Magda Pozzo, la figlia del paròn che gestisce il marketing societario, ha rilasciato una lunga intervista al Messaggero Veneto, nel quale ha tracciato il piano per il futuro dell'Udinese.

"L’ultima gara, Udinese-Carpi, è stata surreale: la gente voleva fare festa, applaudire il nostro grande capitano, Di Natale, che ci salutava, ma abbiamo perso contro un’avversaria che è retrocessa. Non potevamo essere felici per questo. E per questo vi assicuro che è preoccupazione della società dare una stabilità al progetto sportivo, di modo che non si vivano più esperienze come quella.

I tifosi sono stati pazienti? Non è un’osservazione che mi trova d’accordo. Così sembra che le soddisfazioni non siano mai arrivate. Se ci penso su allora dico: i Pozzo sono appassionati, hanno sviluppato competenze, hanno realizzato anche uno stadio modello, ma non devono per forza restare al timone dell’Udinese. A Granada abbiamo fatto così, è arrivato un gruppo straniero con soldi e progetti. E abbiamo ceduto. Ricevendo in cambio solo ringraziamenti. Erano in terza serie quando sono arrivati. L’Udinese naturalmente è qualcosa di diverso. Fa parte del nostro Dna. Ecco perché pensiamo di avere un progetto interessante per poterla collocare in una posizione di prestigio nel panorama nazionale.

Guido una squadra che si muove per far conoscere l’Udinese come club, per le sue strutture, la sua cultura sportiva: lo stadio ci aiuta non poco in questa nostra opera.

Lo stadio? Ci ha dato dei risultati eccellenti in termini di coinvolgimento di un colosso come Renault nella nostra realtà. La Dacia è un marchio che ci interessava non solo per i soldi per la sponsorizzazione dello stadio. E lo dico da friulana. Sono friulana dentro, nonostante da tanti anni io viva all’estero. E vedere che un marchio importante incentra delle campagne, che diffonde spot su di noi friulani, che porta i suoi uomini allo stadio del Friuli per fare le proprie convention, dalla Danimarca, dalla Francia, come da altri paesi, mi riempie d’orgoglio.

Durante la prossima stagione vogliamo le famiglie allo stadio, cercheremo di aiutarle, con iniziative, strutture, facilitazioni. 

La Club House. Era il punto di partenza. Portare il tessuto produttivo friulano allo stadio. Ci siamo riusciti. Abbiamo dei dati di presenza più che ottimi per il nostri Sky Boxe per il pacchetto Vip, lì siamo addirittura al 100 per cento. Che si abbassa, si fa per dire , al 90 per cento per l’area President. Ma quello che mi fa più piacere è l’interesse per i nostri eventi. Per appuntamenti che sono molto più numerosi delle partite. Per la prossima stagione abbiamo intenzione di proporne 50. Praticamente una media di tre al mese. Se calcolate che attirano una media di 100 persone, siamo a quota 5 mila.

Il futuro? Certo, è legato alle strutture che si svilupperanno sotto le tribune dello stadio. Ci sono delle opzioni, dovremo valutare gli investimenti. Gli interessi. L’idea è realizzare là delle palestre, una piscina, centri medici, pub, bar sportivi per eseguire televisivamente anche altri eventi, lontani da noi. Aver firmato il contratto d’affitto con la sede del Coni è il primo passo di quella che dovrebbe diventare la cittadella dello sport.

Io devo preoccupami di attirare interessi, gente e di far parlare dell’Udinese, affinché anche i giocatori, i tencnici poi siano invogliati dalla nostra realtà. E penso che la strada imboccata sia quella giusta".

Sezione: Focus / Data: Lun 30 maggio 2016 alle 17:30
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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