Dieci anni, due lustri. Un’epoca breve o lunga in base a come ogni singolo tifoso bianconero l’ha vissuta e percepita. Proprio quest’anno si “celebra” il decennale dell’ultima avventura europea dell’Udinese, che si chiuse anticipatamente il 29 agosto 2013 nei play-off di Europa League per mano dello Slovan Liberec.
Eppure, c’era un tempo in cui il Friuli era ostico per qualunque squadra avversaria, in cui campioni come Alexis Sanchez o l’immenso Totò Di Natale, solo per citare i due più rappresentativi di quell’epoca, facevano sognare ad occhi aperti i tifosi friulani. Certo, se guardiamo agli anni ‘70 e ‘80 nonché alla prima metà degli anni ‘90, epoche in cui l’Udinese non era stabilmente presente nella massima serie nazionale, i tifosi bianconeri non possono certo lamentarsi del presente.
Quella doppia qualificazione in Champions rese orgogliosi tutti gli udinesi
Quest’anno, infatti, l’Udinese parteciperà per la ventinovesima volta consecutiva al massimo campionato italiano. E durante questa lunga militanza, salvo raro eccezioni, non è mai stata messa in discussione la permanenza in Serie A, grazie anche ad una sana e attenta gestione societaria, abbinata ad un certosino lavoro di scouting che ha pochi eguali nel nostro paese e, nel passato, è stato copiato anche da compagini di altre nazioni.
Rivivere quei grandi momenti in cui l’Udinese calcava il prestigioso palcoscenico europeo, non provoca solo un pizzico di inevitabile nostalgia, ma un senso di grande orgoglio per l’intero popolo di Udine. Proprio in questi giorni, infatti, ha preso avvio la più importante manifestazione europea, quella Champions League che la squadra friulana, in base al piazzamento ottenuto in campionato, ha conquistato in ben tre circostanze.
E in un caso, ricalcando in formato mignon le squadre con coppie di champions, ovvero in grado di alzare il trofeo perlomeno due volte consecutivamente, i bianconeri - all’epoca guidati in panchina da Guidolin - sono stati capaci due anni di fila di staccare il prestigioso “pass” europeo.
Quell’eliminazione a testa altissima contro l’Arsenal di Wenger
Dopo una stagione superba, condita dalle prodezze di Di Natale e Sanchez, l’Udinese coglie un inatteso quarto posto ed accede ai preliminari di Champions League. Il sorteggio, però, non arride certo alla compagine friulana, che si trova dinanzi l’Arsenal di Arsene Wenger, compagine di grande richiamo internazionale, stabilmente presente alla massima manifestazione europea ormai da svariati anni.
L’Udinese, che nel frattempo ha perso un grande calciatore come Alexis Sanchez (volato a Barcellona agli ordini di Pep Guardiola), sembra destinata a recitare il ruolo della vittima sacrificale al cospetto dei più quotati Gunners. Ma così non sarà. La squadra regge l’urto all’Emirates, dove perde di misura (1-0, Walcott) dimostrando di potersela giocare alla pari con la compagine londinese.
Al ritorno, l’Udinese gioca un ottimo primo tempo, chiuso in vantaggio grazie ad una perla di Di Natale, ma è sfortunata nella ripresa: Van Persie, prima, e Walcott, poi, fissano il risultato sul 1-2 finale, che consente agli inglesi di accedere alla fase a gironi. L’Udinese, però, esce a testa altissima. E questa “prova di forza”, poi, consentirà ai friuliani di disputare un grande campionato.
L’incredibile errore di Maicosuel lasciò l’Udinese in “Braga di tela”
Nella stagione 2011/2012, infatti, la squadra ottiene il terzo posto in classifica ed acciuffa nuovamente i preliminari della massima manifestazione europea. La sfida ai play-off oppone gli uomini di Guidolin al Braga, una squadra portoghese estremamente ostica in quegli anni, capace anche di raggiungere una finale di Europa League ad esclusive tinte lusitane, persa di misura al cospetto del Porto di Villas Boas e Radamel Falcao.
Dopo il pareggio in casa degli Arsenalistas, le cose sembravano in discesa per i friulani, considerati favoriti anche dagli esperti che seguono le ultimissime statistiche sportive e pronostici legati alle quote delle scommesse online di Betway Sports e palinstesti simili, in virtù del gol realizzato in trasferta. Anche l’avvio del match di ritorno sembrava arridere alla compagine di Guidolin, capace di portarsi in vantaggio al venticinquesimo grazie ad una rete di Armero.
A poco meno di venti minuti dal triplice fischio finale, il match prese un’altra piega complice il gol di Ruben Micael, si protrasse fino ai tempi supplementari e, poi, ai calci di rigore: l’incredibile errore di Maicosuel, ancora oggi indelebile negli occhi dei tifosi bianconeri, consentì ai portoghesi di accedere alla fase a gironi.
La prima vittoria in Champions e l’amarezza di aver solo sfiorato lo storico accesso agli ottavi di finale
Due qualificazioni consecutive in Champions, seppur svanite ai play-off, rappresentano un grande risultato, ma non sono il debutto assoluto dei friulani nella massima competizione europea. Esso,infatti, risale alla stagione 2005/2006. Dopo l’addio di Spalletti, volato a Roma dopo aver condotto l’Udinese ad un risultato insperato, sulla panchina bianconera arriva Serse Cosmi, alla prima esperienza in massima serie lontano dalla natia Perugia.
Dopo aver eliminato lo Sporting Lisbona nei preliminari, l’Udinese pesca un girone” tosto”: Barcellona; Werder Brema; Panathinaikos. All’ultima giornata, l’Udinese riceve la visita dei catalani, ormai certi dal primo posto in classifica, occupando la seconda posizione, con un margine di vantaggio di tre lunghezze nei confronti del Werder Brema: basterebbe un punto per ottenere la qualificazione.
La squadra di Cosmi,però, subisce una giusta sconfitta, mentre i tedeschi vincono di larga misura (5-1) contro il Panathinaikos: l’Udinese arriva terza, vede sfumare il sogno del passaggio del turno al fotofinish e “retrocede” in Coppa Uefa dove, dopo aver eliminato una compagine ostica come il Lens, esce a sorpresa agli ottavi di finale per mano del Levski Sofia.
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