Scrivere di Tomas Locatelli è un po' come sfogliare il manuale del calcio e tornare indietro negli anni '90 e i primi del 2000 quando con le sue giocate esaltava le piazze di Bergamo, Milano, Bologna e appunto di Udine. Piedi buoni, sapeva picchiare in campo all'occorrenza ma 
essere il centrocampista interno pronto a giocare dietro le punte. Uno scudetto al Milan nel 1996, poi tre anni all'Udinese da protagonista (1997-2000, 93 presenze) e cinque al Bologna (2000-2005, 111 presenze) per la definitiva consacrazione. 
 
Udinese e Bologna di fronte, quali sono le sue sensazioni sulla sfida? 
“Queste partite si vincono per i dettagli e la compagine più furba potrebbe avere la meglio. Udinese e Bologna sono due belle squadre, giocano a calcio”. 
 
Cosa la stupisce di più di questo avvio di stagione? 
“L'Udinese, a parte la gara contro il Brescia, ha disputato belle partite ed è senza ombra di dubbio che abbia meno punti di quanti ne avrebbe meritati. 
Il Bologna sta facendo un avvio importante e penso che tanto stia influendo l'amore dei giocatori per il proprio allenatore Mihajlovic alle prese con una gara più importante fuori dal campo. E sono due squadre attrezzate per puntare a risultati consoni al blasone della società e della città”. 



Da grande ex quali sono i ricordi più belli? 
“Con l'Udinese oltre alla qualificazione in Coppa Uefa e di tre anni fantastici con Zaccheroni prima e Guidolin poi, il ricordo più bello è stato che grazie al mio rendimento nell'Udinese fui convocato in Nazionale. Una gioia indescrivibile. A Bologna ho trascorso 5 anni bellissimi e chiusa la mia carriera da calciatore ho deciso di proseguire la mia vita sotto le Due Torri. Penso che quello che mi hanno saputo dare queste due città sia qualcosa di indescrivibile. In queste due società ho tracciato il mio percorso nell'alto livello, arrivando dall'esperienza al Milan dove avevo vinto uno scudetto. Ai miei tempi ci divertivamo sia agli allenamenti e sia alle partite. Non c'era tutta questa attenzione televisiva per le partite e la gente andava allo stadio perchè lì c'era il ritrovo pomeridiano”. 
 
Era un giocatore straordinario, forgiato da grandi allenatori
“Ad Udine, ad esempio, mi piaceva la preparazione, la tipologia degli allenamenti e poi c'era la serenità che ci trasmetteva la società e che ha portato a creare un clima ottimale. Ho avuto mister Guidolin sia a Udine sia a Bologna. Per caratteristiche ero un trequartista tecnico e sapevo ‘menare’, tanto che un anno presi 14 ammonizioni. Per attitudine ero un centrocampista offensivo ma rientravo per dare sostegno alla squadra”. 
 
I gol più belli? 
“La rete di tacco del 3-0 in coppa Uefa con l‘Udinese nella sfida di ritorno contro il Widzew Lodz e il pallonetto a Buffon in Bologna-Juventus terminata 2-2”. 
 

Sezione: Gli ex / Data: Ven 27 settembre 2019 alle 19:50 / Fonte: udinese.it
Autore: Redazione TuttoUdinese
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