(foto: gettyimages)
Va bene: il secondo giallo a Samir c’era. Però…
Però questo non basta a giustificare una differenza che inverte, nettamente, i valori teorici.
Non vi è (era?) paragone tra il valore del calciomercato bolognese e quello bianchenero, da gennaio in qua; classe, voglia di giocare, lo stimolo di un Mihajlovic che riesce a trasmettere ancora più energia pur dal suo letto di (temporaneo) dolore come patrimonio felsineo; il solito mercato last minute alle nostre latitudini.
Invece oggi la partita dice altro: un Bieffecì schierato coi soliti quattro giocatori davanti appare lezioso, inconcludente, presuntuoso quasi la rete dovesse giungere per intervento divio.
Invece oggi la partita dice altro: l’Udinese è la sorella più intelligente del mostro visto al Bentegodi: pressa, intasa gli spazi, in difesa non ne sbaglia una (Becao migliore dei tre) e sulle fasce lascia pochissimo spazio alle folate avversarie, al netto di un paio di iniziative di Skov Olsen. E davanti capitalizza, come mai era successo.
In una gara del genere tutti, tutti!, i giocatori dell’Udinese meritano un voto positivo; tutti, tutti!, i giocatori bianchineri hanno svolto nella migliore maniera il proprio dovere.
La difesa, come detto, ha tenuto botta ad un attacco il quale, secondo me, può sedere a pieno diritto al tavolo dei migliori della categoria; alla fine Musso deve respingere di pugno una punizione, andare in presa scenografica su un colpo di testa (indirizzato fuori) e poi più. Tiri in porta seri: zero. Anche quando i bolognesi schieravano tante punte, sicuramente più delle idee di un centrocampo lento e prevedibile. Becao, Ekong e Samir giocano bene e spesso controllano sigaretta-in-bocca i tanti cross avversari.
È in mezzo al campo, però, che l’Udinese vince la partita: Fofana commette tanti errori, ma impedisce a Soriano e Sansone di giocare liberi e puliti; Jajalo, finalmente, ritorna sui suoi livelli gestendo la squadra con calma olimpica e il giusto piglio; Mandragora non pulitissimo al tiro, ma specialmente nella ripresa tante le palle gestite in maniera eccellente dall’ex capitano della Under21. Larsen sufficiente: mette la palla del goal-vittoria a Okaka, tiene bene sulle folate di Orsolini (quando Tudor lo sposta) e alla fine appare in ripresa; più timido Sema, che comunque gioca la migliore gara in maglia friulana.
Davanti? Invocavamo due punte vere: serviti. Stefano Okaka è a mezza messa per quanto riguarda la forma fisica, ma in termini di voglia, di carattere e qualità: la rete è il fil rouge che unisce la prima esperienza udinese e questa seconda, più lunga e ‘definitiva’. Esce quando proprio non riesce più a muoversi, serbatoio che segna inequivocabilmente rosso.
Nestorovski si sbatte e lotta come un leone; sbaglia una rete (bella reazione del portiere avversario) ma gioca per due, meritandosi l’ovazione (richiesta) della curva Nord quando conquista coi denti un calcio d’angolo. La coppia con Stefano (più che con Kevin Lasagna) sembra essere la meglio assortita: vedremo cosa succederà.
Da domenica: mentre scrivo la Viola fa scempio della squadra messa in campo dal maestro di calcio ex-doriano, gioca sempre meglio e alle 12:30 al Franchi andrà in scena, forse, una bella gara.
Dico forse perché, uscendo in fretta dal campo, oggi, rimuginavo e ruminavo pensieri fra me e me.
Qual è l’Udinese, quella vera?
La copia sbiadita vista sabato scorso contro il Brescia, che non tira in porta e subisce la verve di un’avversaria (che poi farà soffrire comuque Juve e Napoli)?
L’orrido esempio al Bentegodi, dove si soffre ringraziando Musso per una parata pari ad una rete? Una gara giocata così così nel primo tempo, per nulla nella ripresa con il confusionario contributo del mister?
La bella Udinese vista contro Milan, Parma, Inter e soprattutto Bologna? Una squadra grintosa, veloce, che non molla nulla e (al netto della gara contro i parmigiani) subisce pochissimo dalle avversarie tanto che Musso appare (col Milan ed oggi) assolutamente inoperoso?
Non lo so. Ma in sette giorni si vedrà. Quando di fronte si avrà il migliore giocatore acquisito quest’anno dal campionato: non lo juventino DeLigt, ma Franck Ribery.
Una poesia, un signore dei campi che a 36 anni ancora si mette lì, lavora e cerca di migliorare. Stasera ha ricevuto palla in area, con una finta ha mandato a sedere tre avversari e, in controtempo di destro, ha infilato Donnarumma. Chapeau.ma, ad oggi, la difesa friulana è meglio di quella milanista.
Sette punti, che con Okaka in mezzo all’attacco contro il Parma sarebbero stati dieci. Il calcio è liquido, le gare giocate pochissime e i tanti giudizi tranchant inutili invettive. Godiamoci il fatto che si segna molto di più. Con buona pace di Trapattoni e figliuoli allenanti.
Appuntamento con tutti per domani, alle 18:30, sulla webradio Effe Radio dove processeremo con Stefano Pontoni la gara di oggi; alla sera, ore 20:00, canale 113 del digitale (BH TV) BH Club con Daniele Muraro, dove avremo delle sorprese per tutti voi.
Seguiteci, chiedeteci, inveite(ci): insomma partecipate.
La cosa più bella del calcio, anche oggi, è parlarne fra di noi.
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