Udinese - Sassuolo è stata una partita giocata e interpretata in modo praticamente perfetto dai bianconeri. Difficile trovare note stonate, grandi prestazioni dei singoli che poi, come naturale conseguenza, hanno portato ad una prestazione collettiva di assoluto valore.
Lo strappo al match però lo da Fernando Llorente al minuto 42 con una girata da attaccante vero qual è.
Aspettava di esultare per un suo gol dal dicembre 2019. Di tempo ne è passato tanto ma il basco non si è mai scomposto, ha lavorato in silenzio e con grande professionalità prima con la maglia del Napoli e ora con quella dell’Udinese e la gioia della rete è arrivata a distanza di più di un anno dall’ultima sua marcatura in Serie A. Il ruggito del Re Leone.
Giudicare però la prestazione del gigante di Pamplona positiva unicamente per il gol è riduttivo perchè lo spagnolo è un punto di riferimento costante nell’attacco friulano e dispensa sponde e appoggi di qualità preziosi per la manovra della squadra di Gotti. É indubbio che Llorente offra all’Udinese la possibilità di alzare il pallone per poi cercare di recuperare la sponda dell’attaccante o la cosiddetta “seconda palla”. Così facendo si alza, di conseguenza, il baricentro della squadra, cosa che con Lasagna non era possibile per le caratteristiche tecniche del centravanti ora in forza al Verona e che non era così praticata come soluzione nemmeno quando giocava Okaka. Questo saltare il centrocampo è utile perchè permette all’Udinese, una volta recuperata la sponda precisa dell’ex Bilbao, di liberare la qualità di cui dispone nei pressi della trequarti avversaria permettendo a giocatori come De Paul o Pereyra (a cui si può aggiungere Deulofeu assente con il Sassuolo) di inventare una giocata in una zona più decisiva del campo.
Dunque Llorente è utile nel fornire uno sviluppo di gioco in più all’Udinese ed è un calciatore che con il suo arrivo ha contribuito ad elevare ancor di più la qualità tecnica della rosa. Però un attaccante vive per il gol e molte volte è giudicato, erroneamente, solo in base a questo dato. Già erano pronti i suoi detrattori che avevano iniziato a criticare il suo acquisto con le più classiche frasi del tipo “ormai è bollito” oppure “non segna più” dopo che non aveva trovato il gol nelle sue prime apparizioni in maglia bianconera . E invece allo spagnolo serviva solo tempo perchè prima dell’arrivo in Friuli in questa stagione aveva totalizzato solamente tre presenze in serie A, frutto di tre spezzoni di gara per un totale di 49 minuti. Il valore del giocatore non si discute: Campione del Mondo nel 2010 con la Spagna e d’Europa due anni dopo. Ha fatto parte di quella magica nazionale che ha segnato un pezzo di storia calcistica. Chiaramente l’età avanza per tutti e con essa le prestazioni possono calare ma soprattutto diminuiscono, come è naturale che sia, le chances per mettersi in mostra. Ma “l’uomo dagli occhi di ghiaccio”, con l’umiltà che lo contraddistingue, ha scelto una piazza dove poter avere ancora occasione per mettersi in mostra. Il gol con il Sassuolo è stato da attaccante navigato ed è metaforicamente dedicato a tutti i suoi detrattori. Girata vincente da centravanti navigato, ma d’altronde Llorente di gol in carriera ne ha sempre fatti tanti. Tra squadre di club e nazionale spagnola sono stati ben 167 a cui bisogna aggiungere quello di sabato sperando che possa essere il primo di una lunga serie…
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