"Top player", una parola che da quando è nata, tra l'altro relativamente pochi anni fa, nel periodo della "rinascita" della Juventus tritatutto, è stata strausata e forse abusata. Si dice che questi giochino quasi esclusivamente nelle grandi squadre. Ecco l'Udinese può smentire in modo abbastanza lampante questo stereotipo, avendone ben due in rosa. Oltre a Rodrigo De Paul, c'è Juan Musso che, contro l'Hellas Verona, è risultato decisivo ancora una volta con una parata d'antologia su Stepinski, che ha permesso ai bianconeri di portare a casa un punto. In porta, tranne che per qualche annata, i friulani sono sempre stati ben messi. Karnezis, andato via relativamente poco fa, era un portiere molto affidabile, anche se, per età, poco futuribile. L'argentino ha però quel qualcosa in più, oltre che essere molto giovane per essere un estremo difensore.

Arrivato dal Racing Avellaneda (la stessa squadra che ha formato De Paul tra l'altro) per 4 milioni, c'era un po' di scetticismo nei suoi confronti, inutile nasconderlo. Di solito i portieri sudamericani che arrivano in Italia hanno bisogno di un periodo d'adattamento per diventare affidabili, basti pensare per esempio a Carrizo e Muslera, anche Julio Cesar non era perfetto inizialmente, per poi diventare il fenomeno che tutti conosciamo. Juan è arrivato e, quasi a confermare il preconcetto, contro il Genoa all'esordio (avvenuto dopo qualche partita per una frattura al pollice) subito un errore che ha causato un rigore per il Grifo. Da lì in poi di errori veri però ne ha fatti pochissimi.

Certo partite imperfette ce ne sono state, contro Lazio e Napoli l'anno scorso per esempio forse poteva fare meglio, ma grazie a lui l'Udinese ha messo in cascina tanti punti, un po' come facevano gli Handanovic, i De Sanctis o appunto i Karnezis. Come non ricordare la parata su Keita contro l'Inter nella stagione passata, o quella contro l'Empoli con un piede su un tiro in area a botta sicura. Il riflesso su Stepinski della giornata scorsa è stato solo l'ultimo di una serie di miracoli che lo hanno portato, con quel pizzico di sana blasfemia, a chiamarlo "San Musso". Il punto ottenuto al Bentegodi porta soprattutto la sua firma e la crescita è costante. Esplosivo, agile, reattivo, ma anche statuario e bravino coi piedi (potrebbe far di meglio, ma si vede decisamente di peggio anche ai piani alti). Un portiere completo che difficilmente l'Udinese potrà trattenere per molti anni, visto che in Argentina lo hanno già categorizzato come prossimo numero uno, un numero uno che manca forse dai tempi di Abbondanzieri. Godiamoci quindi questo fenomeno finchè possiamo, godiamoci questo "top player".

Sezione: Focus / Data: Gio 26 settembre 2019 alle 12:00
Autore: Davide Marchiol
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