Scriviamo 24 ore abbondanti dopo la gara per lasciare spazio ai commenti di chi ne sa di più (anche a giudizio di alcuni canottieri, con cui siamo peraltro d'accordo) e, oggi, alla chiusura (finalmente!) del calciomercato italiano. Squadre complete, finito, se ne riparla a tempo debito.

Scriviamo 24 ore dopo una vittoria che mi schiaffeggia la bocca sui dubbi che avevo avuto dopo le prime tre gare: piaccia o meno, Sottil ha un piano-partita e la sua squadra lo porta a termine con diligenza e intensità. Lo fa battendo una Fiorentina pallidissima, schiava delle figurine acquistate ma soprattutto della mancanza di un'idea alternativa al proprio schema ruminato di gioco.

E arriviamo a bomba.

Non nascondiamo di considerare Italiano un buon allenatore. Non nascondiamo altresì la sensazione che, umanamente, non ci andremmo mai a prendere un caffè assieme. In campo è esagitato, spesso pensa che entrare in campo sbraitando possa cambiare le cose ma non sempre va così. Troppo spesso pensa che la sua idea di gioco sia l'unica cosa che conta, ma pare proprio non sia così. Ancor peggio in sala stampa, ad un collega che gli rimprovera di aver cambiato troppi effettivi rispetto alla gara precedente, risponde 'dato che lei sa tutto mi dica lei qual è la squadra titolare... me lo dica....' Il collega fa il suo mestiere, le domande; se Italiano è abituato a quelle accomodate e accomodanti non è causa nostra. Aggiunge che avevano la gara in mano, che hanno tenuto palla per l'80% del tempo, che hanno subìto rete nell'unico quarto d'ora in cui l'Udinese si è proposta ammettendo, però, di essere preoccupato dalla sterilità offensiva dei suoi.

Io lo capisco: a botta calda, dopo che la palla l'hanno avuta fra i piedi per la maggior parte del tempo Igor e Quarta; dopo che l'unica parata vera (nel primo tempo) Silvestri l'ha fatta su Quarta, testata a seguito di un corner, dopo che Barak (sovrappeso?) e soci si sono fatti 'mangiare in testa' da Makengo e soci; dopo che Cabral (e Jovic per gli ultimi dieci minuti scarsi) non hanno avuto una palla giocabile; dopo una gara così, persa meritatamente e senza appello, è difficile essere accomodanti. Resta il fatto che il collega aveva ragione. Punto.

L'Udinese vince perché nel primo tempo aggredisce altissima l'avversaria, sfrutta l'errore clamoroso di Venuti e nella ripresa si compatta dietro la linea della palla e aspetta (inutilmente) il serrate viola; come Drogo, accoccolato sugli spalti di un castello, in attesa di torme di Tartari che non arriveranno mai.

Sofferenza più per noi in tribuna che per i ragazzi in campo, tutti meritevoli di voti alti ad iniziare dal primo uomo-pressing, Gerardino nostro, che dimostra come Monza sia stata semplicemente una serata storta; per chiudere con il giovane Bijol, il quale vorrei però vedere alle prese con avversari più in palla.

Sulla rete realizzata lungo check del VAR-ista, anche per le reiterate proteste di tutto il popolo fiorentino in campo; troppo evidente l'errore del laterale in viola, non nuovo a qualche indecisione di troppo in campo, il quale di lì in poi faticherà a ritrovare il bandolo della matassa concedendo una serata gloriosa al solito, londinese Udogie.

