Tagliare gli stipendi per far fronte alle perdite derivanti dai mancati incassi di botteghini e soprattutto diritti tv. E' ciò che i club potrebbero chiedere, forse anche imporre, ai propri calciatori. Le ultime a riguardo parlano di una possibile proposta, da parte delle società, di un taglio agli stipendi dei giocatori (e degli staff) di circa il 15-30%, a secondo di quella che sarà la situazione fra qualche mese. L'Udinese, che ha un monte ingaggi di circa 12,5 milioni, taglierebbe così circa 3 milioni. Se ne discuterà, ardentemente, nelle prossime settimane, restando in attesa di capire se si potrà tornare o meno in campo.

Ovvio che al calcio, un sport sempre e comunque ricco, alimentato da decenni con risorse incredibili, si chiede un sacrificio. E' il momento, per tutti, anche per i calciatori, di fare un passo indietro, di fare una scelta di responsabilità. Dalla Germania arriva quello che sembra essere un bell’esempio, in controtendenza con le perplessità nostrali a riguardo. Il Borussia Moenchengladbach ha annunciato come i propri calciatori abbiano (già) deciso di autoridursi lo stipendio. Con loro anche il tecnico Marco Rose e tutto il suo staff. “Tutto ciò farà sì che gli altri impiegati del club mantengano i loro posti", ha spiegato il direttore sportivo Max Eberl. Un'apertura anche in Italia c'è stata

I calciatori sì e le società? Anche le proprietà dovranno essere chiamate a fare la loro parte. Qualcuno ha già intrapreso delle iniziative di solidarietà, Zhang dell'Inter in primis. Poco però, si cerca più che altro di non perdere, di salvare il prodotto per garantire ricavi anche in futuro. Ho visto, soprattutto da parte di alcuni, avidità e null'altro. C'è chi vuole tornare subito in campo, chi non accetta assolutamente che il campionato possa essere annullato, chi difende in tutti i modi la propria posizione, la qualificazione in coppa eccetera eccetera. Ognugno guarda al suo orticello, cerca di difendere i suoi interessi senza avere un'ottima di sistema. Cose superflue ad oggi, quando i veri problemi sono altri ma il calcio si sente vittima dell'emergenza. 

Mi piacerebbe vedere scelte diverse, leggere altre dichiarazioni, mi piacerebbe che il calcio si mettesse a servizio del Paese, che ricambiasse l'amore infinito che italiani hanno e avranno anche in futuro per questo sport. Avverrà? Io ci spero. Ora è il calcio chiamato a fare la prima mossa, a dare invece che ricevere.

Sezione: Focus / Data: Lun 23 marzo 2020 alle 13:54
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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