A Roma l’Udinese tiene il campo come e meglio dell’avversaria per un’ora abbondante; poi paga una decina di minuti di pressione giallorossa e subisce la rete decisiva intenerendosi mentre De Rossi crolla a terra a centrocampo.

Punto e a capo.

Le gare equilibrate fra una squadra forte ed una meno le decidono i particolari: un errore difensivo (vero Samir?), un’invenzione, la freddezza di un centravanti che non segnava in casa da quando cantavano i Righeira.

Peccato: l’Udinese di Tudor ha ormai asseverato la certezza di poter tenere il campo dovunque, contro chiunque, e se in casa si farà il proprio dovere questo rappresenti il viatico per una nuova stagione nella quale la chiesa, leggasi supporter e gioco, venga rimessa al centro del villaggio.

Sotto una pioggia torrenziale e non esattamente contro la migliore Roma degli ultimi anni, l’Udinese parte meglio e sfiora la rete più spesso dei padroni di casa. Il vecchio lupo di mare che allena i giallorossi, nel dopogara, sosterrà che questo era il piano, essendo la sofferenza durata, ai suoi occhi, una mezza dozzina di minuti.

Mente sapendo di mentire, Claudio: i bianconeri soffrono zero nella prima frazione di gioco, concedono poco di più nella ripresa e tutto sommato rimproveri non glieli potrei rivolgere. Ma Ranieri la porta a casa, lo applaudo e lo abbraccio perché ad una persona così non si può che volere bene.

Niente rimproveri ai bianconeri. Forse qualcosa, sì.

Avrei cambiato qualche minuto prima un centrocampista, o una punta, con un Pussetto in grado, come quasi nessuno in massima serie, di ribaltare la fase da difensiva in offensiva. Per il resto Igor mette, nel finale, cinque giocatori d’attacco (pessimo l’apporto di Teo, lontanissimo financo dall’idea di giocatore di calcio) e non possiamo certo dubitare della sua voglia di impattarla. In fondo, poi, di contropiedi non se ne sono presi e la gara mai sarebbe potuto finire 0-2.

Peggiore in campo il cronista della televisione a pagamento, famoso ed ormai preda del proprio personaggio, il quale di questi tempi cerca di accendere i fari su sé stesso piuttosto che sulla gara. Chiunque dica ‘ha dimostrato di poter fare all’occorrenza anche il laterale’, riferendosi al laterale Nacho Pussetto, mostra impietosamente il proprio grado di conoscenza di chi militi in squadre di un piano, ai loro occhi, inferiore.

La verità è che l’Udinese ha retto fino a quando il campo ed il meteo non hanno appesantito i garretti di Rodrigo De Paul, autore di un primo tempo fantascientifico nel quale ha mostrato di essere tornato il ‘diéz’ capace di attirare occhi interessati di grandi squadre su di lui. Calato RdP, vera spina nel fianco della difesa giallorossa, anche Okaka e Lasagna hanno arretrato il raggio d’azione, consentendo a Fazio e Manolas di giocare sulla linea di centrocampo accorciando la squadra e pressando l’Udinese nella propria trequarti. Detto ciò, Musso di parate decisive ne fa una sola, il suo collega romanista anche ma il palo di De Maio significa che questa gara è stata del tutto in equilibrio.

Detto ciò, e reso onore (ancora una volta) a Tudor che di questa squadra ha cambiato mentalità, disposizione, piglio e voglia (ma la difesa a tre avrebbe, amico mio dalmata, decisamente stancato), l’Udinese perde una gara per errore e demerito propri; la Roma passa all’incasso e lascia acceso un lumicino-Champions, anche se credo Atalanta e Milan se la meritino ben di più.

Adesso per l’Udinese recupero contro la Lazio (reduce dalla sconfitta di Milano, con espulsione di Inzaghi e megarissa finale nella quale un giocatore, credo Patric, colpisce proditoriamente Kessie) e gara, fondamentale, il sabato prima di Pasqua contro il Sassuolo di De Zerbi. Le possibilità (tante) di cavarsi dall’impaccio prima delle gare contro Inter e Cagliari di fine campionato sono molte, specie se l’Udinese giocherà come nelle ultime quattro gare disputate.

A proposito di quel che accade su altri campi, preferisco non esprimere opinioni. Preferisco anzi non averne, non credendo a complotti, biscotti, soliti accordi in sol settima ma solo a differente interesse verso le cose di questo campionato.

Cito però il Titolo III dell’Ordinamento dei campionati e delle gare. Il quale, all’articolo 48 comma 3 recita così: "In tutte le gare dell'attività ufficiale è fatto obbligo alle società di schierare in campo le proprie squadre nella migliore formazione consentita dalla loro situazione tecnica’’. Amen.

Ognuno tragga le proprie conclusioni. Intanto stasera De Jong, gioiellino dell’Ajax, si è infortunato nel 6-2 contro l’Excelsior e forse ha ragione chi schiera Gozzi, Nicolussi-Caviglia e Mavididi.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 14 aprile 2019 alle 07:00
Autore: Franco Canciani
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