E' appena finita una partita che dovevamo vincere 4 a 0 ed invece, grazie a un Mariani che ne combina più di un Alvaro Vitali dei tempi d'oro, vinciamo “solo” 2 a 0. Andava ammonito Farias nel primo tempo e non Larsen, non c'erano le espulsioni di Ceppitelli e Mandragora, era regolare il gol di Lasagna e la querelle sul rigore di Lasagna è stata una buffonata legittimata dall'arbitro. Infine c'era un rigore nettissimo su Larsen (ben più di quelli per Frosinone e Inter...). Ma a me preme raccontare altro, di ben più importante!

Se l'Udinese si trova in questa posizione di classifica, la colpa è della società, al secolo: Gino Pozzo. Se non siamo terzultimi come a novembre, il merito è solo di Nicola.

Quando quest'estate scrissi un editoriale su un Velazquez non pronto per la serie A e mancanze gravi di mercato, fu il mio articolo più criticato sui social. Feci quello che, secondo me, dovrebbe fare l'Udinese: stare zitti e accettare la critiche. Ho atteso che fosse il tempo a dirmi se mi ero sbagliato circa le lacune della rosa e la bontà dell'allenatore. Purtroppo ho avuto ragione.

Dopo la partita contro la Spal ho scritto che avevo visto finalmente una squadra in campo. Giù altre critiche, tantissime. Silenzio anche qua, e credo che oggi l'Udinese di Nicola (lo ripeto, DI trattino NICOLA) abbia fatto vedere come ci si salva in serie A. I bianconeri sono stati squadra di lotta e non di governo (anche se a livello nazionale pare che si siano invertiti i ruoli da un po'...). Mandragora ha ripetuto la buona prova da “invisible man” di Ferrara ed il tecnico piemontese ha messo Behrami nel suo vecchio ruolo con buoni esiti. Tutti, questa volta tutti, hanno fatto un passo avanti. Anche Lasagna al quale Mariani ha tolto la gioia di un gol valido ed ha fatto innervosire sul rigore. Perché Belotti a Roma può calciare con il pallone al confine del gesso e Lasagna a Udine no?

Ma non è il 2 a 0 di oggi a fare di noi una grande squadra. La rosa ha sempre evidenti lacune, le stesse di cui parlavo quest'estate: manca qualcuno che sappia sostituire Behrami, manca una prima punta.

L'Udinese, assieme all'Empoli, è l'unica squadra di serie A che ha iniziato il campionato senza una prima punta che avesse segnato almeno un gol in serie A. Andate a scorrere le rose delle venti squadre e ve ne accorgerete. Solo per citare le ultime tre partite, quindi non certo squadroni con voglie europee, loro avevano: Ciofani, Pinamonti, Petagna, Paloschi, Pavoletti e Cerri. E noi non riusciamo a comprare una prima punta italiana che sappia segnare un gol o far una sponda, mantenere su la squadra o giocare per gli inserimenti di Lasagna, Pussetto e De Paul?

Ancora, sempre le tre ultime squadre affrontate avevano a centrocampo, in panchina (non parlo di titolari ma della panchina, tanto per far capire che mercato pessimo sia stato il nostro): Crisetig, Viviani, Valdifiori, Cigarini, Dessena.

Sulle colpe della società ci sarà un editoriale il 31 dicembre, prima di partire per due giorni di ferie meritate, che analizzerà i numeri di quest'anno e basteranno quelli a far capire quanto si è agito male, negli ultimi cinque anni e specialmente quest'estate. Ora mi preme solo fare due ipotesi.

Ipotesi uno. Gino Pozzo e Pradé vanno da Nicola e gli chiedono chi intende confermare, di che budget dispone e, in base al budget e alle cessioni, che nomi vuole per centrocampo ed attacco. Nicola continua nella sua crescita di squadra (D'Alessandro non pareva nemmeno fare parte della rosa, gli si preferiva Samir o chiunque altro) e possiamo arrivare a metà classifica e programmare.

Ipotesi due. Gino Pozzo deve comprare all'estero, giocatori per lo più scarsi che paiono soldi buttati via e mi piacerebbe sapere perché una società tanto attenta all'economia d'azienda spenda tanti soldi in osservatori barra mediazioni per giocatori esteri come Vizeu, Bajic, Ter Avest e compagnia cantante. Ci si culla su quest'ultima prestazione e si pensa che il 2019 vedrà finalmente emergere la grande sapienza del nostro “fare mercato”. Ed allora rischiamo seriamente la retrocessione, perché qua a Bologna pare abbiano già parlato con Donadoni per un ritorno (anche lui tanto criticato, se ne è stato zitto e il tempo gli ha dato ragione) ed intendono comprare giocatori forti.

Io non giustifico più nulla, non sono come i commentatori delle televisioni locali o della carta stampata: caro Gino Pozzo, devi spendere. E devi spendere bene. Devi spendere in Italia, in giocatori che sappiano cosa sia il campionato italiano. Non mi interessa che tu spenda venti milioni o trenta, mi vanno bene anche cinque milioni. Ma devi spendere. Devi spendere. Devi spendere!

Forza Udinese, sempre e comunque.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 29 dicembre 2018 alle 17:30
Autore: Giacomo Treppo
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