Ospite di Udinese Channel nella consueta rubrica settimanale "A tu per tu", il portiere serbo dell'Udinese, Zeljko Brkic, in una lunga intervista, ha raccontato la sua carriera da calciatore, partendo dai suoi esordi da calciatore in Serbia, tormentata dalla guerra civile, fino all'arrivo nel calcio che conta, con l'approdo in Serie A prima al Siena e poi all'Udinese, Ecco le sue parole trascritte dalla redazione di TuttoUdinese.it:

"Mi sono avvicinato al calcio a 6 anni. Mio padre voleva farmi provare a giocare a calcio. Poi ho iniziato nel 1992. Mi é piaciuto, ma i primi 6 mesi ero un giocatore, poi mi hanno messo in porta. In quegli anni non ero così alto; non ricordo perché mi hanno messo in porta. Ricordo che nessuno voleva fare quel ruolo. Alla fine mi sono offerto io. Ho bellissimi ricordi della mia città. Non era facile crescere in Serbia in quei tempi: c'era la guerra, l'embargo. Ma la gente di Novi Sad si é aiutata e ne siamo usciti. Mi é stato utile iniziare dal basso nel 2004/05. Per me sono state tutte bellissime esperienze. Ho potuto fare molte amicizie in carriera, ho conosciuto tanti amici. Nell'aprile 2007 la mia prima partita in prima squadra, poi 4 anni in cui abbiamo preso il secondo posto e poi due volte terzi. In Europa mi é sempre piaciuto competere, con tutte le squadre".

Poi il suo arrivo all'Udinese: "Un'emozione, grande felicità e soddisfazione perchè sapevo che arrivavo in una squadra molto forte, una società molto seria. A Siena l'anno in prestito é stato importante, perché ho conosciuto il modo di giocare italiano. Ho avuto un buon inizio e poi una grande soddisfazione conquistare la salvezza con un record di punti per la squadra".

L'eredità di Handanovic? "E' stato difficile: lui é un mito, ha fatto molto per questa squadra. All'inizio non ci volevo pensare, volevo solo fare bene".

Il 2012 un anno particolare, con la scottante eliminazione dal sogno Champions, e la calvalcata finale quando tutto sembrava perso: "Con il Braga é mancato poco per arrivare in Champions: tuttora mi rattrista pensarci.  In campionato una grande soddisfazione parare a Ledesma, era il primo rigore che lui sbagliava qui. Poi l'infortunio con la Fiorentina al dito, ma sono riuscito a tornare bene. Dopo le 8 vittorie l'Europa League: bellissima cavalcata, tutti straordinari i ragazzi. Quest'anno fuori per infortunio non é facile, ma voglio tornare il più presto possibile. Sono stato sfortunato in questi due anni per quanto riguarda gli infortuni. Mi sto riprendendo bene e spero di poter giocare presto".

Un avvio difficile di campionato, ma la squadra sembra riprendersi: "La squadra ha iniziato un po' insicura, non so perché. Ma la qualità c'è ed é tanta. Abbiamo molti giovani e molte soluzioni. Possiamo fare bene. L'anno scorso un bel campionato, quasi il record di punti per l'Udinese. Proviamo anche quest'anno, ma il primo obiettivo rimangono la salvezza, i 40 punti. Poi vediamo, come l'anno scorso".

Benussi e Kelava? "Sono molto bravi, anche come ragazzi. Siamo molto uniti anche fuori dal campo. C'è competizione e amicizia tra di noi".

Un giudizio sulla vita ad Udine: "Qui sono molto contento di vivere, mi piace la gente, la squadra  e la società sono serie e organizzata. Questa é una delle migliori società in Italia. Esordio con la mia Nazionale? Bellissimo, quasi 80mila persone, abbiamo vinto 3-0. La folle serata a Marassi con la sconfitta a tavolino? Siamo rimasti tutti molto male, era una brutta serata, una brutta situazione. Ma era una questione politica portata in campo. Con Mihajlovic ho un buon rapporto, é un bravo allenatore con una buona esperienza".

La partita preferita? "La vittoria dello scorso anno con il Milan 2-1".

Portieri a cui mi ispiro? "Preferisco avere uno stile mio".

Il futuro? "Spero solo di rientrare e fare bene".

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 17 ottobre 2013 alle 15:30
Autore: Marco Grillo
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