Alzi la mano chi non ha mai avuto rimpianti per un periodo della propria vita ormai passato. I portoghesi la chiamano “saudade”, noi italiani semplicemente nostalgia, parola di origine greca che indica la sofferenza provocata dal desiderio di ritornare. Noi italiani siamo un popolo indiscutibilmente nostalgico, prigioniero di un passato grandioso che non esiste più, tenuto in vita dai libri di storia e dai ricordi di chi quel passato lo ha vissuto. Il calcio in questo senso non è da meno, con il tifoso medio ormai avvilito e annoiato da un campionato mediocre e monotematico, in perfetta antitesi con quel meraviglioso football anni 80, di cui noi italiani eravamo i migliori interpreti e in cui la nostra Serie A era punto d’arrivo per i migliori giocatori del mondo.

Udine bianconera e verdeoro. Era il 6 Novembre 1983 e in un Friuli stracolmo si giocò un Udinese - Roma valevole per la settima giornata di campionato. Giampiero Galeazzi, uno che ha fatto la storia del giornalismo sportivo italiano, si inventò prima del fischio d’inizio un bel siparietto per le telecamere con protagonisti i giocatori brasiliani delle due squadre, Cerezo e Falcao tra i capitolini, Edinho e il grande Zico tra i bianconeri friulani. L’atmosfera, che Galeazzi definì giustamente da Maracanà, era tale non solo per i brasiliani in campo, ma anche per i tifosi sugli spalti, tanto calorosi e festanti da far sembrare il Friuli simile al celebre Maracanà.

La Partita. Per l’Udinese quella contro la Roma rappresentava la partita della verità. Dopo un inizio di campionato arrembante infatti, la squadra di Ferrari non era stata in grado di tramutare in punti il bel gioco offerto, racimolando solo sette punti nelle prime sette giornate. La Roma era probabilmente l’avversario peggiore da affrontare, perché oltre ad essere capolista in solitaria e campione d’Italia uscente, poteva contare su giocatori straordinari del calibro di Conti e Pruzzo oltre ai già citati Cerezo e Falcao. L’atmosfera festosa del pre-partita lasciò presto spazio alla tensione del calcio giocato, con la partita che nel primo tempo si mantenne in un sostanziale equilibrio, con le difese a farla da padrone e con Zico, il protagonista più atteso, intrappolato in un ottima marcatura ideata da Liedholm e messa in pratica da Ubaldo Righetti. Nella ripresa a fare la differenza fu la condizione atletica della squadra di Ferrari, apparsa ben più tonica e fresca della Roma, peraltro reduce dall’impegno infrasettimanale in Coppa dei Campioni. Tancredi, portiere della Roma, fu costretto agli straordinari in più di un’occasione. La gara, bella e divertente, si mantenne in bilico fino alla fine, riservando le emozioni più intense per i minuti finali. Al 39esimo della ripresa Brini salvò miracolosamente su un colpo di testa ravvicinato di Pruzzo che fallì clamorosamente il goal da pochi metri. Il portiere bianconero rimise subito in gioco facendo partire un contropiede orchestrato da Causio e concluso da Zico, con il brasiliano abilissimo a seminare Di Bartolomei e a trafiggere Tancredi con un destro all’angolino. Il goal fece letteralmente esplodere la Nord con l’intero stadio che si tramutò in una bolgia pronta ad abbracciare il proprio Messia, quel Zico la cui esultanza è ancora oggi una delle scene più belle viste al Friuli. La lunga esultanza dei friulani scatenò le ire dei giallorossi con Pruzzo che arrivò quasi alla mani con il Galinho, con la rissa che fu evitata dall’intervento di Ancelotti. Le dichiarazioni di Zico sugli avversari nel post-gara non lasciarono spazio a interpretazioni o fraintendimenti, situazione tipica quando hai a che fare con un giocatore schietto e senza peli sulla lingua come lo era il brasiliano.

Quando a Udine si poteva sognare. L’Udinese vinse nettamente e con merito, soffrendo in alcuni tratti della gara senza però perdere mai il controllo della situazione, riuscendo a colpire nel momento migliore degli avversari con il suo uomo migliore, fin li annullato o quasi da una marcatura perfetta. Il match contro i giallorossi fu una delle gare più belle della stagione, e in città si respirava un’atmosfera mai vista da quelle parti. Come andò a finire quella stagione lo sappiamo tutti, i rimpianti furono enormi perché quella squadra rese molto meno del suo potenziale. Nonostante ciò, quel periodo è ricordato dai tifosi con una nostalgia incredibile, perché furono anni magici in cui i tifosi poterono sognare per davvero, esaltandosi ogni domenica guardando Zico, un campione che ci invidiava tutto il mondo calcistico. A dirla tutta la nostalgia viene anche a chi, come il sottoscritto, quel periodo lo ha vissuto solo attraverso i filmati d’epoca, con sospiri e occhi sgranati ad ogni goal, ad ogni intervista, ad ogni frammento di quegli anni meravigliosi. Il tutto peraltro in perfetto contrasto con il calcio che ci viene proposto oggi, troppo lontano dalla gente e dai tifosi, strangolato dal business e dall’apparenza, e nel nostro specifico caso, annebbiato da un alone di noia costante nata e alimentata dall’impossibilità di sognare, anche solo per un giorno, un campionato da protagonisti.
UDINE, 6.11.1983: Udinese - Roma 1-0
UDINESE: Brini, Galparoli, Cattaneo, Gerolin, Edinho, De Agostini, Causio (87’ Mauro), Marchetti, Miano, Zico, Pradella (55’ Virdis). A disposizione: Cortiula, Dominissini, Pancheri. Allenatore: Ferrari.
ROMA: Tancredi, Nela, Righetti, Ancelotti, Falcao, Maldera, Conti, Cerezo, Pruzzo (87’ Vincenzi), Di Bartolomei, Graziani. A disposizione: Malgioglio, Nappi, Oddi,Chierico. Allenatore: Liedholm.
ARBITRO: Pieri di Genova.
MARCATORE: 85' Zico
Maurizio Pilloni - TuttoUdinese.it
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