Andrea Sottil ha presentato in conferenza stampa il match cruciale al Bluenergy Stadium contro il Lecce. L'Udinese non ha ancora vinto ma per l'allenatore piemontese è una questione di testa.
Tanti fatti extra campo in questa sosta, vi ha disturbato? Com'è andata la sosta?
Ne abbiamo preso atto, non ci hanno disturbato in maniera importante perché siamo concentrati su altre cose per noi molto importanti. È stata una sosta nel segno del lavoro, con il Rijeka ha giocato chi ha visto meno il campo per dare minutaggio. Questa è stata un'altra buona settimana di lavoro con grande concentrazione per essere pronti in vista della gara di lunedì. Non ho mai visto i nazionali. Poi alcuni hanno giocato come Bijol e altri che invece non hanno visto il campo e hanno perso due settimane d'allenamento, perché in nazionale l'allenamento non può essere ai livelli del club. Poi c'è stata la gestione degli infortuni. Per alcuni è stata la prima settimana utile per recuperare, per fare cure e tornare attivi al top in questa settimana. Per chi ha potuto lavorare per tutti e 13 i giorni è stata un'ottima sosta, hanno potuto perfezionare alcuni principi di gioco, altri hanno alzato il livello atletico. L'aspetto mentale poi spesso non viene preso in considerazione, ma ritrovare la serenità è un valore aggiunto. Cercare di andare sopra a tutto. Questa serenità l'ho vista, un gruppo determinato che ha affrontato gli allenamenti come piace a me.
Ha l'impressione che si amplifichi un po' il momento negativo?
Potrei sembrare di parte e faccio una premessa. Sono una persona molto equilibrata che sa riconoscere sbagli ed errori, mi ritengo molto obiettivo soprattutto con me stesso. Penso di esserlo sempre stato. Secondo me tutti sappiamo, tutti vogliamo conquistare la vittoria, però l'ho detto un po' di tempo fa, serve volere un po' più di bene all'Udinese, può succedere di incontrare un periodo più difficile, ma non vedo questa catastrofe che si sta dipingendo. In ogni cosa si vuole vedere il male, il peggio. Poi però sono anche il primo a riconoscere che dobbiamo invertire la rotta.
Vedremo quindi una squadra più determinata?
Non ho visto una partita così disastrosa come è stata dipinta con l'Empoli, abbiamo avuto le nostre occasioni, così come gli avversari. Poi bisogna invertire la rotta come ho detto ai ragazzi, tra di loro deve scattare la voglia di cambiare passo e questa voglia l'ho vista. Spero ci sia uno stadio pieno come spesso hanno fatto vedere i tifosi, che spinga la squadra. Ho sempre cercato di tenere alto il morale della squadra, ho detto ai giocatori di isolarsi pensando solo a ciò che serve per vincere lunedì. Bisogna lasciare tutto quello ce è fuori dal campo a me perché è il mio mestiere. L'importante è che i tifosi ci spingano, hanno sempre mostrato grande intelligenza e lunedì dovranno spingerci.
Mentalmente come state? Il doppio trequartista è un'idea?
L'aspetto mentale ora per me è quello più importante, perché se sei ansioso è difficile giocare a calcio. Per cambiare moduli, compiti e altro serve serenità, se giochi con un macigno sulla testa diventa difficile, chi ha giocato come me e chi allena come me sa che l'aspetto mentale nelle giocate incide molto. Lo vediamo nei grandissimi campioni. Ho quindi lavorato per portare la squadra a ritrovare la gioia nel giocare a calcio, come quando si è bambini nel cortile. Poi ci sono giocatori con un vissuto più importante, chi è più sereno di base, dobbiamo riuscire tutti a ritrovare la giusta leggerezza. Per quanto riguarda i trequartisti noi abbiamo mezzali di ottimi livello, poi la cosa più sbagliata è fare paragoni con l'anno scorso, perché ogni stagione fa storia a se. Pereyra sappiamo che può giocare ovunque, spesso poi giochiamo con il doppio trequartista, Pereyra da quinto spesso entra in area, Samardzic spesso attacca l'area, Thauvin fa il trequartista. Per me non è una questione di modulo, ma di ritrovare la spregiudicatezza di giocare a calcio, dobbiamo attaccare con tanti uomini, dobbiamo essere più presenti, le mezzali devono alzarsi di più i terzi di difesa devono guidare di più la palla, questo dobbiamo fare. Non è questione di cambiare modulo.
Ci può fare un punto sugli infortunati?
Davis e Masina stanno continuando il percorso di reintegro, il rientro sarà la prossima settimana più o meno. Con loro navighiamo a vista, quando fai un lavoro propedeutico al recupero serve attenzione, ma non manca molto. Semedo è un po' più indietro. Ehizibue è ai primi approcci con la squadra quindi è prossimo al rientro. Per Davis e Masina sono circa due mesi di recupero, le vacanze di solito durano un mese scarso, poi ci vogliono sei o sette settimane per condizionarlo, la stessa cosa vale per gli infortunati, chiaramente quindi quando rientrano in gruppo tornano ad allenarsi con la squadra, per essere al meglio devono fare un mesetto poi di lavoro con la squadra.
Lovric è uno dei giocatori che in nazionale ha giocato meno stavolta
Chiaramente bisogna tenerne conto, Lovric è un giocatore importante per questa squadra. Quando vai in nazionale perdi un po' il ritmo, valuterò come sempre alcune situazioni, più di altre volte, come sempre per me conta l'undici migliore per la partita più importante. Poi come sempre c'è da impattare la partita e pensare a piani per cambiarla in corsa, farò valutazioni molto serene come sempre.
La vicinanza di Gino Pozzo un segnale importante?
Leggo di una situazione disastrosa e sembra che qui dentro ci sia confusione, ma è il contrario. Gino Pozzo è anche venuto per confrontarsi con me, con lo staff, con qualche calciatore. È il segnale di una proprietà presente, che capisce il momento. Di questi momenti l'Udinese ne ha attraversati tanti e per superarli bisogna stare uniti, lo ha fatto Gino Pozzo, Giampaolo è sempre qua, poi gli unici che possono invertire la rotta siamo noi, però chiaramente quando ero calciatore per esempio vedere il presidente al campo mi stimolava e penso il concetto valga anche ora.
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