Udinese-Carpi chiude definitivamente un’epoca, l’era di Antonio Di Natale. Ad Udine è percepibile l’atmosfera triste di chi si prepara a salutare un campione, un simbolo, una bandiera, un idolo, un punto di riferimento per tutti i tifosi friulani. Ognuno avrà il suo ricordo particolare, il suo gol preferito, la giocata che ricorderà meglio ed apprezzerà maggiormente. Totò è stato unico per quanto ha dato all’Udinese e ai suoi sostenitori in questi anni; ha rappresentato un’epopea indimenticabile. È stato il protagonista indiscusso all’interno di una squadra straordinaria. Ha rappresentato un periodo unico, che probabilmente non si riproporrà facilmente e, qualora accadesse, non sarebbe comunque la stessa cosa.

Ad assistere a questa gara così speciale per il suo significato emotivo, ci saranno tanti campioni. Su tutti spicca il nome di Zico. Il Galinho sarà presente per assistere alla passerella di colui che si può considerare il suo erede in Friuli. Non tanto tecnicamente, dal momento che hanno caratteristiche differenti, figlie di epoche diverse. Trent’anni rappresentano un periodo temporale importante; nel calcio sono una vera e propria era geologica. È cambiato moltissimo il gioco più popolare al mondo tra gli anni ’80 in cui Zico era uno dei fenomeni planetari e le prime decadi del Nuovo Millennio. È aumentata la velocità d’esecuzione, ci sono programmazioni differenti, moduli e modi di interpretare il calcio totalmente diversi dal passato. Eppure Di Natale e Zico hanno alcuni aspetti comuni, primo fra tutti la fantasia: i loro repertori sono vari e contengono diversi colpi e numeri, propri solo dei grandi campioni. Sanno risolvere una partita da soli, con un gol o con un’invenzione di qualsiasi tipo. Hanno una visione di gioco incredibilmente varia ed aperta a soluzioni impensabili. Sono fondamentali all’interno del sistema della squadra, risultando spesso il cardine della manovra. Più palloni toccano e meglio girano tutti i compagni.

Non è una blasfemia calcistica se si afferma che Totò ha rappresentato in qualche modo un proseguimento di quello che il Galinho aveva introdotto nell’estate del 1983. Ha portato in alto l’Udinese, esibendo un gioco piacevole e sfidando le corazzate del calcio italiano. È stata un’epoca simile ma differente per alcune caratteristiche (la compagine friulana di Di Natale aveva più qualità rispetto a quella in cui militava Zico) ma ugualmente speciale ed indimenticabile. Anche per questo, stasera sarà bello godersi ogni istante, assaporandolo fino in fondo. Poi sarà il tempo dei saluti. È tempo di scrivere un nuovo capitolo.
 

Sezione: Focus / Data: Dom 15 maggio 2016 alle 16:00
Autore: Federico Mariani
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