Solitamente si identifica nel numero 40 i punti che garantiscono la matematica salvezza in un campionato da 20 squadre come la Serie A. In qualche stagione la quart’ultima squadra si è assicurata la permanenza in categoria concludendo con una cifra inferiore a quella somma ma universalmente quella è la quantità di punti che ogni squadra con l’obiettivo salvezza si auspica di raggiungere al termine della stagione.
Finalmente i 40 punti sono arrivati anche per i bianconeri grazie al pareggio di ieri, anche se va detto che il discorso salvezza era chiuso già da qualche settimana nonostante la matematica non avesse ancora avallato la permanenza dell’Udinese in Serie A. Ora restano tre partite: martedì contro un Napoli che, a differenza dei bianconeri, deve ancora lottare per raggiungere il suo obiettivo, domenica prossima contro una Sampdoria che non ha nulla da chiedere al campionato e infine contro i campioni dell’Inter per un match che ha solamente un valore simbolico.
Oramai dunque siamo praticamente alla fine di questa stagione e ogni finale porta con sè il tempo dei bilanci.
Primo punto: quanto è forte De Paul e che crescita ulteriore rispetto alla stagione scorsa, che pure era stata eccellente. L’argentino è semplicemente luce. Ieri gol d’autore e solita qualità e quantità a disposizione dei compagni. É uno di quei giocatori che se resta a Udine, in una piazza medio-piccola, con il più dovuto rispetto, lo fa solamente per una scelta di cuore perchè è evidente che meriti palcoscenici diversi. Ho visto sparare cifre altisonanti per giocatori che hanno dimostrato molto meno del dieci bianconero. Sembrerebbero bastare “solo” 40 milioni per portarlo via dall’Udinese: è un affare. Qualità, quantità e costanza. L’unico dubbio è sul fatto che appunto non si è ancora misurato nell’ambiente del grande club ma è una cosa che può succedere solo una volta che si fa il passo. Le grandi squadre sono avvisate, se non vogliono investire tuttavia non è un problema perchè a Udine tutti sarebbero entusiasti di vederlo anche la prossima stagione indossare la maglia e la fascia del club di Pozzo.
Punto numero due: chissà cosa sarebbe stato se non ci fossero stati tutti quegli errori. Fanno parte del gioco ed anzi una squadra forte è quella che sa approfittare degli errori dell’avversario. L’Udinese però, specialmente nella seconda parte di questa stagione, ha avuto la capacità speciale di farsi male da sola. Errori pacchiani che di fatto hanno aiutato gli avversari e, di conseguenza, hanno portato i friulani a lasciare punti per strada. Stryger-Larsen a San Siro il più emblematico ma si ricorderà la striscia record di rigori consecutivi assegnati contro la squadra di Gotti. Nessun penalty conquistato per bravura dell’avversario ma di fatto per errori individuali e, a volte, di posizionamento di reparto.
Punto numero 3: chissà cosa sarebbe stato se non ci fossero stati tutti quegli errori e l’attacco avesse risposto presente. Perchè sì, il reparto offensivo ha vissuto più ombre che luci, più momenti difficili che felici, causa di numerosi problemi fisici ma forse anche di una non adeguatezza alla concretizzazione della mole di gioco creata dalla squadra. Tuttavia non spetta a me il giudizio, anche se i numeri appoggiano questa tesi. Il mercato in quest’ottica può aiutare per il futuro.
Quarto punto: obiettivo raggiunto. Perchè sì l’Udinese poteva fare di più, sì ha lasciato punti per strada in modo ingenuo, sì ha commesso degli errori però, nonostante la dirigenza dica che si guarda sempre ad un obiettivo più grande della salvezza, l’obiettivo vero era la permanenza in serie A. Sicuramente ci si auspicava di farlo in modo tranquillo e senza i patemi e l’ansia da risultato delle ultime giornate ma l’obiettivo quello era. E con relativa tranquillità è stato raggiunto. Una volta archiviata questa pratica è chiaro che si guarda più sù. Dopo la salvezza c’è il traguardo, più simbolico che concreto a dire il vero, del decimo posto. Di concreto ci sarebbe il piazzamento in Europa, per cui bisognerebbe lottare per il settimo posto. L’Udinese però, ad oggi, non è riuscita a fare quel salto per colmare il gap per provare a lottare per un traguardo più prestigioso. Delle piccole il salto è comunque riuscito solamente al Sassuolo che ha nel mirino la Roma, la quale ha “mollato” il campionato per concentrarsi sul proprio cammino europeo, perchè anche club come l’Hellas Verona, tanto elogiato dai media alla fine si ritrova lì a centro classifica vicinissimo al ben meno chiacchierato Udinese. Obiettivo raggiunto dunque, con la speranza che si siano gettate delle basi per una crescita futura che passa inevitabilmente da una buona e oculata campagna acquisti (tra cui la scelta/conferma dell’allenatore), magari chissà convincendo quel giocatore del punto uno. Perno fondamentale di questa Udinese.
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