È definito attaccante il calciatore che ha l'obiettivo primario di realizzare gol per la propria squadra. Lo dice il manuale del calcio, più chiaro di così non poteva essere.
Eppure nella nostra amata Udinese chi sta davanti sembra saper far tutto fuorché quello. In rosa abbiamo attaccanti di sistema, bravi a smistare i palloni sulla trequarti e a dialogare con i centrocampisti, abbiamo attaccanti che danno una mano in fase di ripiegamento, attaccanti che sanno giocare anche sugli esterni, attaccanti veloci, altri fisici, altri ancora tecnici. Nessuno, lo dicono i numeri in carriera, che sappia buttarla dentro con una certa regolarità.
Pochi gol = pochi punti. Equazione elementare, perché alla fine per quanto se ne dica il giuoco del calcio è uno sport assai semplice. Dal 1863, anno in cui il football è nato in Inghilterra, ad oggi vince sempre chi segna un gol in più dell'avversario.
L'attacco bianconero, numeri alla mano, risulta essere tra i peggiori di tutto il campionato (peggio hanno fatto soltanto Parma, Genoa e Crotone, squadre sul fondo della classifica). Okaka (2), Lasagna (1), Deulofeu (0), Pussetto (3), Nestorovski (1) e Forestieri (1), tutti insieme, hanno realizzato 8 reti. Le altre 9 arrivano dai centrocampisti e dai difensori (3 De Paul, 2 Arslan, 1 Pereyra, 1 Zeegelaar, 1 Samir).
Più che questo dato preoccupa moltissimo l'elevato numero di occasioni clamorose sprecate dalle nostre punte. Basti pensare, senza andare troppo a ritroso, alle partite contro Crotone, Benevento, Juve e Bologna per capire che certi errori purtroppo si ripetono in modo sistematico.
Paradossalmente l'Udinese è delle squadre che crea di più, che riesce ad arrivare più volte davanti alla porta. Il gioco c'è, manca la finalizzazione. E' questo il vero grande problema dei bianconeri, acuito ancor di più dall'infortunio al crociato dell'unico giocatore che sembrava aver trovato un certo feeling con la rete, Pussetto.
Come risolverlo? I tifosi invocano l'acquisto di una punta in grado di andare con più facilità in doppia cifra ma di attaccanti, va detto, ce ne sono pochi sul mercato e quelli che ci sono hanno prezzi fuori portata, almeno per il momento.
Tocca trovare, quindi, una soluzione in casa. Gotti, nel secondo tempo del Dall'Ara, ha capito che se gli attaccanti non segnano bisogna far segnare i centrocampisti. Ovvio direte voi, tatticamente però non è cosa scontata. Fino ad oggi abbiamo chiesto a due mezz'ali offensive, quali sono Rod e il Tucu, di lavorare molto anche in fase difensiva. I due argentini hanno avuto pesanti compiti in fase di ripiegamento, che hanno poi tolto lucidità quando c'era da offendere. Svincolarli da compiti di marcatura, inserendo alle loro spalle due mediani di ruolo, e avvicinarli alla porta è la mossa che Gotti sta studiando per far fronte alle assenze in attacco (ko anche il Topa per un problema muscolare, oltre ad un Deulofeu ancora lontano dalla miglior condizione e ad un Okaka che deve ancora recuperare dall'operazione) e provare a segnare qualche gol in più. Anche Arslan e Mandragora, poi, sono giocatori che hanno la stoccata, il tiro da fuori e l'inserimento, e che sicuramente possono tornare utili per mettere a bilancio qualche gol.
Qualcosa di più, però, la deve fare per forza anche chi sta davanti, Lasagna in primis. Sottoporta serve aggiustare la mira. Maggiore cattiveria, maggior convinzione. Kevin deve aggredire l'area di rigore, buttarsi sui cross che arrivano, andare a cercarsi il gol negli ultimi venti metri. E' questo che da lui vuole Gotti. Qualche corsa in meno e qualche gol in più. Stesso discorso valido per Nestorovski.
Se l'Udinese aumenta il numero dei gol fatti (e magari registra la difesa che con l'assenza di Nuytinck ha ripreso a ballare) allora sì che la classifica può assumere una forma diversa, allora sì che si possono fare più punti. Senza gol, l'abbiamo ormai imparato, i risultati stentano ad arrivare.
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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