Il verdetto è arrivato, e fa male. La CDA Volley Talmassons FVG, dopo una stagione vissuta sempre con il cuore oltre l’ostacolo, ha dovuto dire addio alla Serie A1. La sconfitta contro Il Bisonte Firenze ha segnato la matematica retrocessione, mettendo fine a un’avventura straordinaria e difficile, fatta di battaglie, sacrifici e di un gruppo che non ha mai smesso di crederci.
La partita ha raccontato perfettamente la stagione delle Pink Panthers: la voglia di lottare, la determinazione di restare aggrappate a ogni punto, ma anche qualche ingenuità e la difficoltà nel gestire i momenti chiave. Alla fine, ha prevalso la squadra toscana, più esperta e cinica, che ha saputo sfruttare le occasioni nel modo migliore. Ma non è stata solo questa gara a condannare Talmassons: il destino si è scritto nel corso di tutta la stagione, con troppi punti lasciati per strada nei momenti cruciali e un divario con le squadre più attrezzate che si è rivelato troppo difficile da colmare.
Una squadra che ha dato tutto, ma serviva un’impresa. Nessuno può dire che la CDA non abbia lottato. La squadra di coach Barbieri ha affrontato la Serie A1 con umiltà e dedizione, consapevole di essere una neopromossa con il compito più difficile di tutti: salvarsi in un campionato spietato, dove l’esperienza e la profondità del roster fanno spesso la differenza. Le difficoltà erano evidenti sin dall’inizio. Un mercato estivo complicato, condizionato dai tempi ristretti della promozione ottenuta ai playoff, ha costretto la società a rincorrere i rinforzi senza poter scegliere con calma i profili ideali. Alcuni tasselli sono arrivati in ritardo, altri si sono rivelati meno incisivi del previsto. Il caso più emblematico è stato quello di Yana Shcherban, ingaggiata per essere il punto di riferimento offensivo della squadra, ma che a stagione in corso ha scelto di abbandonare il gruppo per accettare una proposta dall’Indonesia, lasciando un vuoto difficile da colmare.
Nonostante tutto, la squadra ha sempre reagito. L’arrivo di Maja Storck ha dato nuova linfa all’attacco, mentre giovani come Piomboni e Pamio hanno saputo ritagliarsi un ruolo importante. La crescita di giocatrici come Eze e la solidità di Botezat e Kocic a muro sono stati punti di forza innegabili. Ma, per salvarsi, sarebbe servita un’impresa oltre i limiti delle possibilità.
Coach Barbieri, il condottiero che ha sempre creduto nel gruppo. Se c’è una figura che merita un grande applauso, è sicuramente coach Leonardo Barbieri. Dopo la promozione, ha dovuto ricostruire la squadra da zero, senza poter contare sulle sue "campionesse", protagoniste della cavalcata in A2. Ha saputo dare un’identità chiara al gruppo, lavorando su un sistema di gioco competitivo, capace di mettere in difficoltà squadre di alto livello, come dimostrato nei match contro Scandicci, Chieri e Milano. Forse, con un paio di innesti in più nel mercato invernale, il finale sarebbe potuto essere diverso. Ma le opportunità sul mercato erano limitate e la CDA ha dovuto giocarsela con le armi a disposizione. Il suo futuro sarà ancora in Friuli? Se ne riparlerà tra qualche settimana, consapevoli che lo staff ha fatto tutto il possibile per tenere in alto questi colori.
Un pubblico da Serie A1 e una società solida: il futuro è già iniziato. Se c’è una certezza che questa stagione ha lasciato, è che Talmassons ha voglia di pallavolo di alto livello. Il pubblico è cresciuto partita dopo partita, trasformando il palazzetto di Latisana in una vera casa per la squadra. Il calore dei tifosi, il loro sostegno incondizionato, le trasferte organizzate per seguire le Pink Panthers anche lontano dal Friuli: tutto questo è stato il segnale che la Serie A1 non è stata solo un sogno, ma un obiettivo da riconquistare.
E su questo è stato chiaro il Direttore Sportivo Gianni De Paoli: “Ora sappiamo cos’è questa categoria. Vogliamo riuscire ad allestire una squadra avendo più tempo a disposizione. La cosa che mi dispiace di più è non essere riusciti a regalare un altro anno di A1 a questo pubblico fantastico. Sicuramente per le ragazze questo è stato un anno che può regalare grande esperienza. Il divario con gli altri roster è stato ampio e raggiungere la salvezza sarebbe stato come compiere un miracolo. La nostra scommessa sulla A1 era anche una scommessa sul territorio, e in questo senso è una scommessa vinta. Il Friuli ha voglia di pallavolo e di A1, e partiremo da questo per agire con ancora più determinazione per farci trovare pronti in futuro”.
Le ultime due partite: onorare la stagione e salutare la Serie A1 con orgoglio. Ora restano due partite, contro Perugia e Busto Arsizio. Due gare che non cambieranno il destino della CDA, ma che saranno l’occasione per chiudere con dignità un’avventura indimenticabile. L’obiettivo sarà quello di lottare fino all’ultimo pallone, per rendere onore a un gruppo che ha dato tutto e a una società che ha già messo nel mirino il futuro.
La Serie A1 oggi si allontana, ma la sensazione è che sia solo un arrivederci. Quel che resta di questo bellissimo viaggio in è sicuramente una società solida, guidata dalla famiglia Cattelan, che ha ribadito di voler continuare ad investire per tornare a calcare al più presto questi palcoscenici. Con una programmazione più lunga, con un mercato più mirato e con l’esperienza maturata in questa stagione, Talmassons ha tutte le carte in regola per tornare. E chissà, magari per restarci a lungo.
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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