Kosta Runjaic continuerà a guidare l’Udinese. Il club friulano ha ufficializzato il rinnovo del contratto del tecnico tedesco fino al 30 giugno 2027, confermando la volontà di proseguire un percorso iniziato la scorsa estate. Insieme a lui resteranno anche l’allenatore in seconda Przemyslaw Malecki e il collaboratore tecnico Alex Trukan, segno di una scelta coerente e condivisa. Un passo importante da parte della società, che affida così a Runjaic maggiore autorità e stabilità nel progetto bianconero.
La conferma di Runjaic non è solo una formalità. È una scelta che dà continuità tecnica ma che al tempo stesso aumenta le aspettative. L'allenatore tedesco dovrà dimostrare di poter fare un salto di qualità dopo una prima stagione in Friuli che ha lasciato più dubbi che certezze. L'avvio era stato incoraggiante, poi l’Udinese si è spenta col passare dei mesi, incappando in un finale disastroso: otto sconfitte nelle ultime dieci giornate, un gioco involuto, sterile, e una squadra spesso apparsa confusa e demotivata. Il 3-6-1 di fine stagione, povero di idee e di mordente, ha deluso tutti, alimentando lo scetticismo tra i tifosi.
L’Udinese non può permettersi di ripartire da lì. L’auspicio è che il Runjaic del futuro somigli di più a quello intraprendente visto nella prima parte di stagione, capace di proporre un gioco propositivo, che coinvolgeva e valorizzava i singoli (vedi Thauvin). L’identità di squadra, in quei mesi, sembrava più chiara: squadra aggressiva che provava - con i propri limiti - a giocare un calcio più coraggioso e offensivo. Poi si è persa completamente per strada, chiudendo con un difensivismo remissivo assai preoccupante.
Non mancano insomma punti interrogativi, non solo nel gioco ma anche nella gestione dei singoli. Il rapporto teso con Alexis Sanchez, lasciato troppo spesso ai margini e poi esploso con dichiarazioni pubbliche molto dure, è uno di questi. Con il cileno i rapporti sembrano compromessi e, a meno di clamorosi sviluppi, il rinnovo di Runjaic potrebbe coincidere con l’addio del Niño. Ma anche su altri giovani – da Pafundi a Iker Bravo – serviranno scelte nette: o si decide di puntarci davvero, o sarà inevitabile lasciarli partire.
Una cosa è evidente: per fare calcio ambizioso servono giocatori adatti. Il mercato sarà determinante per capire le reali ambizioni del club e le possibilità anche dello stesso tecnico, a cui va dato del materiale umano su cui lavorare. Gino Pozzo e Gianluca Nani stanno lavorando - in attesa di capire quel che sarà della trattativa con il fondo americano - più sulle cessioni eccellenti che su colpi mirati in entrata. Ma se davvero si vuole alzare l’asticella, servirà qualcosa in più, a partire dagli esterni, e da un nuovo attaccante se Lucca partirà.
Lo scetticismo dei tifosi è lamapnte: il rinnovo di Runjaic non ha messo tutti d’accordo. C’è chi avrebbe voluto un cambio di guida tecnica, chi invece continua a credere nel progetto. La verità è che le risposte potranno arrivare solo dal campo. Il contratto fino al 2027 rappresenta una fiducia importante, che andrà giustificata con i fatti.
Sta al tedesco - che ci si augura impari anche qualche parolina d'italiano - dissipare i dubbi, rilanciare l'Udinese e dimostrare di essere davvero l’uomo giusto al posto giusto. A Udine la pazienza c’è, ma servono subito segnali chiari: nel gioco, nei risultati, nella crescita di un gruppo. Perché la prossima stagione non può essere un’altra occasione sprecata.
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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