Premessa doverosa, chi vuole leggere di calcio e di cose tecniche vada in altre sezioni del sito, in questo pezzo voglio esprimere i miei più sinceri ringraziamenti a Giuseppe Pezzella, perchè il suo comportamento estivo mi ha fatto capire tantissime cose: quanto conti essere dei professionisti, quanto sia importante, nel calcio moderno, il conto in banca e quanto la riconoscenza, nei confronti di chi ti ha lanciato nel mondo del calcio, non sia ormai inesistente. Nell'ultima partita giocata con l'Udinese, nonostante la cessione, è stato super professionale, ma ci sono un po' di situazioni precedenti che non è che mi siano piaciute tanto. Prima però, un po' di storia.

Giuseppe Pezzella viene lanciato dal settore giovanile del Palermo, un vivaio molto fertile. Nella stagione 2016/2017 un giovane Roberto De Zerbi lo lancia a soli 19 anni titolare in Serie A contro, ironia della sorte, l'Udinese. La partita per i rosanero finirà malissimo, con una sconfitta per 1-3 sancita dalle prodezze di un Fofana che non rivedremo più così per molto tempo. Non è solo il match a essere complicato per i siciliani, ma tutta l'annata. Zamparini come suo solito frulla allenatori come fossero palline di un giocattolo e arriva alla fine inevitabile la retrocessione. Nonostante tutto però Pezzella un po' di partite riesce a giocarle e si guadagna ben 10 gettoni in Serie A. Mica male per uno della sua età e per le difficoltà in cui è incappata la sua squadra.

Scesi in Serie B la cosa più logica per Pezzella sarebbe farsi un anno di formazione in cadetteria, per riuscire a crescere al meglio. Le offerte dalla A però sono tante e sono golose. L'Udinese ci punta tantissimo, offrendo ben 4,5 milioni. Zamparini non può far altro che accettare, pressato sia dai Pozzo che dallo stesso giocatore: "Provo dispiacere per Pezzella perché mi ha mandato una mail pregandomi di lasciarlo andare. Se uno non è convinto di restare a Palermo, non deve restare”. Francamente una persona così giovane che si comporta così mi fa pensare e molto, visto che è andato da chi lo ha tolto dalle strade per dargli una possibilità nel grande calcio e gli ha chiesto senza troppi fronzoli di essere venduto perchè aveva un'offerta migliore. Però vabbeh, potrebbe essere semplicemente una cattiveria pensata da me giornalista che sono il vero male del calcio. Diamo per dato di fatto che la scelta sia stata dettata dal fatto che i friulani sono noti per essere molto bravi nel lavorare con i giovani e quindi per fare la A rappresentano la scelta migliore.

Dunque Pezzella arriva all'Udinese, dove è appena stato confermato Delneri come allenatore e si spera nell'anno del grande rilancio bianconero. Il tecnico di Aquileia vede anche di buon occhio il ragazzo, tanto da dargli spazio fin da subito. Poi però subentra nella partita contro il Genoa e si fa espellere subito, mettendo in difficoltà una squadra che stava vincendo e aveva bisogno dei tre punti come il pane. Ecco che iniziano a serpeggiare dubbi sul ragazzo, troppo ingenuo nella circostanza. Il mister lo difende nei giorni successivi, ma sta di fatto che il suo spazio inizia a diminuire drasticamente, in campo è troppo fumoso, fa e disfa. Oddo gli dà un po' di chance quando scatta l'emergenza a sinistra, ma il giocatore non lo ripaga con prestazioni particolarmente spettacolari e infatti torna in panchina. Francamente tutto faceva pensare a un prestito in B, per proteggere il patrimonio. No il ragazzo vuol giocarsi le sue chance in A. Bene, accontentiamolo. Resta a Udine. Velazquez praticamente finge che non esista (primo indizio), Nicola lo tira fuori dalla naftalina per poi rimettercelo istantaneamente (secondo indizio), il ragazzo a questo punto chiede la cessione, ma a una squadra di A (terzo indizio). Mi dicono che tre indizi facciano una prova, forse con i piedi ci siamo, ma con la testa, calcisticamente parlando ben si intenda, non ci siamo proprio. Il Genoa cerca un esterno sinistro tutta fascia, il ragazzo lo sa fare. Si tratta un attimo sulle condizioni e Pezzella diventa un Grifone, anche se poi in campo sarà più un pulcino. Cinque partite, poco più di 100 minuti giocati e un rosso diretto. Bottino da disastro completo.

Nonostante tutto Di Biagio lo convoca per l'Europeo Under 21. È la grande occasione, nonostante tutti i no a una vera possibilità di crescere Pezzella può giocare in azzurro e dimostrare a tutti che si stanno sbagliando. Gioca una sola partita su tre, quella contro il Belgio, e la gioca pure bene. L'Udinese contemporaneamente non riscatta D'Alessandro. Bene, è fatta, ci siamo, la strada è spianata per la titolarità del ragazzo e la sua definitiva consacraz...no. C'è infatti il Parma a caccia di un terzino e pensa anche a Pezzella, offrendogli un ingaggio più alto rispetto a quello percepito in Friuli. Il neo è che ci sarebbe un pizzico di concorrenza (Laurini e Iacoponi possono giocare anche da quel lato), ma è un'inezia, Gagliolo viene ceduto e lo spazio si trova. Ci vogliamo pensare due volte? Ma assolutamente no. L'Udinese fa resistenza, prova a convincere il ragazzo, ha fatto un investimento importante, ha creduto in lui fin da subito tenendolo in A, assecondando le sue richieste e facendogli tabula rasa nel suo ruolo pur di farlo giocare. Niente da fare, da oggi Pezzella è un nuovo giocatore del Parma, con un contratto ancora fresco a cifre maggiori rispetto a quelle garantite dall'Udinese.

Quindi grazie Beppe, grazie perchè mi hai insegnato che non conta chi ti dà una chance per confrontarti coi migliori, grazie perchè mi hai insegnato che non importa se la casacca sia bianconera, arancioneroverde, rossonera, gialla, l'importante è che l'ingaggio sia migliore. Quindi grazie di questo preziosissimo insegnamento, guai a pensare che un calciatore abbia un po' di riconoscenza verso la piazza che lo ha lanciato. 

Sezione: Focus / Data: Mer 28 agosto 2019 alle 14:00
Autore: Davide Marchiol
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