Brescia-Udinese come Empoli-Udinese. O quasi, perché questa volta ci salviamo nel finale, strappando un punto insperato per come si era messa la gara grazie a Rodrigo De Paul. Ve la ricordate quella trasferta in Toscana? 2 a 1 per i padroni di casa, con Velazquez in panchina, la traversa di Lasagna e il rigore fallito dal diéz.

Ieri copione praticamente identico. Bianconeri che dominano in lungo e in largo nel primo tempo (numeri eclatanti sia in termini di possesso palla che di tiri e di occasioni da gol create) ma poi, alla prima ingenuità, vanno sotto. Dormita del trio Musso-Ekong-De Maio con Bisoli che ne approfitta e fa 1 a 0. Poi la reazione rabbiosa, di carattere, che ti porta al pari. Un'azione, partita dai piedi di Nuytinck, passata da De Maio spintosi in attacco in cerca di riscatto, e conclusa, come sempre, da De Paul, l'unico tra i bianconeri a vedere la porta, l'unico ad essere decisivo negli ultimi venti metri.

Trovo diversi parallelismi tra queste due partite. Come ad Empoli anche a Brescia l'Udinese dimostra di essere nettamente, per gioco e gamba, superiore al proprio avversario non riuscendo però a portare a casa i tre punti. Una superiorità manifesta in tutto ma non nel risultato. Perché il tabellone del Rigamonti alla fine mostra 1 a 1 e sono 4 i punti regalati ad una squadra che palesemente è tra le più in difficoltà di tutto il campionato.

Sta lì il problema, non puoi non vincere partite del genere, non puoi festeggiare alla fine per un pareggio quando crei così tanto. Non è soddisfatto Gotti, non è soddisfatta la squadra, perché ieri la dovevi portare a casa e basta. Mi ricordo le parole post Empoli dell'allora ditì Pradè: "Se non vinci con questi con chi puoi vincere". Ieri sera ho pensato la stessa cosa e credo in società l'abbiano pensata in molti. Il Brescia era avversario da battere a tutti i costi, porta stregata o meno. 

Vero che si è messa di mezzo anche la sfortuna (due traverse sanno proprio di sfiga) e un Joronen in versione Superman, ma va detto che certe occasioni non le puoi sprecare. Arrivi lì, ad un passo, la devi buttare dentro. C'è poco da fare, l'essenza del gioco del calcio è il gol, quello fa sempre e comunque la differenza. 

Che può fare Gotti? Si vede che c'è un gioco, si vede che il tecnico ha dato un'identità ben precisa. Più di dare un'organizzazione precisa, di predisporre azioni da gol (ieri tantissime e clamorose) non può fare. Certo, si dovrà lavorare ancora dietro, dove gli errori continuano ad essere una costante

1 a 1 e alla fine quasi quasi ci diciamo che tutto sommato è andata bene e che sarebbe potuta finire peggio. Partita assurda e ora due avversarie difficili, Verona e Bologna. Bisogna trovare gol e punti, perché dietro Lecce e Genoa corrono. 

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 10 febbraio 2020 alle 10:17
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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