In questa campionato farlocco nel quale il Crotone tiene una media da Champions nelle ultime sette partite fino a che non incontra la Juventus che le insegna quale è il suo ruolo (la serie B e tanti auguri), c'è solo una classe specifica peggiore di questa serie A, la classe arbitrale.

Mi spiace quasi a parlarne, visto l'anno scorso magnifico a livello di coordinamento della classe giudicante il campionato, ma oggi, Udinese Sampdoria è stato il perfetto ideal-tipico esempio di come un arbitro può rovinare un campionato.

Passi l'espulsione di De Paul (ne aveva in arretrato), ma il doppio cartellino rosso a Muriel e Danilo nemmeno i fratelli Cohen, nemmeno Monicelli, lo avrebbero inventato. Visto che il campionato è finito quando l'Udinese ha perso a Empoli, il resto è immagine, vanità, esperimento. E ne ha un bel po' da dire Mihajlovic, di ritiri e non ritiri, il torneo è finito, i giochi sono chiusi ed Udinese e Sampdoria si giocano qualcosa che somiglia più alla coppa del nonno che a un decimo posto da conquistare.

Ci pensa l'arbitro e davvero non mi interessa chi sia o come si chiami. In questo strano Stato dove i rivoluzionari prostituiscono San Francesco e gli apparenti schiavi del sistema criticano con affilata lama il sistema (ogni riferimento a un grande giornalista come De Bortoli è puramente voluta) ecco che la classe arbitrale fa pena davvero. Provate a immaginare se il campionato fosse stato combattuto fino alla fine... cosa staremmo dicendo ora? Oggi abbiamo assistito all'ennesima bestemmia arbitrale, e non nel senso antropologico del termine. Me ne approfitto, sì, perché se avessimo dovuto lottare per la Champions tutto sarebbe sembrato arbitrario, invece non lottiamo per nulla e un pover'uomo espelle Muriel e Danilo per gesti visti e rivisti in campo, semplici, naturali, da uomini comuni.

Ma vi immaginate un mondo dove i bambini hanno in camera i poster degli arbitri invece di CR7, Messi, Di Ntatale o della Juve? Eppure l'uomo che oggi dirigeva una partita facile facile si è inventato un rigore che nemmeno in Blade Runner, inventato una doppia espulsione che nemmeno in Total Recall e usato un metro di giudizio che manco nella peggiore versione di Avatar.

Per colpa di arbitri incompetenti, incomprensibili, impresentabili, l'Udinese perde il decimo posto. Anche per colpa sua, certo: un punto a Cagliari, un punto a Empoli, tre in casa contro il Sassuolo, uno a Bologna e tre a Crotone. Nove punti in tutto, buttati via in un campionato dove l'Europa e lo scudetto, così come la retrocessione erano già decisi. Eppure...

Lo dico ora, per non essere tacciato di partigianesimo o qualunque altra pseudo filosofia retro-descrittiva. Ma chi ha pagato il biglietti per l'ultima dell'Udinese in casa ha visto un arbitro, e non 22 giocatori, esibirsi in uno spettacolo pessimo a dir poco, che ha rovinato quello per il quale le persone vanno allo stadio o pagano l'abbonamento Sky.

Tornando all'Udinese, spero che Scuffet, Angella, Samir, Fofana, Balic, Jankto, De Paul e Perica, il prossima anno, siano titolari; e che Felipe e Hallfredsson vengano confermati. Allora sì che ci sarà da divertirsi. E dico di più, spero che Angella sia titolare e capitano. Ricordo il primo anno, arrivò e disse in conferenza stampa che cercava un allenatore che credesse in lui. Scossi la testa leggendo le frasi e mi dissi “con Guidolin, se vuoi essere coccolato, avrai vita breve, ragazzo!” Sbagliò le poche partite nelle quali venne utilizzato. Ma ,l'anno dopo, imparata la lezione, arrivò in ritiro un mese prima degli altri e sudò, sudò e sudò per conquistarsi la fiducia del mister. Ne ha fatta di strada Angella, ne ha sudato di sudore, e si merita la fascia di capitano per “il mazzo che si è fatto”. Vice capitano voglio Scuffet, perché se nasci a Udine e rimani qua nonostante le sirene spagnole ti chiamino, allora meriti la maglia e la fascia!

Un'ultima considerazione societaria ed extra calcistica. Il nome dello stadio, chi mi segue lo sa, deve essere Friuli, per la storia, per il significato, per quel barlume di cultura lavorativa e sgobbona che rimane in una regione distrutta da banche e cooperative, dalla politica. Ma ho saputo che per il Consiglio di Stato o come cavolo si chiama, l'Udinese non può mettere Dacia, il nome di uno sponsor, sullo stadio. E' notizia fresca... in Comune una parte politica ha gioito come fosse una vittoria. Ecco, questa è la fine del Friuli-regione e del Friuli-cultura. Fossi in Pozzo circonderei lo stadio di quel nome: Dacia, Dacia, Dacia... Il nome è sacro, ma se non puoi mettere l'insegna di uno sponsor sullo stadio, siamo veramente caduti in basso!

Sezione: Editoriale / Data: Dom 21 maggio 2017 alle 21:34
Autore: Giacomo Treppo
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