Cosa cercano gli inquirenti nei documenti e computer perquisiti alla famiglia Pozzo? Secondo quanto sospettato dalla Procura i Pozzo avrebbero prelevato in cinque anni 40 milioni dalle casse dell’Udinese Calcio per trasferirli alle altre due società della famiglia, Granada e Watford. Il motivo? I soldi sarebbero stati impiegati per pagare le prestazioni di scouting, ossia di selezione di nuovi talenti in giro per il mondo, svolte sia dal club londinese che da quello spagnolo a favore della società bianconera. Peccato che le due società straniere della famiglia Pozzo sono solo ricollegabili alla stessa, in quanto sono in realtà di proprietà di altre società che hanno la propria sede in Lussemburgo e negli Emirati Arabi. I movimenti di denaro che sono finiti nel mirino della Guardia di Finanza sarebbero stati registrati attraverso lo stratagemma di “fatture per prestazioni a terzi”. Fatture fittizie, a detta degli inquirenti, poiché non riconducibili ad operazioni veramente esistenti ed altresì emesse da alcune società “paravento” legate in realtà all’Udinese. Le società sotto accusa, sparse in tutto il mondo, sembrano essere sei. Cinque sono localizzate sul continente europeo: le spagnole “Grup Serton 33 sl” e “Calumbur intermediaciones sl”, ricollegabili alle persone di Giampaolo e Gino Pozzo, la portoghese “Forza servicos de Consultadoria Ida”, l’olandese Timotes Bv” e l’austrica “Fibet Gmbh”. La sesta, la “Abridge Sa”, appartiene alla realtà sudamericana, in quanto ha la sua sede in Uruguay. Secondo indiscrezioni pare che quest’ultima sia stata pagata per i suoi servizi su conti svizzeri.

Ecco spiegata l’accusa mossa ai Pozzo di dichiarazione fraudolenta mediante fatture false. Per ora la cifra incriminata è di 40 milioni di euro ma è possibile che in queste ore sia destinata a salire. Se tali sospetti dovessero trovare conferma, una somma considerevole sarebbe stata privata al rafforzamento della rosa bianconera a favore delle più attraenti prospettive di guadagno in campionati diversi da quello italiano. Alla faccia del tanto osannato e sbandierato principio di separazione dei tre bilanci. Decisamente una brutta notizia da ingoiare per i sostenitori dell’Udinese, sempre meno entusiasti della gestione societaria.

Ma le cattive notizie per i Pozzo non sono finite. Giampaolo e Giuliana Pozzo sono al centro della stessa indagine anche per una presunta “omessa denuncia di dichiarazione dei redditi”. I due sono iscritti all’Aire, il registro dell’anagrafe degli italiani residenti all’estero, ma secondo gli inquirenti risiedono fiscalmente di fatto nel nostro Paese. I magistrati credono che gli interessi preminenti dei due coniugi si concentrerebbero in Friuli e la residenza estera rappresenti così solo un escamotage per evadere le tasse.

Nell’inchiesta è spuntato anche il nome di Claudio Vagheggi, procuratore e volto noto della realtà friulana. Qualche settimana fa anche la sua casa di Campoformido è stata perquisita dagli inquirenti. Indagato per avere presentato dichiarazioni fraudolente, Vagheggi è finito sotto i riflettori della Procura a cause di diverse fatture per servizi inesistenti, emesse dal 2010 al 2013 dalle seguenti società: “Abridge sa” (già citata in precedenza), “Asare Kwado Company limited”, “Grup Serton 33 s.l.” e “Pro International Ag”.

L’Udinese Calcio ha voluto commentare la notizia dell’indagine avviata dalla giustizia tramite una nota, precisando come “fin dall’avvio della nuova iniziativa di verifica a cui è stata sottoposta, l’Udinese Calcio stia offrendo la massima collaborazione agli inquirenti, fornendo ogni dettaglio richiesto. Le contestazioni sono simili ad altre che si sono ripetute negli anni, producendo il solo risultato finale di evidenziare l’assoluta estraneità ai fatti contestati e la correttezza dell’operato della società.”

I vertici della società appaiono sereni e fiduciosi che l’inchiesta si possa archiviare con il proscioglimento da ogni accusa. “Nel confermare la massima fiducia sempre riposta nell’operato della magistratura e del personale di polizia giudiziaria impegnato nelle indagini, si segue con serenità l’evolversi del procedimento, certi che ancora una volta verrà dimostrata la piena liceità delle operazioni contestate e il corretto comportamento degli amministratori dell’Udinese Calcio.”

Auguriamoci davvero che sia così. Non ci resta aspettare che la giustizia faccia il suo corso, sperando, accuse o no, che i pensieri, i soldi, i progetti e le ambizioni dei padroni siano rivolte nuovamente alla squadra della propria terra.

 

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 27 aprile 2016 alle 16:30
Autore: Arianna Forabosco
vedi letture
Print