"Per Alexis il calcio è divertimento allo stato puro. Quando non gioca si intristisce, vive questo lavoro con la passione di un bambino. Pensate che a Udine, quando il giorno dopo le partite lo lasciavo riposare per fare il defaticante lui correva da me e mi chiedeva se poteva giocare in partitella almeno 5 minuti. Diventava matto senza pallone tra i piedi..." Sanchez torna in Italia, con la maglia dell'Inter e chi meglio di Pasquale Marino, che lo lanciò in Serie A, può parlare di lui? A www.fcinternews.it il mister ex Udinese racconta alcuni aneddotti sui diversi ex bianconeri che vestono il nerazzurro: "Il talento di Alexis era già noto quando arrivò da noi, il nostro impatto fu molto positivo, perché Sanchez aveva fame e voglia di imparare".

Marino lanciò anche un giovanissimo Asamoah: "Anche lui aveva doti fuori dal comune per un 19enne. Forza atletica straripante e grande intelligenza tattica. Di solito i ghanesi sono allegroni, ma con Inler come tutor divenne precisissimo. Meticoloso in ogni mossa e lettura, tanto che negli anni si è specializzato in un ruolo non suo".
 

Nell'Inter brilla ed è sempre più leader un altro suo ex pupillo come Handanovic. Si aspettava potesse diventare addirittura capitano dei nerazzzuri?
"Samir ha una professionalità eccezionale. Era sempre il primo ad arrivare al campo è l'ultimo ad andarsene dopo ogni allenamento. Un punto di riferimento per il gruppo, il classico esempio positivo per tutti da seguire, perciò non sono meravigliato. È un leader silenzioso, ma di quelli fondamentali all'interno di uno spogliatoio.

Ci racconta un aneddoto sul portierone sloveno?
"Con piacere: ricordo ancora quando decisi di lanciarlo titolare. Handanovic tornava da un prestito in B al Rimini e in rosa c'era Chimenti che arrivava dalla Juventus. Dalla terza giornata di campionato l'ho lanciato titolare e da quel giorno non è più uscito. Un portiere fantastico. Samir era ed è tuttora un professionista eccezionale. Quando facevamo delle amichevoli infrasettimanali con squadre di categorie inferiori di solito non lo facevo giocare, ma lui chiedeva di allenarsi la mattina con un preparatore invece di godere e beneficiare del giorno libero. Ha una cultura del lavoro fortissima che rappresenta uno dei segreti della sua ascesa".

Sezione: Notizie / Data: Gio 05 settembre 2019 alle 17:01
Autore: Davide Marchiol
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