Che mercato è stato? Oggi un po' tutti ce lo chiediamo. Nessun colpo, l'Udinese si è limitata allo stretto necessario. Serviva riempire la casella dell'out di sinistra ed è arrivato Zeegelaar. Affare, annunciato da mesi, intra nos ma ormai anche questa è diventata un'abitudine. L'olandese ritorna in bianconero per fare il vice Sema, per dare un'alternativa a Gotti su quel lato. 

Vi aspettavate una punta da 15 reti a stagione? Vero che l'Udinese ha problemi in zona gol ma aspettarsi un acquisto del genere a gennaio, mese in cui storicamente l'Udinese fa poco o nulla, era utopia. Perché di attaccanti buoni sul mercato ce ne sono pochi e quei pochi costano. Se ne riparlerà, forse, più avanti. Qualcosa si sarebbe fatto, un'operazione però secondaria, qualora fosse uscito Teodorczyk ma di offerte per il polacco non è che ne fossero poi così tante. Alla fine, con l'Anderlecht che si è tirato indietro, è rimasto e quindi ai piani alti si è deciso che non serviva rimpolpare ancora il reparto. In ballo c'è stato il nome di Ljiaic, il serbo anche interessava ma non alle condizioni del Besiktas. Troppi i dieci milioni richiesti, troppo alto l'ingaggio dell'ex Fiorentina, Roma e Toro. Di altri attaccanti non se n'è mai parlato.

Avanti così, allora, anzi senza Pussetto. E' stata questa l'operazione che ci ha fatto tutti un po' arrabbiare. Perché l'argentino, nonostante in questa prima parte di campionato (causa acciacchi e scelte tecniche) si è visto pochissimo era pur sempre una risorsa importante. L'unico che ti permetteva di passare a 3 davanti. Voleva giocare, voleva più spazio, è finito, guarda caso, al Watford (cessione a titolo definitivo), dove non so sinceramente quanto spazio potrà trovare. Peccato, a Udine sono sicuro sarebbe potuto essere importante. La possiamo considerare una perdita? Assolutamente sì. Senza di lui l'Udinese perde qualcosa, perde potenziale offensivo, questo è chiaro. 

Difesa? Stesso discorso dell'attacco. Via Sierralta, mai tenuto in considerazione, via Opoku, ritenuto un triplone, dentro nessuno. Con De Maio alla fine rimasto in bianconero non si è ritenuto necessario aggiungere un innesto. Acquistare un titolare al posto di un Ekong in calo? Assolutamente no, non è mai stato nemmeno nei pensieri. L'alternativa, ripeto solo un'alternativa, poteva essere Prodl. 

A centrocampo il Barak visto fino ad oggi non è poi così tanto una perdita. Il ceco, non quello che ci ammaliava in coppia con Jankto, ha necessariamente bisogno di giocare con maggiore continuità. Una cessione che tutto sommato ci sta. Al Lecce in prestito, per rilanciarsi, per tornare poi a Udine da protagonista. Vederlo in panchina, o in qualche spezzone qua e là, ha poco senso. D'altronde con De Paul ancora bianconero non avrebbe mai giocato.

L'idea di Gino Pozzo era quella di toccare il meno possibile la squadra e così è stato. Per i piani alti eravamo già a posto così. Gotti ha in mano una rosa sufficiente per raggiungere l'obiettivo salvezza, per giocare le partite che mancano da qui al termine della stagione. Salvezza e nulla più, non serviva rilanciare, azzardare.

In molti mi avete chiesto se ci siamo indeboliti? Davanti second me sì, Pussetto, ripeto, è una perdita. Per il resto se ne sono andati dei giocatori ritenuti degli esuberi, gente che non giocava e non avrebbe giocato. Ovvio che allo stesso tempo non ci siamo nemmeno rafforzati. Siamo rimasti così, come eravamo al 31 dicembre. 

Il vero colpo? Come sempre aver trattenuto De Paul, Fofana e Okaka, giocatori per i quali, veramente, c'erano delle offerte anche abbastanza importanti. Accontentiamoci di questo, come spesso accaduto in passato. La loro partenza sarebbe stata davvero un azzardo. A gennaio non si compra ma, fortunatamente, non si vende. 

Si venderà, quello sì, in estate. Quando i big partiranno. Sarà un'estate rivoluzionaria, ve lo assicuro. Prima però pensiamo al campionato.

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 01 febbraio 2020 alle 10:54
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
vedi letture
Print