In una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, il presidente della Lega Basket Serie A Umberto Gandini ha raccontato i suoi cinque anni a capo della LBA, spiegando innanzitutto di cosa va più fiero nel suo operato: "Prima di tutto, per l’importanza ritrovata dalla pallacanestro di Serie A nello scenario dello sport italiano. Pur essendo l’unico sport di squadra professionistico, oltre al calcio, il basket non aveva da un po’ di tempo quella rilevanza che meritava. Oggi la Lega è un interlocutore presente nei tavoli dove si decidono le sorti del movimento sportivo. Fa molto piacere riscontrare l’incremento dell’affluenza di pubblico, nonostante i limiti congeniti delle infrastrutture, con la novità di Tortona di questi giorni. La voglia di tornare a seguire lo sport dal vivo, dopo il Covid, ha fatto da traino. E gli eventi della Lega, in particolare la Final Eight di Coppa Italia, sono diventati delle gemme nel panorama sportivo nazionale. Sono contento, poi, del boom digitale, grazie anche alla creazione di contenuti originali sulle nostre piattaforme. La Lega e i suoi club hanno avuto la capacità di cambiare linguaggio in un momento di grandi sfide nella fruizione del prodotto per l’industria dell’intrattenimento e dello sport".

Poi, sui diritti tv: "Durante la pandemia siamo riusciti a mantenere il valore invariato, nel triennio successivo siamo passati da 1,6 a 4 milioni annui. Nessuno mi può imputare di non aver fatto un buon lavoro sui diritti tv. In generale, il fatturato della Lega, durante la mia presidenza, è quasi raddoppiato fino a quota 12 milioni. Il contratto con l’advisor Infront assicura entrate importanti fino al 2030. Le sponsorizzazioni sono andate sold out e nella prossima stagione il rinnovo del title sponsor è segnalato in notevole incremento, proprio per il lavoro svolto in questi anni. Di fronte al rischio che i proventi audiovisivi calassero, abbiamo dato una svolta con il progetto della LBATv che consente una stabilizzazione dei ricavi per i prossimi 5 anni. Abbiamo raggiunto un accordo con Deltatre che, accollandosi gli oneri di produzione e distribuzione, garantisce introiti in linea con il ciclo precedente e prevede un meccanismo di revenue sharing oltre una certa soglia di abbonamenti. Questa è una maratona, non una corsa di 100 metri. Parliamo di un progetto quinquennale, la cui crescita dipenderà dal numero di persone che decideranno legalmente di acquistare l’abbonamento e dalla capacità del basket nel suo insieme di dialogare con gli appassionati".

Infine, sulle motivazioni che hanno portato alla scelta dell'attivazione di una propria piattaforma di streaming: "Altre organizzazioni hanno iniziato a seguire questa strada, dal volley con il fondo Cvc alla Ligue 1 di calcio. Durante le trattative con i broadcaster, ci siamo resi conto che i costi di produzione degli eventi sportivi vanno a pesare, in alcuni casi, quasi come i costi dei diritti, almeno per quei contenuti che non sono mainstream. Tutte le piattaforme Ott cercano di ridurre queste spese e fanno offerte al ribasso. Di conseguenza, la valorizzazione della Serie A di basket sul mercato non corrispondeva al suo peso reale. Così abbiamo deciso di diventare editori di noi stessi. È questa l’eredità più importante che lascio".

Sezione: Notizie / Data: Mar 30 settembre 2025 alle 18:30
Autore: Alessandro Di Lenarda
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