L'Udinese e i mondiali, una lunga storia fatta di giocatori che hanno affrontato la massima competizione calcistica mentre militavano nelle fila della squadra friulana oppure che ne avevano indossato la maglia fino a poco tempo prima. Ci sono stati, poi, anche diversi allenatori che hanno guidato le Zebrette nel corso della loro carriera prima di approdare sulla panchina di questa o di quella nazionale. Infine, non sono mancati i friulani che hanno lasciato una traccia indelebile nella storia dei mondiali, pur non avendo vestito la maglia bianconera.
Quest'anno in Brasile, per esempio, sono scesi in campo l'algerino Yebda e il colombiano Badu, ma anche nelle edizioni precedenti sono stati convocati calciatori bianconeri. Solo per citarne alcuni: Muntari (Ghana, 2006), Jørgensen (Danimarca, 2002), Bierhoff (Germania, 1998), Sensini (Argentina, 1990). Questo elenco, volutamente breve, potrebbe proseguire ed essere integrato con i tanti nomi dei calciatori che, come quelli appena ricordati, si sono guadagnati la maglia della nazionale mentre giocavano in Friuli. La lista si arricchirebbe ancora con i nomi degli allenatori che sono passati per Udine (Hogdson e Zaccheroni nel 2014) e con i campioni friulani, come Zoff e Bearzot (1982) arrivando fino a Bruno Chizzo (1938).
Tra tutti questi nomi, però, ne spiccano solo due: sono gli unici ad aver giocato e vinto il mondiale dopo aver disputato la stagione con la maglia dell'Udinese. Questi due giocatori, totalmente diversi per la posizione in campo e per la carriera pre e post mondiale, sono Franco Causio e Vincenzo Iaquinta.
Il primo, ala destra, dopo undici stagioni consecutive nella Juventus, durante le quali vince ben sei scudetti, viene scaricato dai torinesi nel 1981. I rapporti tra il giocatore e l'allenatore bianconero, Giovanni Trappatoni, non sono buoni e il presidente Boniperti decide di trovare a Causio una squadra che non sia una diretta concorrente verso lo scudetto. La spunta così l'Udinese e il giocatore, che vuole dimostrare di non essere finito, sfodera una stagione che gli vale la vittoria del Guerin d'Oro (premo assegnato al miglior giocatore della Serie A, ndr) e la convocazione di Enzo Bearzot per i mondiali di Spagna del 1982. In un'intervista rilasciata al Guerin Sportivo oltre trent'anni dopo, Causio svelerà che fu proprio l'allenatore friulano a promettergli che se avesse giocato un buon campionato, sarebbe partito per la rassegna iridata. Durante quel mondiale, l'ala destra scende in campo addirittura nella finalissima di Madrid. Il Barone, così era soprannominato Causio, giocherà all'Udinese fino al 1984 per passare poi all'Inter e chiudere con Lecce e Triestina.
Storia diversa, invece, per l'altro campione del mondo, Vincenzo Iaquinta. L'attaccante calabrese, infatti, quando viene convocato da Lippi per la Germania si trova, a 26 anni, nel momento migliore della sua carriera. Mentre il grande centrocampista era stato scartato dalla Juventus, Iaquinta passerà proprio alla Vecchia Signora nel 2007. Durante l'avventura sotto la Mole, il bomber di Crotone non riesce però a riportare un trofeo a Torino e, con l'arrivo di Antonio Conte, viene messo da parte. In due anni circa (2011-2013) gioca solo sette partite in prestito al Cesena e realizza la miseria di una rete, prima di sparire dalle rose professionistiche.
Insomma, due storie diverse per due giocatori diversi che, però, saranno sempre legati dal destino comune: quel destino che ha regalato loro la vittoria del trofeo più ambito, conquistato grazie al sudore versato sul prato del Friuli.
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