzo la Fiorentina di Montella. All'andata i bianconeri Di Natale e Muriel permettono alle Zebrette di battere i viola, ma il momentaneo 1-1 di Vargas risulta decisivo perché al ritorno, tra tante polemiche, in una partita sconsigliata ai deboli di cuore, i gigliati vincono 2-0 e vanno a giocarsi la finale di Roma, poi persa contro il Napoli. La delusione è enorme in casa bianconera e, soprattutto, in Francesco Guidolin, per il quale già si vocifera che questa possa essere l'ultima stagione sulla panchina dell'Udinese. E così sarà. Al termine del campionato, il tecnico di Castelfranco Veneto lascia il ruolo di allenatore per diventare supervisore tecnico del club dei Pozzo e, al suo posto, in Friuli arriva Andrea Stramaccioni.

L'estate porta via il Tucu Pereyra, che passa alla Juventus, e Dusan Basta, ceduto alla Lazio, ma in bianconero arriva gente come Thereau, Kone e Guilherme, oltre al solito paio di giovani come Lucas Evangelista e Alexis Zapata. E proprio i giovani sembrano aver beneficiato dell'arrivo di Stramaccioni. In questo inizio di stagione fatto di belle vittorie come contro Napoli e Inter, ma anche di passi falsi inaspettati come contro il Verona o i pareggi contro Chievo e Cesena, a mettersi in mostra, confermando quanto fatto vedere nella passata stagione, sono stati soprattutto Widmer, che ha anche trovato il primo gol in Serie A, e Bruno Fernandes. Il portoghese quest'anno ha un grande maestro come Dejan Stankovic. Il vice di Stramaccioni sta dando tanti consigli all'ex-Novara che sembra crescere ogni volta che mette piede in campo e il gol all'Inter di qualche settimana fa ne è la dimostrazione. Con quel tiro dal limite, Bruno Fernandes ha ricordato molto lo stesso Stankovic. A beneficiare dell'arrivo di Strama è stato anche Karnezis. Dato per partente certo in estate, il greco è rimasto ed è diventato titolare, ai danni di Simone Scuffet. Per il talento di casa ci si aspettava una seconda parte di anno da titolare, ma l'ex tecnico dell'Inter lo ha schierato solo in Coppa Italia. Nel 2015 però sicuramente avrà tempo e modo di rifarsi, così come tutta la squadra, che avrà tempo e modo per rifarsi per concludere la stagione nella metà alta della classifica, magari lottando fino alla fine per un posto in Europa, senza però dimenticare che il primo obiettivo è la salvezza. Raggiunta quota 40, allora si potrà realmente sognare e provare a tornare ai piani alti della classifica, dimenticando quel tredicesimo posto della scorsa stagione. E, certamente, per provare a raggiungere l'obiettivo europeo, Totò dovrà continuare a fare il suo lavoro, che gli riesce dannatamente bene da ormai un decennio in maglia bianconera: fare gol, per la squadra e per sé stesso. Sì, perché gli obiettivi da superare non sono ancora finiti e nel mirino c'è una leggenda come Roberto Baggio, fermatosi a quota 205 in Serie A. Solo quattro gol in più di Totò che, se regalasse ai tifosi la gioia di un'altra stagione in bianconero al termine di questa, potrebbe mettere nel mirino anche Altafini e Meazza (216 reti in A per entrambi) e il più distante Nordhal (225), per salire sul podio della classifica marcatori all-time della Serie A.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 23 dicembre 2014 alle 11:30
Autore: Francesco Digilio / Twitter: @FDigilio
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