Da Udine, questa volta, il risultato passa quasi in secondo piano. Il 91-73 del PalaShark racconta una sconfitta netta per l’Apu Old Wild West, ma anche – e soprattutto – una storia che merita rispetto. Perché Trapani ha battuto Udine in condizioni che definire anomale, per un contesto di Serie A, è persino riduttivo.

In quella fotografia diventata simbolo della serata ci sono solo i giocatori granata. Non c’è l’allenatore. Non c’è il vice. Non c’è lo staff tecnico. A bordo campo, senza canotta, si intravedono il fisioterapista e il team manager. E poi c’è John Petrucelli, piegato in avanti durante un timeout: è lui a parlare alla squadra, a gestire le rotazioni, a prendere decisioni. Capitano, leader, allenatore-giocatore per necessità, come accade nelle categorie minori, non nel massimo campionato italiano.

È una scena che colpisce, soprattutto se osservata dal punto di vista di chi, come Udine, sa cosa significhi costruire un progetto, difenderlo nei momenti difficili e cercare stabilità. Trapani, invece, è arrivata a questa partita dopo settimane di caos: le dimissioni di Jasmin Repeša, la deroga regolamentare già utilizzata la scorsa settimana, lo staff costretto in tribuna, gli addii pesanti di Alibegovic e Allen, perfino Rossato out con l'influenza. Otto uomini effettivi. Nessuna guida in panchina.

Eppure, in questo scenario surreale, la Shark non si è sciolta. Anzi.

In campo si è vista una squadra compatta, aggressiva, lucida. Una squadra che ha saputo autogestirsi, trovare soluzioni, aiutarsi, leggere i momenti della partita meglio di una Udine che pure arrivava con entusiasmo e ambizioni. Trapani ha vinto con energia, con orgoglio, con una resilienza che va riconosciuta senza esitazioni.

Da Udine, il giudizio non può che essere doppio. Da un lato resta la consapevolezza di una partita persa male, contro un avversario che ha messo più fame e più intensità. Dall’altro, però, c’è il rispetto per un gruppo di giocatori che, isolato dal contesto societario e dalle tensioni esterne, sta riuscendo a trasformare il parquet nell’unico luogo di normalità.

Negli ultimi giorni Trapani ha vinto a Treviso, ha espugnato Tenerife in Champions League contro una squadra imbattuta in casa da anni, e ora ha superato Udine. Tutto questo senza allenatore, senza certezze, senza una struttura degna della Serie A.

Il quadro complessivo resta preoccupante per il basket italiano, e nessuno può far finta che sia normale. Ma se si guarda solo al campo, se si isola il lavoro di questi giocatori da tutto ciò che accade attorno, allora una cosa è chiara anche da Udine: quella di Trapani è una resilienza autentica, rara, quasi irripetibile. E per una sera, al di là della sconfitta, va riconosciuta e applaudita.

Sezione: Basket / Data: Dom 14 dicembre 2025 alle 19:30
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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