Nel corso di un'intervista rilasciata ai microfoni del Messaggero Veneto, l'ex allenatore dell'Udinese Francesco Guidolin ha rilasciato delle dichiarazioni a riguardo della possibile cessione del club friulano a un fondo americano e alla conseguenza fine dell'era della famiglia Pozzo. Di seguito le parole dell'ex tecnico dei bianconeri:

Dopo 39 anni i Pozzo potrebbero non essere più i padroni del vapore bianco nero all'inizio della prossima stagione. Che effetto fa?
“La loro è stata una gran bella avventura. Per loro parlano i risultati che sono stati eccezionali se confrontati alla precedente storia dell'Udinese. In questi risultati ci metterei pure lo stadio che è uno dei più belli d'Italia”. 

Che presidente è stato con lei Giampaolo Pozzo?
“Mi sono trovato sempre bene con lui. Ho avuto a che fare con una persona estremamente intelligente, determinata: una bella figura. Ho mantenuto volentieri i rapporti con lui, per le ricorrenze ci sentiamo sempre: Natale e Pasqua. Anche domenica gli ho scritto in occasione del suo compleanno. Lo considero un privilegio”.

Lei ha avuto come presidenti anche Zamparini e Gazzoni, imprenditori italiani che investivano nel calcio. Oggi ce ne sono sempre meno…
“I tempi cambiano, l'importante è che ci sia sempre qualcuno, anche all'estero, che intende investire nel nostro movimento”.

Però i tifosi sono un po’ preoccupati, pozzo a volte è stato contestato perché spendeva poco ma nessuno gli ha mai detto di andarsene come succede con la dirigenza del Milan o con Cairo a Torino.
“Capisco il senso di incertezza e di disorientamento che può avvertire il tifoso. Stiamo parlando di una proprietà che ha dimostrato di saper fare calcio negli anni mettendoci passione e competenza. Tutte le cose hanno un inizio e una fine. Non so se adesso la famiglia pozzo uscirà definitivamente dall'Udinese, però quello che conta non è se ad acquistarla saranno gli americani o altri: non è la nazionalità che conta, ma le persone e i progetti”.

Paolo Poggi sostiene che solo a Udine c'è quel bisogno di contatto tra i protagonisti e tifosi, quello stare insieme che crea poi un mix vincente tra squadra e pubblico. Questo è un aspetto che bisognerà far capire alla nuova proprietà.
“Rispondo dicendo che sono perfettamente d'accordo con Paolo. Proprio perché all'Udinese ci sono molti stranieri è importante riuscire a creare quel senso di appartenenza che permetta di far sentire i giocatori parte di una grande famiglia. La differenza za non la fa il 3-4-3 o il 3-5-1-1, ma riuscire a entrare nel cuore dei calciatori. Io a suo tempo avevo apportato delle piccole novità ma che ritenevo utili: portare i calciatori a correre in mezzo alla gente al parco del Cormor, trascorrere il ritiro in un albergo del centro per fare la passeggiata mattutina in mezzo ai tifosi. Le persone hanno bisogno di condivisione e questa cosa può solo far bene anche ai calciatori”.

Sezione: Notizie / Data: Mar 27 maggio 2025 alle 08:50
Autore: Alessio Galetti
vedi letture
Print