Stavolta la sfida fra Sottil-padre e figlio la vince il più anziano; il ragazzo, tenuto in panchina in grazia del cosiddetto 'turnover', entra tardi e incide poco, così come Amrabat che io schiererei sempre. Ed è giusto così: Andrea ha la solidità e l'umiltà di chi ha avuto sempre tutto con grande sofferenza. Non ho mai avuto gran simpatia per gli allenatori-ex-difensori, ma piuttosto che altri meglio uno che i nostri colori li ha indossati in momenti non sempre gloriosi. Dicevo nel dopo-Monza che non pareva ancora avere in mano le coordinate della squadra, in questo rimbrottato dai colleghi brianzoli; ieri sera ha disegnato un progetto di gara semplice ma difficile da applicare, che i suoi invece hanno reso fattibile con abnegazione. In ciò favoriti, lo ripeto, da un'avversaria che ha dimostrato impotenza di fronte ad un risultato da recuperare: Lozano l'aveva risparmiata domenica sera, Beto invece no.

Beto, appunto: finché la pompa lo ha sorretto ha disputato la gara perfetta, attaccando avversari e spazi, allungando la squadra, permettendo ai suoi centrocampisti di salire e ai compagni di difesa di respirare senza patemi. Nella ripresa è sceso di tono, ma era prevedibile; bravo stavolta Success a sportellare e far guadagnare spazio, tempo e punizioni alla sua squadra.

Per il poco che ci ha mostrato, mi pare che questo Ehizibue sia stato ingiustamente crocifisso dalla tifoseria sociale, pronta a bollare come 'bidone' qualsiasi giocatore non conosciuto (da altre parti arriva un carneade finnico-teutonico con presenze nella Zweite Bundesliga e viene esaltato quasi fosse il nuovo Nesta); ha gamba, presenza fisica e vede il gioco. Speriamo continui e soprattutto che lo assista la voce dell'Altissimo cui presta particolare attenzione.

Un 'più' lo merita la menzione, nel prepartita, verso il povero Davide Astori. Il '13' viola era un Signore, con la esse majuscola, e si merita di non essere dimenticato. Specie a Udine, dove la sua giovane vita è terminata.

Un meno all'infortunio di Adam Masina. La gravità è parsa chiara a tutti sin dal movimento forzato ed innaturale del ginocchio. Oggi i comunicati ufficiali parlano di 'importante distorsione', che in ortopedichese significa spesso legamenti saltati. Speriamo non sia così. ma... Sarebbe gravissimo: per l'Udinese, che perderebbe un componente solido della difesa; per lui, che si perderebbe il mondiale con la nazionale marocchina.

E adesso? Roma. Contro la Mourinhese sarà un discorso diverso. I giallorossi non sono ancora belli e impossibili, ma cinici e durissimi da affrontare questo sì. Hanno affrontato la miglior Juventus della stagione accettando gli schiaffi del primo tempo, minimizzando i danni e sfruttando forse l'unica occasione a favore nella ripresa. La vittoria sul Monza non fa testo, troppo teneri i biancorossi per opporre una qualche resistenza, Stroppa resta sulla graticola nonostante le rassicurazioni della società ma fossi in lui mi preoccuperei; chissà se anche stavolta l'attempato proprietario dei brianzoli accamperà scusanti arbitrali. Per la sua dignità speriamo lasci perdere i direttori di gara e si concentri su una squadra messa su contando sui giorni del condor che non ci sono stati.

Impegni di famiglia, cose importanti, ci impediranno di arrampicarci in tribuna stampa e ci dispiace; lasciamo orfani Direttore e Barone, coppia affiatata del gol per i quali spesso sono un caotico generatore di disturbo. Non mancheremo, però, di guardare la gara e commentarla, come sempre accade, come ca**o ci pare.

Un piccolo off topic: domani a Lignano si rinnova, in veste differente, il tradizionale Lignanobasket. È stato intitolato a Mario Bortoluzzi, uomo di basket ma di sport in generale; Marione, chiamatosi fuori da questo mondo troppo presto. Bravo Davide Micalich che non se ne dimentica, mai; brave le squadre che si affronteranno (Cividale, Rimini, Forlì e Skrljevo); bravo lui, dovunque sia, che ride di noi. Grande Marione, sempre assieme a noi.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 02 settembre 2022 alle 01:00
Autore: Franco Canciani
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