Napoli-Udinese doveva essere la sua partita. Duvan Zapata la vedrà seduto sul divano della sua casa di Udine a causa di quel maledetto infortunio che l’ha messo ko lo scorso 27 settembre a Bologna. 
Stop di quattro mesi si disse allora dopo l’operazione all’inserzione del retto femorale con il tendine. Ne mancano ancora tre o giù di lì. Mica pochi.
«Non so quando tornerò in campo – dice l’attaccante colombiano –, con gli infortuni di carattere muscolare bisogna avere pazienza. Intanto la scorsa settimana ho ricominciato a correre e faccio doppia seduta tutti i giorni. Io mi sento bene e sono ottimista».

Zapata, come pensa l’avrebbero accolta domani i tifosi napoletani al San Paolo?
«Bella domanda. Con la società e la città mi sono lasciato bene, non credo mi avrebbero fischiato. Immagino sarebbe stata un’accoglienza normale. Per me sarebbe stata sicuramente una gara speciale, ma purtroppo non la posso giocare. Spero che l’Udinese torni con un punto, anche tre se possibile».

Mica facile. Higuain segna a raffica e anche Gabbiadini non sbaglia un colpo quando viene chiamato in causa. Senza dimenticare Insigne ...
«In questo momento è il “Pipita” il giocatore più decisivo del campionato. É un po’ quello che era lo scorso anno Tevez per la Juventus».

Si è sentito con qualche ex compagno?
«Negli ultimi giorni no».

A Napoli le quotazioni di Sarri sono in ascesa...
«Io ho lavorato con lui nove giorni durante la preparazione e mi sono bastati per capire che ha un metodo di lavoro importante e idee di gioco valide. La squadra è quasi la stessa dello scorso anno eppure viaggia decisamente più forte. Il mister ha cambiato la mentalità».

Viene così ridimensionato il lavoro di Benitez?
«A questo punto direi proprio di sì».

Se avesse giocato e segnato al San Paolo avrebbe esultato?
«No. Napoli è stata la prima città nella quale ho vissuto in Europa, sono stato accolto e trattato molto bene, mio figlio Dayton è nato lì. Credo sia una giusta forma di riconoscenza e di rispetto per i tifosi del Napoli non esultare».

Per la gara di ritorno lei sarà nuovamente a disposizione di Colantuono. Cosa succederà se il Napoli sarà in piena corsa per lo scudetto? Non sarà una situazione facile da gestire per lei...
«Il mio cartellino è di proprietà del Napoli, ma io oggi sono un calciatore dell’Udinese e se ci sarà da fare un gol non mi tirerò indietro. E se per quella rete i partenopei perderanno il primo posto cosa ci posso fare io?».

É un Napoli da scudetto secondo lei?
«In questo momento è la squadra favorita per come sta giocando. Poi magari tra un mese i giudizi cambieranno».

E l’Udinese è destinata a vivere una stagione di grandi sofferenze? Dovrà pensare solo alla salvezza?
«Adesso la classifica dice questo, magari dopo la sosta di Natale la classifica potrebbe parlare in maniera diversa. Lo sapete meglio di me, il calcio è imprevedibile».

A proposito di sosta: da qui alla fine del 2015 mancano sei partite: Napoli, Chievo, Fiorentina e Torino in trasferta, Sampdoria e Inter in casa. Quanti punti dovete fare per stare sereni durante le feste natalizie?
«Diciamo che rispettare la media inglese sarebbe un bel bottino. Dico, quindi, dieci punti».

Dove sarebbe l’Udinese con Zapata a disposizione? In tanti se lo chiedono. Lei si è fermato dopo aver fatto tre gol nelle ultime tre partite...
«Mi rendo conto che avrei potuto essere utile alla squadra. Lo dico senza presunzione e senza voler dire che chi sta andando in campo adesso non sta facendo bene. Mi dispiace non poter dare una mano, ma il destino ha voluto così».

Lei a Bologna subito dopo l’infortunio non sembrava pessimista sul suo infortunio ...
«Perché, pensate un po’, inizialmente avvertivo dolore solo nella zona in cui ho avuto una contrattura. Poi gli esami hanno evidenziato la parte più seria del problema».

I guai attuali dell’Udinese sono legati solo ai tanti infortuni?
«Sicuramente rappresentano un alibi. Però non dobbiamo piangerci addosso».

Perché in casa fate così tanta fatica a vincere?
«Il problema è che alterniamo buone cosa ad altre meno. E in alcune gare abbiamo regalato il primo tempo come con Lazio, Milan e Roma».

Zapata, farà in tempo a tornare per arrivare in doppia cifra?
«Questo è il mio obiettivo. Arrivare almeno a dieci gol. Se poi saranno di più tanto meglio».

A proposito di gol. Di Natale ne ha segnato solamente uno e sui social si leggono critiche durissime nei suoi confronti da parte dei tifosi.
«Credo che sia impossibile criticare un calciatore che ha segnati 208 reti in serie A. Bisogna solo avere un po’ di pazienza: appena si sbloccherà non si fermerà più. Noi attaccanti siamo così».

Zapata cosa le manca di Napoli?
«Avrei potuto rispondere il clima, ma per il momento si sta ancora bene anche qui anche se so che arriverà il freddo».

E del Friuli e di Udine cosa le piace?
«La tranquillità. Io ho sempre vissuto in grandi città, ma qui si vive bene, tutti i servizi sono vicini e anche la società è sempre disponibile per semplificare tutto».

Zapata, lei è goloso?
«Per fortuna no. Adesso che non gioco devo stare ancora più attento. Per esempio ho eliminato dalla tavola la pasta».

Lei il giorno della presentazione aveva detto di amare molto il platano, un frutto tropicale...
«Lo si trova anche qui a Udine in un negozio vicino alla stazione ferroviaria».

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 07 novembre 2015 alle 12:00 / Fonte: Messaggero Veneto
Autore: Francesco Digilio / Twitter: @FDigilio
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