Sentendo le parole post partita del sempre molto sportivo Antonio Conte, e vedendo il risultato, chi non è riuscito a guardare la partita potrebbe pensare a un Udinese-Inter 0-0 dove i bianconeri si sono rinchiusi nella propria area, lasciandosi comodamente prendere a pallate dagli avversari. Niente di più sbagliato. È purtroppo un problema strutturale di cui soffre il calcio italiano, non sempre la piccola ottiene il punticino contro la grande limitandosi a rompere il gioco avversario senza provare a sbilanciarsi per pungere. Ovviamente è il canovaccio tattico, ma non è che i friulani siano rimasti a guardare, ci hanno provato a pungere. Non so se ci libereremo mai di questo retropensiero, sta di fatto che nemmeno certe conferenze di fine gara aiutano in questo senso. Sta di fatto che invece, continuando la tela intessuta contro l’Atalanta, anche stavolta abbiamo visto una squadra bianconera orgogliosa, vogliosa di giocare a calcio, con diversi limiti sia chiaro, ma con il fuoco di vuole provare a invertire la rotta. Poi chiaramente è sempre il campo la prova del nove, c’è un match contro lo Spezia dove il pari non basterà e bisognerà cercare di rendere pan per focaccia ai liguri dopo la doppietta interna di Galabinov. Intanto però, in attesa di mercato e scontro diretto, va bene così.
Gotti intanto rinsalda la sua posizione in panchina, che già era diventata più stabile dopo il pari (anche se dando a Cesare quel che è di Cesare, con un VAR e un penalty in più…). Il tecnico magari talvolta potrebbe fare scelte differenti, ma anche stavolta ha dimostrato di non restare semplicemente a guardare lo scorrere degli eventi lasciando la nave al suo destino. Cambia nello scacchiere iniziale Mandragora, inserendo Deulofeu dietro la punta e mettendo Pereyra al suo posto, ovvero quello di mezzala. L’argentino ripaga tamponando tantissimo, spezzando il ritmo ai nerazzurri e provando a ribaltare il fronte per creare qualcosa di pericoloso. Lo spagnolo merita un discorso a parte. È chiaro che per i mezzi che ha tutti si aspettino colpi da campione, perché nei piedi li ha e pronti via mette un pallone insidiosissimo in area, non sfruttato però da Lasagna. Bisogna ricordare che viene da una rottura del crociato, serve tantissimo tempo per tornare al top dopo un problema del genere. Talvolta pure una stagione intera. Quindi dobbiamo un po’ accontentarci e non essere troppo duri con il ragazzo, ci prova, è in crescita, ma serviranno ancora tante partite per rivedere il Gerard visto col Milan. Comprendo che essendo in prestito tutti i tifosi si infastidiscano vedendolo sbagliare certe cose e pensando che bisogna ancora aspettarlo, ma va accompagnato, criticarlo perché la sua condizione non è ancora al meglio non aiuta. Per ora Gotti lo sta gestendo benissimo.
Dicevamo la partita. Il mister non solo ha letto bene la formazione, ma poi ha mostrato anche sagacia tattica nel corso dei 90’. Arslan era pericolosamente vicino al rosso, dopo l’intervento a rischio secondo giallo sarebbe bastato un non nulla per il cartellino e quindi Gotti, nonostante sia molto presto, lo cambia. Il tedesco ovviamente la prende malissimo, ma meglio una chiacchierata post partita col mediano per spiegargli la situazione piuttosto che giocare in dieci contro un’Inter che allora sì avrebbe giocato il match prendendo a pallate l’Udinese. Ottima anche la spiegazione sui cambi dei difensori, spesso i centrali friulani hanno pagato la mancanza di lucidità negli ultimi minuti, a quel punto una sostituzione è comprensibile. Restano un problema i pochi gol, ma il tecnico sta dimostrando di imparare un po’ alla volta i suoi errori, cercando di limitarli con il materiale a disposizione. Tutti lo avevamo criticato per i cambi tardivi con la Samp, stavolta li ha azzeccati tutti.
E gli altri? De Paul va a un soffio dal gol clamoroso. Il buon Conte parlando, probabilmente volutamente, si dimentica che i suoi hanno avuto una sola chance grossa da gol in più rispetto ai friulani, per giunta arrivata su un liscio di Becao (per l’ennesima volta improvviso black out per lui, diventa difficile capire da cosa siano causati). RoD nel frattempo scarica il suo classico bolide che sfiora il legno, con Gotti già pronto a gioire. Inter più forte, ma Udinese meritevole di onori per una prestazione così, in un match combattuto dove di azioni da gol se ne sono viste poche. Anche Lasagna ha corso e si è sacrificato per i compagni, provando a tenere in apprensione una difesa dell’Inter che puntava a impostare la manovra per andare poi a sfondare sul lato opposto del campo per prendere in controtempo una difesa friulana però sempre attenta. Con un gallianesco 99,9% possiamo dire sia stata l’ultima in bianconero per KL15. Gli auguriamo le migliori fortune, di rado è mancata voglia, più spesso purtroppo è mancata la cosa più importante, la stoccata.
Ora, pare, attendiamo Fernando Llorente. Tanti sono dubbiosi vista l’età avanzata. A gennaio però va preso un usato sicuro. Conosce la categoria e gli avversari, ha già tanti anni alle spalle in Italia e ha il gol nel sangue, non c’è tempo per ambientarsi tanto e lui non ne ha bisogno. È vero che la media sotto porta negli ultimi anni è bassa, ma ha fatto una scelta, dopo l’ennesima stagione in doppia cifra allo Swansea ha deciso di andare a fare da rincalzo a Tottenham e Napoli, risultando più di qualche volta preziosissimo. Adesso a Udine dovrà capitalizzare un gioco quasi sempre propositivo. Curiosità c’è intorno a chi dovrà supportarlo, perché è chiaro che non potrà essere lui a correre per gli altri. Chissà che non arrivino altre facce nuove, la società sembra intenzionata a sistemare un reparto in perenne difficoltà, non necessariamente invecchiandolo, ma serviva una scossa strutturale e sembra proprio che stia arrivando.
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