Lo so, lo so, lo so.

Calcio di luglio non dice la verità; le gambe sono imballate; la squadra è incompleta; l’avversaria è, sempre e comunque, più avanti nella preparazione; bisogna avere fiducia in Tudor e soprattutto Marino (e qui sono d’accordissimo).

Eppure, al netto delle verità appena elencate, se non preoccupato sono perplesso. Perplesso da una squadra (o abbozzo di) che aldilà delle incomprensioni tattiche (naturali) appare poco concentrata.

Insomma: si possono capire le menti annebbiate dalla fatica di uno sforzo fisico iniziale, ma quello che balza all’occhio è la messe incredibile di errori di appoggio, di concentrazione, di scelta di gioco; e la poca voglia con cui alcuni interpreti stanno disputando un precampionato, sinora, poco lusinghiero.

L’Udinese subisce un numero enorme di reti: ne sarà causa la mancanza di Ekong, la poca conoscenza reciproca con il neoarrivato Becao (che non mi sembra male, peraltro) ma io rinuncerei malvolentieri ad un Nuytinck, se le premesse sono queste. Sacrificabile appare qualche altro elemento.

Subisce molte reti e sta provando, in ruolo inusuale, un Pussettoche abbraccio perché vederlo soffrire all’inseguimento dell’avversario di turno (per stenderlo in area, tipo) è un dolore enorme: adnosco veteris antiqua flamma, me lo ricordo affannato alla ricerca di Verdi prima, Fabian Ruiz poi senza vederli mai.

‘Renato’ è un hombre de ataque, uno che deve giocare in un tridente offensivo senza preoccuparsi di chi, dietro di lui, debba coprire la fascia. Dettagli letti e riletti, da te affezionato amico mio, su mille articoli precedenti.

Ma la mia perplessità gravita in mezzo al campo. Mato Jajalo si dimostra un ottimo acquisto: ha tempi, piedi buoni, verticalizza appena può; a fianco a lui Barak invece appare in ritardo, ma glielo si può concedere dopo una ‘vacanza forzata’ lunga un’eternità.

Chi invece mi perplime sempre di più si chiama Balic. Lo aspettiamo da diversi, forse troppi anni ed allenatori; mi pare sempre uno che giochi col freno a mano tirato fino in fondo, e da buona ‘testa di calcio’ non so dire se sia così o il freno gli sia innato; insomma, un Guilherme con meno fisico e tecnica. Tudor sembra contarci, speriamo abbia ragione lui.

Ma c’è anche qualche aspetto positivo: detto di Jajalo, mi pare molto in palla ter Avest, giocatore di spessore che l’anno passato, di rientro da un infortunio, ha avuto alti e bassi (comprensibili). 

Il resto quantomeno rivedibile. Certo è solo che si è giocato contro una squadra di serie C, due reti subìte; una squadra araba di medio cabotaggio, tre pallini; contro una ‘major’ della Bundesliga, quattro in un tempo solo (di cui tre sono virtuali autoreti, tale è stata la pochezza difensiva friulana).

Insomma, schiaffi: da tutti. Panico? Non esageriamo. Tudor deve capire quali siano le chiavi per interagire col gruppo, usarle a proprio vantaggio e costruire una squadra che possa decentemente competere in una Serie A che difficilmente permetterà felici soluzioni a batticuore come quelli vissuti nelle ultime due stagioni; attendiamo, con ansia, di vedere chi esce (e sono tanti gli esuberi), chi vorrebbe andarsene e non ce la fa, chi lo doveva fare (Pezzella) ma si è cambiata idea e chi arriverà ex-novo. 

Intanto cerchiamo di darli, gli schiaffi. Per questa pre-season se ne sono presi a sufficienza.

E con oggi studiamo il campionato.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 30 luglio 2019 alle 10:33
Autore: Franco Canciani
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