Una prova che racchiude tanto, forse tutto di quello che si può vedere su un parquet.

Tecnica, ma questo si sapeva.

Difesa, specialmente quando Imola ha iniziato a farsi sotto con qualche tripla.

Cuore, ricacciando in gola al pubblico locale l’esultanza per qualche tiro ribattendolo, sempre. Colpo su colpo.

Sangue freddo, quando alla fine l’avversaria l’ha buttata sulla ‘corrida’.

Udine sbanca Imola semplicemente perché è due piste più forte dell’avversaria. Vince sugli esterni, vince sotto le plance, stravince ai rimbalzi e, per me, nove punti sono pochissimi per la differenza vista sul parquet.

Imola ha avuto un buon Morse, un ottimo Masciadri mentre il resto mi ha deluso. Mi aspettavo il trentello (o quasi) dell’ex centro di Mantova, ed anche la performance dell’altro lungo che, però, nel secondo tempo ha subìto, e tanto, il capitano friulano Antonutti che nei primi venti minuti aveva faticato. Bowers ha segnato un canestro da Top10 (la tripla allo scadere con Nobile addosso), ma oltre a ciò ha inciso pochissimo. Auguri a Luca Valentini, un gran bel giocatore che avrebbe creato qualche grattacapo in più non fosse uscito per un colpo al volto. Anche se, oggi, per me Udine avrebbe vinto lo stesso.

Avrebbe vinto, Udine soprattutto perché in difesa tiene botta ed in attacco svita 18 volte la lampadina, garantendosi tante seconde possibilità. Non ne faccio graduatorie di merito, perché non mi interessa capire se abbia performato meglio Amato o Beverly: quel che posso dire, però, è che un Zilli in queste condizioni permette a tutti di guardare lontano e scacciare le tante, ingenerose critiche riservategli (e non è stato neanche l’unico).

Facile sparare sentenze, lo facciamo tutti. L’unica che mi sento di pronunciare, stasera, è che Udine sta giocando in maniera eroica. Eroica.

Perché?

Perché Arturs Strautins viene preso per dare una mano ad Ago Fabi nella posizione dove si è giubilato Cortese; si fa male Gazzotti, si fa male Fabi e Ramagli (voto: nove) è costretto ad inventarsi un lettone da quattro, tre piccoli-piccoli fuori dall’arco, chiedendo tanto sacrificio a Cromer, a Nobile ed al Cigno di Colloredo. E tutto questo premesso, batte senza remore la capolista, sbanca d’autorità Porto San Giorgio (mai successo) e fa lo stesso al PalaRuggi (idem).

Oggi chiedo, ufficialmente, che i tanti social-coach facciano pace con questa squadra, questo gruppo, questi ragazzi: perché, ve lo giuro, il lavoro che stanno facendo in settimana è eroico come la vittoria di stasera.

Chiedo ufficialmente di rimettere nell’agoraio le forbici: basta ‘taglia questo, caccia quello’. Micalich ha preso Strautins dove ha rescisso con Cortese, e mi pare che Arturs stia dimostrando come mai giocava da due anni in categoria superiore.

Chiedo ufficialmente che domenica, più di sempre, il pubblico abbracci la sua squadra: perché se lo è meritato. Mi ero risentito quando il Settore D, che ho sempre difeso (e lo continuerò a fare) urlava ‘meritiamo di più’. A loro, che probabilmente lo dissero per tanto, troppo amore, chiedo di sentire questi ragazzi ‘propri’ come io li sento ‘miei’.

Già: vedo basket al Carnera (ed in trasferta) da quando in canotta arancione-prima maniera sgambettavano ragazzotti oggi definitivamente incanutiti; ancora di più in verde, poi biancorosso, biancoblu eccetera. Ho visto e parlato con Walter, Nakic, Praja, Larry Wright. Eppure mai, mai!, come quest’anno sento mio il roster. Non saranno tutti campioni, ma indossano la maglia a mo’ di seconda pelle, esattamente come il pubblico che li sostiene; e lavorano come non ci fosse un domani: tutti, dal coach ai suoi assistenti; ai giocatori, a Jack Braida e Federico, fino al grande Luciano. E ovviamente alla dirigenza.

Ma quel che chiedo è pleonastico: ovvio che succederà.

Anche per sancire che, nel nostro sport meno che in qualsiasi altro, non ‘vale tutto’.

Sono rientrato dagli USA in tempo per assistere alle due vittorie ‘on the road’, col cuore ancora gonfio di dolore per un simbolo volato via troppo presto. Se devo esprimere un’opinione, al netto del ‘campo caldo’, mi pare che qualche tono, in panca e fuori, su qualche parquet dovrebbe (potrebbe) essere mitigato. Ma sono affari locali, li saluto e ci vediamo la prossima stagione o forse ai playoff.

Mi tengo tutta la vita il Carnera ed il Settore D. Anche se conservo in cuore qualche momento in cui l’amore dei tifosi ha tirato fuori il peggio di sé.

Adesso Mantova, per continuare; la squadra sorpresa del campionato (assieme a Ravenna) non attraversa il suo momento migliore. Sconfitta ad Orzi, si fa scavalcare proprio da Udine e Verona oggi rispettivamente quarta e terza in coppia. Deve fare attenzione, la formazione di coach Finelli, al ritorno dell’Urania (squadra che ho sempre apprezzato, e con un po’ di fortuna avrebbe sei punti in più) ma al contempo Udine dovrà alzare la soglia di attenzione.

Rientreranno, spero, Ago e Gazza, per allungare le rotazioni e dare ossigeno a chi, come Nobile e Cigno, oggi hanno chiuso col serbatoio in rosso.

Ma stasera si faccia festa: Udine sbanca Imola, batte un altro tabù e può sentirsi (noi con lei) orgogliosa aquila friulana.

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 05 febbraio 2020 alle 23:50
Autore: Franco Canciani
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