Ieri è stata la giornata per un'altro grande ritorno dopo quello di Gianpiero Pinzi nello staff tecnico. A guidare la parte sportiva dell'Udinese ci sarà un certo Pierpaolo Marino, nome che non dovrebbe avere bisogno di presentazioni, ma per i più giovani un'infarinatura è d'obbligo. Dopo che Lo Monaco e Giampaolo Pozzo iniziarono a mettere su una rete di scouting che per anni farà invidia a tutto il mondo, in Friuli arriva un cinquantenne dalla carriera che ancora non decolla, ovvero Marino. Passato per la sua Avellino, per Napoli (con il quale l'Udinese ha sempre avuto ottimi rapporti), Pescara e Roma senza ottenere grandi risultati, approda a Udine per portare avanti quanto impostato da Lo Monaco.

Si può dire che l'arrivo non fu col botto, ma crebbe pian piano visto che con le sue conoscenze portò in quel di Udine, oltre alla solita infornata di giovani, alla fine anche Cribari, Belleri e un certo Totò Di Natale. Con lui nacque il tridente delle meraviglie spallettiano che portò l'Udinese al quarto posto e al primo accesso alla Champions League della storia dopo diversi accessi in Coppa Uefa, che per una squadra abituata al sali scendi in B non è male. Non solo colpi di primo pelo come il folletto napoletano, ma anche un occhio di quelli che vedono lunghissimo, come per Handanovic, arrivato come oggetto misterioso e poi diventato uno dei portieri più forti del mondola storia dell'Udinese. Infinito il numero di giovani lanciati, da Pizarro a Kroldrup, passando per Di Michele e Jorgensen.

Decide poi di accettare la corte del Napoli, lasciando un progetto lanciato come quello dell'Udinese per rituffarsi in quel della Campania e rilanciare la squadra di De Laurentiis, riuscendoci perfettamente, visto che porta gente del calibro di Hamsik, Gargano e del Pocho Lavezzi. Anche in questo caso una squadra abituata (in questo caso dopo un fallimento) a posti di bassa lega, viene portata in Europa, con giocatori e allenatori lanciati nel grande calcio. Un po' come da consuetudine, sul più bello Pierpaolo Marino lascia e passa all'Atalanta.

I bergamaschi con lui investono sui giovani per vivacchiare in Serie A. Pochi risultati sportivi eclatanti, ma un gran lavoro per gettare le basi del futuro e infatti arrivano diversi giovani che poi faranno la fortuna della Dea, il primo anno ottiene la salvezza nonostante la penalizzazione e poi lascia, per vedere dalla poltrona il suo duro lavoro sbocciare, visto che da quel vivaio nasceranno Conti, Gagliardini, Kessiè, etc...Quattro anni di pausa, poi la chiamata di un vecchio amore, l'Udinese, che viene da sei anni di difficoltà e sei DS diversi, tra i quali un pezzo da novanta come Pradè. Marino non ci deve pensare molto e accetta un triennale, contratto molto lungo per un dirigente in casa Udinese. C'è voglia di riscatto per i bianconeri, mentre dall'altra parte bisogna sempre confermare di saper trovare talenti. Udinese-Marino, il binomio portò alcuni dei giocatori più forti della storia friulana, il tifo si augura che riaccada...

Sezione: Focus / Data: Ven 14 giugno 2019 alle 08:00
Autore: Davide Marchiol
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