Cinquemilanovecentonovantadue: è il numero di giorni trascorsi dall’ultima palla a due di Serie A con Udine in campo, il 10 maggio 2009. Un numero che per poco non è tondo, ma equivale a circa 16 anni e mezzo. Molti ragazzi che si sono avvicinati alla pallacanestro negli ultimi anni non possono ricordarsi di Udine nel massimo campionato. Ma se da qualche tempo i giovani friulani possono sognare i grandi palcoscenici del basket, gran merito è da attribuire tanto alla creatura (APU Udine) quanto al creatore (il presidente Alessandro Pedone).

Il viaggio della Amici Pallacanestro Udinese parte dalla stagione 2011-12 e dalla Divisione Nazionale B. Attualmente, la squadra bianconera è tra le poche ad aver raggiunto la LBA senza scorciatoie, ma conquistando ogni promozione vittoria dopo vittoria sul campo e, tra questo ristretto numero, certamente quella che l’ha fatto nel minor tempo.

Sarebbe irrispettoso però ricordare soltanto i successi e, probabilmente, non metterebbero a sufficienza in risalto una storia virtuosa come quella dell’APU. Ci sono state eliminazioni ai playoff che hanno lasciato il segno – sia in B che in A2 – e stagioni che (con un sistema di promozioni come quello attualmente vigente) avrebbero potuto regalare maggiori soddisfazioni senza spegnersi alla roulette dei playoff. Quello che prima era soltanto un sogno e poi un obiettivo più o meno esplicitamente dichiarato – riportare la Udine della palla a spicchi nel posto che le compete – non avrebbe però potuto trasformarsi in realtà senza la visione del presidente Pedone.

Dal punto di vista tecnico, l’innalzamento del livello della squadra nelle ultime stagioni è frutto – ancora una volta – di un progetto costruito in modo tale da poter tenere sotto controllo la creatura al di là dell’inevitabile aleatorietà dello sport. La scelta di affidarsi ad Andrea Gracis come direttore sportivo può essere letta in quest’ottica, così come quella di mettere al timone coach Adriano Vertemati. Due profili per certi versi simili, due scommesse decisamente vinte con largo anticipo sulla previsione di un percorso triennale per arrivare alla Serie A.

Nella costruzione del roster per la nuova avventura da neopromossa sono state prese decisioni che si sposano perfettamente con la filosofia dell’APU. Sono stati confermati Hickey, Ikangi, Da Ros e Alibegovic dalla scorsa stagione, ma non come segno di gratitudine per l’impresa compiuta lo scorso anno. Il playmaker americano è un rischio calcolato, assunto considerando sia l’inesperienza con il massimo campionato che l’esplosività di un giocatore all’apice della propria maturazione. Gli italiani sono tutti e tre specialisti in quello che fanno – rispettivamente in difesa, nell’aprire il campo trovando il tiro o l’assist e nell’abilità di realizzare punti con diverse soluzioni – che però nel corso della loro carriera hanno trovato alterne fortune in Serie A; nella nuova stagione, inoltre, non potranno avere lo stesso ruolo di primo piano giocato negli anni precedenti. L’innesto di Spencer, Mekowulu e Bendzius, oltre a essere funzionale al gioco del coach, è considerarsi importante anche dal punto di vista dell’esperienza. Calzavara e Brewton sono autentiche scommesse, ma sono probabilmente anche i due profili più interessanti di Udine insieme a Dawkins, un talento che ha finalmente l’occasione di mettersi in luce in uno dei tornei più importanti del continente europeo.

La crescita della squadra nelle ultime stagioni va di pari passo con quella della società, nella quale ognuno ha un ruolo determinante. L’entusiasmo portato nel territorio grazie ai risultati ottenuti ha permesso di espandere la platea di sponsor e partnership a vario livello, con diversi fiori all’occhiello tra i quali non può non essere citata quella con Air Jordan, un unicum per quanto riguarda la Serie A. Ma non è solo la prima squadra ad essere fondamentale nella società di Pedone: il settore giovanile ormai da anni si attesta tra i migliori in Italia, con diversi giocatori convocati dalle selezioni nazionali giovanili; a questo va ad aggiungersi il progetto MiniApu e le varie iniziative che coinvolgono le scuole, con l’obiettivo di avvicinare i più piccoli al mondo della pallacanestro.

Ora che la meta tanto agognata della massima serie è stata raggiunta, il presidente Pedone non vuole certo fermarsi, ma invece fare in modo di mantenere Udine tra le realtà più strutturate. In questo senso sono da considerarsi la realizzazione della nuova sede dell’APU, prossima all’apertura, e del nuovo Carnera, che diventerà il teatro più adatto per il basket friulano. La storia dell’APU ha dimostrato finora che i sogni si possono realizzare, se chi li sogna è disposto a mettere in pratica la propria lungimiranza. Cinquemilanovecentonovantadue giorni dopo la Serie A in bianconero è realtà.

Sezione: Focus / Data: Ven 03 ottobre 2025 alle 16:30
Autore: Francesco Maras / Twitter: @francescomaras
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