Tra gli eroi che hanno riportato il trofeo dell'Europa League in casa degli Spurs, c'è un po' di Friuli - Venezia Giulia. Si tratta del portiere Guglielmo Vicario, nato e cresciuto a Udine e che proprio nella sua città il 13 agosto si giocherà la Supercoppa Europea contro la vincente di Paris - Saint Germain - Inter.
In un intervista esclusiva a Cronache di Spogliatoio, Vicario ha raccontato tutta l'emozione provata nel vincere questo trofeo, con un gruppo che rispetta e ammira. Ha parlato molto soprattutto di Son, un giocatore a suo dire "di una bontà eccezionale, sono contento di aver contribuito a questo suo successo con la maglia del Tottenham: era 10 anni che lo cercava, ha giocato magari con rose anche più forti, con giocatori di livello letteralmente mondiale, che però non c’erano riusciti. È qualcosa che ci legherà a vita e ce lo porteremo dentro per sempre".
E poi il fatto che questo trionfo lo porterà a giocarsi un altro titolo proprio a casa sua. Udine, dove Guglielmo è nato e cresciuto, il Bluenergy Stadium - ai suoi tempi Stadio Friuli - casa dell'Udinese dove lui ha fatto qualche anno di percorso a livello di giovanili prima di partire verso altri lidi. Ci ha pensato, al fatto che questa coppa si sarebbe giocata proprio a Udine; ma c'è stata anche parecchia scaramanzia:"A inizio stagione, per un po’ di sana scaramanzia non ci ho voluto mai pensare troppo, perché ti sembra un qualcosa che non accadrà mai, che è irrealizzabile. La bravura, il fatto di averci creduto da parte nostra… è un po’ il segno del destino. Ci sarà questo cerchio che si andrà a chiudere proprio a Udine, giocando in un’altra competizione europea, nello stadio in cui sono cresciuto, dove andavo a vedere la squadra della mia città. L’opportunità di giocare questa finale a casa è qualcosa di indescrivibile. Non saprei da dove partire, perché è un cerchio che si chiude, qualcosa che mi voglio vivere al 100%".
Partito dalla serie D al Fontanafredda, ora può vantare di aver vinto un titolo europeo: "È una storia fantastica. Il cerchio che si è chiuso ieri sera parte da lontano. Sono stati 10 anni di grandi esperienze in ogni categoria. Ho ricevuto tantissimi messaggi dai miei ex compagni del Fontanafredda in D. Queste sono emozioni impagabili".
"Adesso, a metà giugno, ci sono i 100 anni del Fontanafredda, a cui voglio a tutti i costi essere presente. Tornare là, dove tutto è iniziato, da campione d’Europa, è qualcosa che non avrei mai minimamente potuto immaginare. Sono sicuro che i miei ex compagni di Fontanafredda ne sono orgogliosissimi e posso dedicare anche una parte di trofeo a loro per avermi aiutato a formarmi e guidarmi in questo percorso vittorioso. Ora sono in Eccellenza, hanno fatto un buon campionato, certo che li seguo! Poi, tra l’altro, l’allenatore del Fontanafredda attuale è il mio ex capitano di 10 anni fa. Quindi seguo i risultati. Hanno fatto un ottimo campionato, non sono riusciti a essere promossi. Faccio il tifo per loro: spero che tornino presto in D".
E poi un desiderio: "Sarebbe bello un giorno, tra qualche anno, portare Son a vedere il Fontanafredda".
Un emozione che fatica a descrivere, che ha condiviso con chi gli è sempre stato a fianco: famiglia ed amici. amici: "Allo stadio c’era uno dei miei migliori amici, con cui sono cresciuto, e fare la foto insieme con la coppa, con la medaglia al collo, io e lui… indescrivibile. Siamo cresciuti veramente uno fianco all’altro".
Sono stati tanti anche i messaggi che ha ricevuto: "Un altro mio amico prima della partita mi ha scritto: ‘Mi raccomando, comportati come quando giocavamo a calcio in riva al mare e tu ti tuffavi in mezzo ai bidoni della spazzatura, mentre io ti calciavo’. E poi alla fine vinci davvero. Sono messaggi che ti riempiono veramente il cuore per quello che poi alla fine è il percorso a cui sono andato incontro e che ho avuto la fortuna di fare, che si è chiuso con questa ciliegina sulla torta ieri sera".
Ora la sua Udine lo aspetta per la Supercoppa; e per vederlo, chissà, alzare un trofeo in quella che è effettivamente la sua casa.
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