Il dodicesimo posto con cui l'Udinese ha salutato la stagione 2024/2025 si può definire un risultato dolceamaro. Dolce, anzi dolcissimo, rispetto a quanto visto e quanto fatto nell'annata precedente, dove solo il fischio finale a Frosinone ha reso certi i bianconeri della permanenza nella massima serie. Amaro invece per le potenzialità dimostrate e non sempre messe a frutto, tanto di meno nei mesi conclusivi, quelli del mancato salto di qualità che avrebbe permesso di raggiungere l'obiettivo "quota 50" e un posto nella parte sinistra della classifica. A bocce ferme è quindi tempo di valutazioni, ciò che la società è tenuta a fare nelle prossime settimane.

In casi come questo è ovviamene l'operato dell'allenatore a finire sotto la lente d'ingrandimento. Al primo anno su una panchina di uno dei cinque principali campionati del continente, Kosta Runjaic ha raggiunto senza patemi l'obiettivo salvezza. La vittoria casalinga contro il Parma, datata primo marzo, aveva già virtualmente consegnato ai friulani la certezza del 31° anno in Serie A: missione compiuta per il tedesco, ma è davvero solo questa l'ambizione dell'Udinese? La risposta al quesito che da mesi occupa la mente dell'intera tifoseria dipenderà anche dal futuro stesso della società, mai così vicina a un cambio epocale: le voci di passaggio di consegne a un fondo d'investimento a stelle e strisce si fanno ogni giorno più concrete e per la prima volta dopo quasi un quarantennio la famiglia Pozzo potrebbe non avere più in mano le redini del gioco. L'ipotesi più probabile resta in ogni caso quella di una cessione dell'80% del club, il che permetterebbe al "paròn" e al figlio Gino di conservare un ruolo preponderante nel managing sportivo.

Il tutto si ricollega quindi al tanto discusso Runjaic, nelle ultime settimane capace di spaccare in due le opinioni dei tifosi sul suo operato. Se la sua permanenza dipende dal futuro dei piani più alti, da quest'ultimi dipendono anche le disponibilità e volontà di mercato. Il tecnico, legato all'Udinese da un biennale, ha espresso di recente la volontà di proseguire la sua avventura in bianconero ed è atteso in questi giorni da una serie di colloqui che chiariranno una volta per tutte le reciproche intenzioni delle parti. Le partenze degli elementi di maggior talento (Bijol, Lucca e Solet tra tutti) sono uno scenario più che probabile ma la volontà della dirigenza sarà come di consueto quella di sopperire alle eventuali assenze con l'arrivo di nomi in grado di garantire una certa continuità al "progetto-Runjaic". Sì, perché le idee di gioco dell'ex Legia Varsavia sono piuttosto ferme e proprio a lui va imputato il merito di aver scoperto e reso calcisticamente adatti alla Serie A profili come quelli di Karlstrom e Atta, i nomi su cui porre le basi per il futuro. Offrigli la possibilità di esprimere la propria filosofia calcistica, anche mediante un mercato mirato all'acquisto di giocatori adatti a essa, dopo una stagione deputata al "semplice" raggiungimento della salvezza sembra quindi l'aria che si respira dalle parti del Bluenergy Stadium. Ben consci, però, che molto di tutto ciò passerà dalla buona o cattiva riuscita delle operazioni di vendita della società.

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 28 maggio 2025 alle 17:15
Autore: Alessandro Di Lenarda
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