Il 2012 bianconero si chiude nel gelo di Bergamo, dove va in scena una delle gare più noiose della stagione: le due squadre sono già mentalmente in vacanza e non vogliono farsi male - per dirla alla Buffon, meglio due feriti che un morto.

Fosse pugilato, l'Atalanta si aggiudicherebbe il primo tempo ai punti; il calcio è tuttavia uno sport dalle dinamiche imperscrutabili, così la prima frazione termina sull'1-1, risultato bugiardo soprattutto per come è maturato.
Ma andiamo con ordine: la formazione schierata da Guidolin non presenta grandi sorprese, se non nell'inedito duo d'attacco formato da Fabbrini, reduce dalla bella prestazione in Coppa Italia, e Muriel, alla sua prima da titolare dopo l'infortunio.
Il centrocampo, orfano dello squalificato Allan e di un Lazzari non ancora al 100% della condizione, appare alquanto inconsistente, almeno in fase di impostazione: nella prima mezz'ora è la Dea a dettare il ritmo (piuttosto blando), con l'Udinese rintanata nella sua metà campo. Poi, dal nulla, i friulani trovano il vantaggio: Pasquale si fa vedere largo a sinistra, un'occhiata in area e via all'ottimo cross per Muriel, piazzato sul secondo palo. Una rete per niente banale, una mezza acrobazia che certifica la ritrovata integrità fisica dell'attaccante, perfetto da dedicare alla donna che lo renderà padre.
L'Atalanta – giustamente – non ci sta e sei minuti le sono sufficienti per riequilibrare la gara. Il pareggio nasce da un calcio d'angolo alla sinistra di Brkic, in area la solita mischia fatta di spinte e trattenute: Angella tiene a distanza Peluso allargando il braccio, l'atalantino finisce a terra inducendo l'arbitro Guida a concedergli il rigore, forse condizionato dalle precedenti proteste nerazzurre per un presunto fallo di mano di Pinzi in area. Ora, rifacendosi con pignoleria al regolamento, la decisione non sarebbe scandalosa, ma deve fare i conti con due problemini: il primo è che di situazioni di questo genere se ne verificano decine a partita, praticamente a ogni calcio d'angolo,  l'altro riguarda l'uniformità di giudizio all'interno della classe arbitrale.
Diciamo che a Coverciano, oltre alle norme, dovrebbero insegnare anche il buon senso.

Il resoconto della gara è arrivato appena al 39', ma di fatto si può concludere qui. Nel secondo tempo accade ben poco, l'Udinese rischia subito grosso quando Pasquale regala palla in area a Raimondi, che scarica all'indietro su De Luca; fondamentale l'intervento di Badu a Brkic battuto, probabilmente l'unica cosa da salvare nella sua prestazione. Al 57° l'estremo difensore bianconero disinnesca una pericolosa conclusione di Bonaventura, esteticamente tremenda, ma dall'effetto ingannevole – Brera avrebbe definito il tiro uno “sbirolo”. Da qui in poi nulla di clamoroso da segnalare, forse solo i fischi che piovono impietosi dagli spalti.

Da Bergamo l'Udinese torna con un punticino che a maggio può sempre far comodo, alla fine di una partita che per il resto suscita ben poche osservazioni. Anzi, una ci sarebbe: il mercato invernale per ora sembra movimentato solo in uscita, ma un regista per il centrocampo friulano sarebbe dono gradito.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 23 dicembre 2012 alle 09:01
Autore: Federica Zille
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