Unica squadra ancora a punteggio pieno nella fase a orologio di Serie A2, la UEB Gesteco Cividale si gode il suo momento aureo e continua la caccia a un posto all'interno del tabellone playoff. Il cambio di marcia della compagine ducale è stato reso possibile anche dalla crescita dei singoli, una su tutte quella di Matteo Berti. È stato proprio il centro classe 1998 a fare un punto sulla sua stagione e quella delle Eagles.
Qual è il vero segreto di questo netto cambio di passo da parte della UEB?
"Non credo il nostro possa essere considerato un vero e proprio segreto, secondo me la chiave sta nella crescita della squadra dal punto di vista difensivo e nella distribuzione di punti nelle mani di tutti. Nella parte iniziale di campionato quest'ultima si concentrava su due o tre giocatori mentre ora siamo tutti molto pericolosi offensivamente".
Nell’ultimo periodo, dopo un inizio di stagione un po’ complicato, sei cresciuto di partita in partita. Cos’è cambiato secondo te?
"La parte iniziale dell'anno non è stata facile per me. La somma di diversi fattori, quali infortunio, cambio di squadra e inserimento in un nuovo ambiente, ha reso le cose più complicate. Sicuramente anche il fatto di perdere molte partite non ha aiutato. In quest'ultimo periodo ho invece riacquistato quella fiducia e quella tranquillità che avevo negli anni scorsi e questo mi ha permesso di dare un maggior contributo alla squadra".
L’obiettivo della UEB resta sicuramente evitare i playout. Dove potreste arrivare se invece doveste prendere posto nel tabellone playoff, anche alla luce dei recenti risultati nella fase a orologio?
"L'obiettivo è certamente quello di provare a fare i playoff a tutti i costi. Sappiamo che sarà difficile perché tutte le dirette avversarie, Rimini a parte, hanno lo scontro diretto a loro favore. Noi ora dobbiamo pensare solo a noi e dobbiamo cercare di vincerle tutte, poi alla fine vedremo dove saremo arrivati e tireremo le somme. Se le cose non dovessero andare come volevamo avremo comunque un buon numero di punti per il girone playout".
Quanto è stato importante per questa squadra l’inserimento nel roster di un giocatore come Doron Lamb?
"L'arrivo di Lamb non è stato il segreto del cambio di rotta di Cividale ma il suo inserimento e quello di Campani sono stati un'iniezione di esperienza all'interno della squadra. Doron ha portato punti sulle mani di tutti e una lettura di gioco diversa, una testa pensante in più fa sempre comodo".
Nelle stagioni passate quello con Dell’Agnello è stato un rapporto a dir poco teso. Qui a Cividale, oltre all’intesa in campo, tra voi sembra essere nato anche un bel rapporto personale.
"L'anno scorso l'ho incontrato per la prima volta da avversario e in entrambe le occasioni tra noi c'è stata un po' di tensione in campo. Lui è molto intelligente e sa come far innervosire gli avversari, questo aspetto avendolo come compagno di squadra è tutta un'altra storia. Dal punto di vista personale è uno dei ragazzi con cui ho instaurato un rapporto stretto anche fuori dal campo e sono sicuro che questo aiuti nell'avere un'intesa importante anche nel gioco".
Nella tua carriera sei passato in piazze molto “calde” come Bologna e Cento. Cosa differenzia il tifo della Marea Gialla e l’intero ambiente ducale da quello di altre realtà italiane?
"Ciò che differenzia il tifo di Cividale dagli altri è che sia basato sul sostenere la squadra senza mai accanirsi contro le tifoserie avversarie. La Marea Gialla è sempre molto corretta, il suo è un tipo di tifo che definirei familiare. Anche nel nostro periodo più buio, nel quale abbiamo perso diverse partite di fila, sicuramente qualcuno ha storto un po' il naso ma questa gente non ha mai smesso di supportarci e ci è stata ancora più vicina".
Infine, quale può essere il vero obiettivo personale di Matteo Berti per la sua carriera?
"La mia aspirazione personale è la Serie A, vorrei provare a fare questo salto di categoria nei prossimi due o tre anni. Mi piacerebbe confrontarmi con giocatori ancora più fisici e tecnici di quelli che militano in questo campionato".
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