Si chiude un anno con tante soddisfazioni e una gran delusione per le formazioni baskettare della provincia di Udine. A.P.U. ed Eagles, infatti, portano a casa un trofeo a testa, ma i bianconeri sprecano un'occasione enorme per centrare il bersaglio grosso.
QUI UDINE – per la stagione 2021-22 la dirigenza udinese aveva costruito un roster assolutamente per vincere: Cappelletti, MVP italiano della precedente edizione, a dirigere il traffico e due americani come Trevor Lacey, ex Brindisi, e Brandon Walters, reduce da una stagione a doppia doppia di media in Kosovo.
La stagione iniziava bene, col raggiungimento delle Final-8 di Supercoppa Italiana a Lignano Sabbiadoro: dopo una netta vittoria contro Cento ai quarti di finale, però, Treviglio la batteva in semifinale sfruttando il crollo dei bianconeri nell'ultimo quarto.
In Coppa Italia, invece, Udine ha saputo condurre un torneo invitto, battendo in un crescendo rossiniano Chiusi, Ravenna e Cantù in finale e portando a Udine il primo trofeo della storia della franchigia.
Meno bene nel finale il campionato. Percorso netto nella stagione regolare: quasi tutte vittorie, solo quattro insuccessi a preannunciare che la sospirata promozione, inseguita dalla truppa pedoniana sin dal primo approdo ai playoff sotto la gestione Lardo, potesse essere alla portata. L'imponderabile, però, è patrimonio netto della pallacanestro: Udine fa fuori San Severo ai quarti, concedendo gara-3 ai pugliesi in una partita che, a detta del coaching team friulano, è costata gli infortuni decisivi; vince nettamente la semifinale contro la sorpresa Chiusi, la quale nel turno precedente aveva prevalso in cinque partite su Treviglio; prevale in gara-1 di finale contro la sorpresa Verona, condotta dalle vecchie conoscenze Ramagli e Bonacina, per 67-64. Tutto secondo pronostico? Nemmeno per sogno: Anderson indovina la tripla allo scadere in gara-2 (64-67) spostando il fattore campo in terra scaligera; i gialloblu vincono la terza partita di dieci punti e la quarta di quasi trenta, contro una Udine sfiduciata e a corto di energie. Delusione enorme, come testimonia il fatto che il coach ancora ne parla, a distanza di mesi, elencando le ragioni per le quali la sua squadra militi ancora in seconda serie e non sia in serie A1 al posto di Verona.
La formazione allestita quest'anno è molto diversa: via Lacey e Walters, dentro due esterni come Sherrill e Briscoe; via Cappelletti e, per ora, dentro nessun playmaker (Monaldi?). Il gioco fluisce meno semplicemente come era chiaro prevedere data la complessità degli schemi adottati; la mancanza di un efficace asse-pivot delega tutte le responsabilità sulle percentuali dall'arco; tutto ciò premesso, Udine si candida ad essere comunque una delle pretendenti alla promozione, anche se qualche sconfitta in più rispetto al passato (ad iniziare da quella del PalaGesteco) l'ha temporaneamente allontanata dalla vetta della classifica. La vittoria di fine anno contro Ferrara ha riportato qualche sorriso in più, così come la firma di Alessandro Gentile (e la contemporanea rescissione di Mussini). In Supercoppa Udine arriva solo alle semifinali, sbattuta fuori da San Severo; è però nelle migliori otto di Coppa Italia, classificata come quarta del girone 'rosso' (ai danni di Cividale) e affronterà Cantù, prima del girone 'verde', nei quarti di finale a Desio.
QUI CIVIDALE – La formazione allestita da Davide Micalich per la stagione 2021-22 si basa sul nucleo che l'anno precedente è arrivato a gara-5 di finale promozione contro Fabriano: Paesano prende il posto di Fattori, Laudoni è l'innesto di lusso; per il resto il gruppo è consolidato e da subito fa capire come andrà la stagione: finale di Supercoppa a Lignano, persa contro Faenza anche a causa di qualche infortunio di troppo (dopo aver fatto fuori Rieti); finale di Coppa Italia a Roseto, persa contro i padroni di casa anche grazie ad un arbitraggio che definire 'curioso' è eufemistico: basti ricordare il quinto fallo, uno sfondamento, fischiato a Rota che distava un'ottantina di centimetri dal suo avversario.
