Ennesimo weekend maledetto per i portieri, (fortunatamente non per il nostro buon Silvestri che oltre che con le mani sembra se là cavicchi bene anche con i piedi). La distruzione dal basso ha mietuto altre due vittime illustri: prima il friulano ed ex bianconero Meret in Empoli-Napoli, poi il saggio Buffon in Parma-Perugia. Due erroracci con i piedi che sono costati due sconfitte.

Tutti a dare contro ai portieri ma ancora una volta mi sorge la domanda: è colpa soltanto loro o di chi si ostina ad insistere a farli giocare con i piedi? 

Pep Guardiola è stato il tecnico che ha affinato sia la costruzione dal basso sia il pressing alto per intasare le linee di passaggio ma questo esasperato e dilagante guardiolismo ha rovinato il cervello a molti allenatori.

In un calcio che va sempre più veloce, nel quale le difese vengono sempre più sollecitate da un pressing altissimo il poter scaricare palla sul portiere “teoricamente” dovrebbe permettere  una superiorità numerica tale da creare una corretta risalita. Del portiere però si abusa spesso anche quando non serve e anche quando costui non ha una capacità pedatoria tale da supportare questo concetto tattico.

È diventata una moda, un’ostinazione per molti tecnici dalla Serie A ai dilettanti. Perfino sui campi di periferia si vede allenatori sbraitare se qualcuno dietro pressato spazza. Così facendo si induce spesso all’errore. Chiaro che scimiottare, eppure male, il tecnico del City non abbia molto senso.

La costruzione dal basso va bene ma non in tutti i contesti. Se non si è totalmente sicuri di non perdere palloni sanguinosi resto sempre dell’idea che sia meglio lanciare. Così pure, se il portiere chiamato alla ricezione è messo male con il corpo. Non c’è assolutamente nulla di cui vergognarsi, una palla in tribuna e “intanto ci mettiamo a posto” non è la morte del calcio anzi. In questi casi pare evidente che il rischio supera l’eventuale beneficio e che invece di costruire si distrugge soltanto.

Lo capiranno i nostri tecnici?

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 26 aprile 2022 alle 04:28
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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