Mentre la serie A vede la classe arbitrale uniformarsi al metro di giudizio della serie B (in tutti i sensi), l’Udinese esce vincente da un derby iniziato con quarantacinque minuti di ritardo, ma vinto con merito e tenacia.
Il campionato non ha più nulla da dire, la Juventus ha vinto, le ultime in classifica sono in serie B e la lotta per l’Europa si gioca fra un numero ristretto di squadre che si affronteranno nelle ultime giornate. L’Udinese ha giocato tre amichevoli e ne è uscita vincitrice. Sei punti contro Milan (in caduta libera) e Verona, una sconfitta contro l’Inter che è stata macchiata da un arbitraggio formalista così come la vittoria in terra scaligera.
In mezzo a tutto questo, i dubbi sul futuro. Se Maran, intervistato da Varriale a Stadio Sprint su un possibile cambio di panchina l’anno prossimo, tergiversava lasciando intendere che un pour parler probabilmente c’è stato, ecco che le quotazioni di Stramaccioni paiono in rialzo proprio grazie al giocatore che vorrebbe dire addio, e che invece non dovrebbe partire mai: Antonio Di Natale. Dopo il gol rifilato all’estremo difensore del Verona con un colpo di tacco degno del traguardo raggiunto, ecco che l’attaccante correva ad abbracciare l’attuale tecnico. Dopo un primo tempo non pervenuto, fra due squadre che passeggiavano in campo, nel secondo tempo la squadra di Stramaccioni è scesa in campo più quadrata, volenterosa, aggressiva.
Nulla a vedere con lo spettacolo, ma almeno si è rivista quell’Udinese che riusciva a fare punti all’inizio del girone d’andata. Sorvoliamo sulle critiche di Kone al cambio, sono cose di campo e ci stanno. Il gesto che ha spostato gli equilibri delle scelte future, è stato proprio quello del capitano.
Intendiamoci, molto probabilmente Stramaccioni non era più l’allenatore dell’Udinese prima delle ultime tre partite. Si sta giocando le sue carte, conscio anche che difficilmente i Pozzo esonerano un allenatore che costa non poco sulle casse della società. Una serie positiva di partite, di qui alla fine, potrebbe convincere non solo la dirigenza, ma anche l’ambiente, a puntare un altro anno sul tecnico romano.
Se però le ultime tre partite sono sembrate delle amichevoli (anche l’Inter in piena corsa Europa ha giocato con le gambe molli come fossimo piena estate), la prossima partita dirà molto di più su quanto la squadra rifletta la voglia dell’allenatore e su quanto l’allenatore sappia tenere le redini dei giocatori in campo. La Sampdoria è in piena corsa Europa, ma diversamente dall’Inter ha uno stato di forma invidiabile, mostrato anche contro la Juventus sabato. E ha un allenatore in panchina poco avvezzo ad abbassare la tensione nei finali di campionato.
Già altre volte l’Udinese è caduta dopo tre partite in cui aveva lasciato intravedere uno scorcio di continuità e carattere. I tonfi sono stati forti e fragorosi, spesso con squadre di bassa classifica. Questa volta, di mezzo, c’è una partita vera e due contratti: quello di Stramaccioni e quello di Di Natale.
Domenica prossima assisteremo all’ennesima partita della verità: l’Udinese la vincerà o ripeterà le gaffe già viste in passato? A Stramaccioni la risposta, come sempre sul campo. Ai Pozzo la scelta... investire in un nuovo allenatore o continuare con la guida tecnica?
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