La sconfitta contro la Sampdoria è l’ennesima occasione mancata di una stagione all’insegna dell’aspettando Godot. Ci sta, ce lo potevamo aspettare vista la differenza in classifica e l'obiettivo alla portata per i blucerchiati. Non ci stanno, invece, determinate scelte e parole. Stramaccioni prima della partita aveva parlato di tensione alta e meritocrazia. In campo si è visto l’esatto opposto.
La scelte iniziali di lasciare in panchina Gabriel Silva, Fernandes, Pasquale e Therau per (ri)proporre Guilherme, Hallberg e Gejio non pensiamo siano all’insegna dei valori più alti di meritocrazia. E nemmeno all’insegna della (giusta) volontà societaria di valorizzare i giovani. Hallberg è un discreto giocatore da Lega Pro, in serie B farebbe panchina, da noi ha giocato stranamente titolare. Il ragazzo si farà, forse; per il momento c’è chi merita molto più di lui. Guilherme è un arcano. I mezzi ci sono, i piedi anche, eppure non riesce a centrare lo specchio della porta, non ha un minimo di grinta se non per gesti inopportuni (vedi la pallonata sul corpo di Acquah a terra) e, quando la squadra si allunga, non sa chiudere per ovvia mancanza di velocità. Fa parte della truppa dei “vorrei ma non posso” così numerosa negli ultimi anni (Torje, Maicosuel, Dubay etc etc…). Tante potenzialità frenate da caratteri che non emergono. Un giocatore lento a centrocampo ci può stare, certo, ma non a sinistra sulla fascia quando hai sia Pasquale che Silva in panchina.

Se poi i giocatori lenti sono due, considerando anche Halberg…
Così, nella meritocratica formazione dell’Udinese avevamo un centrocampo con Pinzi regista (encomiabile per lo spirito di abnegazione), Halberg e  Guilherme che poco facevano e Kone che cercava invano di portare palla su, per poi trovarsi solo (a volte con se stesso) e buttare via un’infinità di palloni. Il greco non è certo un giocatore dai piedini fatati, ma almeno ci mette carattere, prende falli, pressa l’avversario. E proprio per la meritocrazia stramaccioniana viene tolto per inserire un altro giocatore, Aguirre, che farebbe addirittura fatica, in Lega Pro.
Uscito il nazionale greco, ecco che la fase difensiva del centrocampo non esiste più. Solo la fortuna e le scarse qualità della rosa della Sampdoria (oltre alla pietà che probabilmente prova per noi, a livello inconscio, Muriel) hanno evitato una goleada di stampo bayernistico (chiedere alla Roma). Sedevano in panchina Fernades, Gabriel Silva e Pasquale. Chissà cosa pensavano nel primo tempo, quando la Sampdoria attaccava sempre sulla nostra sinistra e costantemente arrivava sul fondo, quando Guilherme si faceva bere dall’avversario che crossava al centro con Halberg spaesato nella terra di mezzo, quando nel secondo tempo non uno dei giocatori dell’Udinese riusciva a costruire un’azione degna di tale nome. Per svegliarsi, è dovuto entrare Thereau, gli hanno annullato un gol regolare, Stankovic ha dato l’ennesimo esempio negativo ai giocatori in campo (vedi poi cosa combina Badu…).
L’anno scorso Fernandes era valore aggiunto per gol e assist (Guidolin), Gabriel Silva era un discreto terzinaccio (Guidolin) che avrebbe permesso a Piris di giocare a destra e a Widmer di lasciare ad altri i compiti difensivi per appoggiare Totò e Thereau (o, se proprio volevamo lanciare giovani, un promettente, quello sì, Perica). Ancora, Pasquale giocava spesso titolare nel Torino che centrò l’Europa (Ventura) e Kone solo due anni fa era uno dei centrocampisti più bravi a inserirsi nel Bologna (Pioli). L’involuzione di questi giocatori sono oltre che occasioni sportive buttate al vento, anche che capitali persi.
La meritocrazia, purtroppo, pare mancare anche in panchina. Nel centrocampo della Sampdoria giocavano: Duncan panchinaro nel Livorno retrocesso, Acquah panchinaro nel Palermo e rilanciato (si fa per dire...) dal Parma e, per ultimo ma non meno importante, Soriano che faceva fatica a giocare titolare in B. Mihajlovic ne ha creato una squadra, Stramaccioni non lo ha fatto con quanto Guidolin & società gli hanno messo a disposizione. Con buona pace dei tifosi e di un Pozzo che vede nel tecnico romano il futuro dell’Udinese.
Ma da queste parti, nonostante il caldo, la primavera tarda ad arrivare.
 
 

Sezione: Editoriale / Data: Mar 12 maggio 2015 alle 08:00
Autore: Giacomo Treppo
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