In campionato la Gesteco conquista all'ultimo respiro il primo posto nel girone, dopo averlo quasi perduto a favore di Juvi Cremona a causa di un paio di sconfitte (Monfalcone e Vicenza); avrà il fattore campo a favore ma si infila nel tabellone più complicato. Dopo aver regolato la Libertas Livorno in tre partite, le toccherà Bergamo in semifinale: vince le due prime gare a Cividale, perde gara-3 grazie ad un impressionante Isotta in maglia orobica; gara-4 sembra essere alla portata, conduce in doppia cifra ma subisce la rimonta dei bergamaschi che con merito riportano la serie a Cividale. Gara-5 non farà testo: impegnati nelle finali nazionali in Sicilia, molti componenti 'under' della formazione di Cagnardi (Isotta, Cane, Manenti...) non potranno essere schierati e Cividale vince facilmente.
La finale è contro Vigevano, piazza storica della pallacanestro nazionale: la Gesteco vince gara-1 ma perde la seconda, a Cividale, di due punti dopo aver avuto il pallino della gara in mano a poco dal termine. Perde gara-3 a Vigevano, di un solo punto, spostando l'inerzia della serie in campo lombardo. A questo punto, però, i ragazzi del 'Pilla' sfoderano una prestazione straordinaria, espugnando la 'Salonicco d'Italia' con un perentorio e indiscutibile 56-70 in gara-4. La finale, a Cividale, è un sold-out assoluto: in una cornice da brividi la formazione di Micalich mette subito le cose in chiaro, va via gradualmente e chiude il campionato 82-63 davanti a 2850 spettatori in visibilio, inclusa una nutrita partecipazione giunta da Vigevano. Capitan Chiera solleva la coppa, è serie A: prima volta per la piccola ma storica cittadina ducale, davanti a tanti dei giocatori della Longobardi del Presidentissimo Riccobono che, prima di oggi, rappresentavano il massimo livello raggiunto dal basket cittadino.
L'approccio con la categoria superiore ha inizialmente visto l'inserimento di un solo americano (Dalton Pepper) e la fiducia a capitan Chiera; Dell'Agnello, Nikolic gli inserimenti, promozione ulteriore per tutto il gruppo storico, da Rota a Battistini e Miani, che inizò l'avventura assieme nel 2020. In corso d'opera, Chiera abbandona per firmare un ricco triennale con gli Herons Montecatini e Micalich scova in america il veterano Rotnei Clarke, che sarà importantissimo quando troverà il ritmo-gara e l'intesa coi compagni.
Fuori dalla Supercoppa ai gironi (eliminata da Udine), Cividale inizia bene il campionato mantenendo inviolato il proprio parquet anche contro la titolatissima Udine, e mettendo in carniere gli scalpi di Rimini e Forlì 'on the road'. Due sconfitte interne, Ferrara e Chiusi, e quella nella prima del girone di ritorno a Chieti hanno reso la classifica meno scintillante: in ogni caso 14 punti dopo 14 gare, ossia il 50% di vittorie, sono patrimonio importante in vista delle posizioni che, al termine del girone regolare e di quello 'a orologio', potrebbero far evitare il pericolosissimo girone-playout.
Che 2023 sarà per le nostre formazioni? Le premesse sono buone. Udine ha ripreso a camminare e sembra voglia cambiare 'pelle' con qualche uscita ed altre entrate, sempre nel rispetto degli slot permessi. La tifoseria non deve farsi intimorire da qualche sconfitta, ci sono tali e tante gare davanti per recuperare il terreno perduto che nulla è assolutamente deciso.
Cividale, invece, deve utilizzare questa sosta per riposare e ripartire con l'energia che sembra smarrita nelle ultime uscite; le premesse sono buone, quando Clarke si integrerà di certo aumenteranno anche percentuali e fatturato offensivo, oggi il meno prolifico del girone.
A voi, che come noi amate il basket e le nostre formazioni, l'augurio di continuare a divertirsi assieme, ad ogni canestro realizzato, rimbalzo catturato e difesa riuscita: un cuore a spicchi non mente mai.
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