Fiorentina-Udinese è stata anche la partita di Rodrigo De Paul. Come giudicare la prestazione dell'argentino? Sicuramente non è andata bene o almeno non è andata come molti si aspettavano. Atteso per tre giornate, RoD è rientrato con la fascia da capitano al braccio ma senza quella capacità di trascinare i compagni che lo aveva contraddistinto la passata stagione, senza essere davvero determinante per la squadra.
Una partita da solista, giocata lontano dalla porta, a ricamare da solo la manovra, a pettinare troppo quel pallone che invece andava scaricato con maggiore velocità. Questi i nei di una prestazione non di certo disastrosa ma normale. Da uno come lui però non ci si aspetta la normalità, ci si aspetta qualcosa di più, una giocata decisiva, un passaggio illuminante, una tiro da tre punti.
Certo, Firenze per lui, dopo le tantissime voci della scorsa estate, arrivata tra l'altro dopo tre giornate di squalifica, era una trasferta particolare e carica di tensione. L'argentino, come era già accaduto a Milano, si è sentito in dovere di dimostrare di valere per davvero quell'etichetta da 35 milioni che i Pozzo gli hanno appiccicato addosso. Una cifra che, di fronte ad una squadra che ha provato ad acquistarlo fino all'ultimo giorno di mercato, è diventata una zavorra.
"Eccomi, sono qui, guardatemi" sembrava dire così Rodrigo con i suoi dribbling spesso esasperati e con qualche invenzione troppo forzata. Il calcio è semplicità, linearità, è fare la giocata magari meno bella ma più utile e invece l'argentino è caduto nell'errore di interpretare la sfida in maniera barocca, arricchita di qualche luccichio di troppo. La voglia di strafare, di riscattare le tre giornate di squalifica, di dimostrare a tutti di essere sempre il migliore gli ha giocato contro. Lo ha notato anche mistrer Tudor che, senza troppi giri di parole, in conferenza stampa ha fatto capire che così non va.
Aspetto mentale sì ma anche tattico. Credo che non tutte le colpe siano da attribuire a De Paul. Resto convinto dell'idea che da mezz'ala l'argentino faccia davvero fatica. Come ai tempi di Nicola, lì mezzo del traffico, a recuperare palloni e a smistare la manovra dal basso fa fatica. Non è quello che in Inghilterra chiamano centrocampista box to box, non ha nelle sue caratteristiche la gamba per fare la doppia fase. Sfiancandosi in ripiegamento perde quella lucidità necessaria per determinare il gioco in fase offensiva. L'argentino ha dato il meglio di sé venti metri più avanti, alto a sinistra libero di inventare e svincolato da oberanti compiti di marcatura. E' in quella posizione, dove lo mise Velazquez, che ha fatto vedere le cose migliori. Attaccante, non mezz'ala. De Paul non deve andare a prendersi la palla nella sua metà campo, non toglierla dai piedi di Jajalo ma riceverla nella tre quarti dove poi il suo dribbling, la sua fantasia può essere davvero devastante. In un 3-4-3 potenzialmente potrebbe essere la ciliegina di una squadra dalla solidità pazzesca, il vero valore aggiunto.
Il campionato è ancora lungo, c'è tempo per rimediare. Che la Nazionale argentina, che la vicinanza di un vero campione come Messi, gli dia nuova carica per la ripresa del campionato. L'Udinese ha bisogno del vero De Paul per fare un salto di qualità, per dimostrare di valere molto di più di quei miseri 7 punti raccolti fino ad oggi. Con un Rodrigo in più questa squadra può ambire ad un campionato diverso, ne sono convinto.
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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